Pubblicato su politicadomani Num 92-93 - Giugno/Luglio 2009

Distinzioni

Occorrono spirito laico e realismo politico per superare qualunquismo e incapacità

Da quando l'anti-politica ha iniziato a raccogliere gradimento in Italia sotto lo slogan "i politici sono tutti uguali, una casta privilegiata e incapace", al qualunquismo antipolitico è stato risposto di non fare confusione e di valutare caso per caso. I politici non sono tutti uguali. Bene, siamo d'accordo. La "discrezione", intesa nel più elevato spirito laico del realismo politico che si esprime nella capacità di discernere caso per caso, è d'obbligo.
Ora, invece, questa discrezione è stata abbandonata. È stato deciso di non distinguere caso per caso, semmai è stato deciso che i casi che andrebbero distinti da altri semplicemente non esistono; in questo modo non c'è più alcun bisogno di esercitare la fatica e la pazienza del "distinguere". È così per i migranti, per i quali non si fanno distinzioni. Sono tutti uguali.
Il principio non è piaciuto al Presidente della Repubblica che ha ammonito il Governo per la retorica xenofoba che dilaga in Italia. La CEI si è detta preoccupata e ha detto di essere favorevole all'accoglienza coniugata con la sicurezza. "Certe scelte verso gli immigrati, fanno pensare alle parole tristi del Papa di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi" ha osservato il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia.
"L'Alto Commissariato per i rifugiati - ha detto a Ginevra il portavoce Ron Redmond - ha inviato una lettera al Governo italiano per affermare che l'Unhcr, pur essendo cosciente del problema che l'immigrazione irregolare pone all'Italia e agli altri Paesi dell'Ue, resta gravemente preoccupato per la politica ora applicata dall'Italia che mina l'accesso all'asilo nell'Unione europea e comporta il rischio di violare il principio fondamentale di non respingimento (non refoulement), previsto dalla Convenzione del 1951 sui rifugiati".
Ai sensi dell'art. 1 della Convenzione è rifugiato colui che "avendo un fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o di opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui è cittadino e non può, o a causa di tale timore non vuole, avvalersi della protezione di tale paese", perciò esso va accolto nel territorio statale e protetto.
"L'Italia dovrebbe fermare i respingimenti automatici, per garantire che gli immigrati possano chiedere ed eventualmente ottenere asilo politico", ha dichiarato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg.
Evidentemente la distinzione è d'obbligo non solo per i politici ma per tutti. Migranti compresi.

 

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