Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009

Editoriale
Non seppellire la giustizia sotto la solidarietà

di Maria Mezzina

È iniziato con uno scossone il mese appena trascorso. Il terremoto dell'Aquila è stato un brusco risveglio da una sorta di torpore dell'animo che cala quando sui problemi reali prendono il sopravvento le chiacchiere. L'oceano di solidarietà che si è riversato sugli abruzzesi colpiti negli affetti più cari non riesce a nascondere il timore che dopo la fase degli aiuti e quella delle sistemazioni meno provvisorie che in tenda, la fase della ricostruzione sia, invece, quella dello scippo. La protezione civile ha reso noto che gli sfollati del terremoto dell'Aquila sono 64.768: 29.136 sono alloggiati in abitazioni e alberghi, gli altri nelle 5.635 tende dei 173 campi che sono stati allestiti.
La protezione civile raccomanda di mandare aiuti in danaro. C'è però chi si ribella e lo fa sostenendo argomenti sui quali non si può non essere d'accordo, con argomentazioni che, amplificate dalla rete e dai media, sono diventate un caso nazionale.
A L'Aquila, con una delle solite alzate di ingegno del Presidente del Consiglio, si svolgerà il prossimo G8 di luglio. In mezzo alle macerie e fra gli sfollati. Per risparmiare, dice Bertolaso, che però dichiara di non sapere ancora esattamente a quanto ammonterà la spesa - dai 10 ai 30 milioni, azzarda -, comunque molto meno degli oltre 260 previsti per la Maddalena (oltre ai 500 milioni già spesi). Ad accogliere il vertice sarà la caserma "Giudice" della guardia di finanza che garantisce anche 2500 posti letto in stanze da quattro e appartamentini per i capi di Stato.
Arduo credere che questo spostamento possa davvero aiutare la ricostruzione, salvo immaginare che, una volta sul luogo, i vari capi di stato decidano di "adottare" uno o più monumenti, o perfino interi paesi, impegnandosi a finanziare la ricostruzione. Una strategia geniale che potrebbe anche funzionare. Rimane tuttavia il pericolo di consegnare il nostro patrimonio artistico e culturale a stranieri che potrebbero anche stravolgerlo. Ma probabilmente, proprio perché è un patrimonio unico e irripetibile, non lo faranno.
E così potremo anche non toccare quel miliardo e mezzo accantonato per fare il nostro bel ponte sullo stretto di Messina.
Dice Bertolaso che per la sicurezza alla Maddalena ci sarebbero voluti 118 milioni di euro. Difficile pensare come potrebbe essere organizzata la sicurezza a L'Aquila, salvo supporre che, per rispetto di chi già soffre, non ci sia questa volta alcuna contestazione. Altra mossa strategica di enorme efficacia.
Questa abilità nel puntare sulle corde più sensibili della "humana pietas" dovrebbe essere rassicurante. E però non possiamo nascondere sotto il mantello di questa sorta di "buonismo" (apparente e interessato) il volto duro di una realtà che avrebbe bisogno di essere affrontata riconoscendone, con onestà intellettuale, tutta la gravità: il lavoro che si perde e non si riesce più a ritrovare; le imprese che chiudono e non riapriranno; la moltitudine di profughi disperati diretti verso le nostre spiagge che lasciamo morire in mare; la povertà che avanza nel ceto medio, e attacca soprattutto i giovani rubando loro il futuro. Né possiamo dimenticare che il parlamento non esiste più come rappresentanza legittima e che non riusciamo a riconoscere nei suoi membri i nostri rappresentanti. E che, temendo per la democrazia, andiamo in cerca di forme diverse di partecipazione democratica, aggrappati ai principi fondamentali della Costituzione. Stando bene attenti a non perdere quella santa capacità di indignarci ogni volta che vediamo ingiustizie.

 

 

 

Homepage

 

   
Num 91 Maggio 2009 | politicadomani.it