Pubblicato su politicadomani Num 88 - Febraio 2009

Voci dal Sud d’Italia
Calabria: cronache dai Territori Occupati
C’è anche tanta voglia di riscatto e tanta speranza nel grido di dolore e di protesta di un giovane calabrese che, emigrato al Nord, si è fatto sedurre dal richiamo della propria terra ed è tornato

di Luciano Gagliardi

Vibo Valentia, notte di San Silvestro, manca poco a mezzanotte.
L’anno nuovo si avvicina a passi veloci, di minuto in minuto le raffiche di mitra si fanno più frequenti, alternandosi ai colpi di pistole automatiche in rapida successione e a quelli più potenti di qualche fucile.
Ogni tanto la notte s’illumina della luce colorata di fuochi artificiali.
Due giorni fa, una bomba ad alto potenziale ha fatto saltare un negozio situato a poche decine di metri dal comando di polizia. L’eco dell’esplosione, che per puro caso non ha ucciso nessuno, è ancora sui giornali e nelle orecchie di molti.
Fra qualche ora un ragazzo ventiquattrenne, il cui fratello è scomparso due anni fa - tutti dicono sia uno dei tantissimi casi di “lupara bianca” - sarà massacrato di botte e poi arso vivo in una campagna qui vicino.
A Mileto, sede vescovile della Diocesi di Vibo, intorno alle cinque del mattino, qualcuno appiccherà il fuoco alla capanna della Natività nella piazza del paese.
La foto sul quotidiano del legno bruciato che poco prima era la statua del Bambin Gesù mi darà una profonda tristezza.
Dopo poche ore, le vetrine di un negozio in pieno centro saranno bucate da proiettili esplosi dal futuro impunito di turno.
Sono ritornato in Calabria nel 2003 dopo 14 anni trascorsi a Bologna.
A volte penso che non sia stata completamente una mia decisione, che il grido di dolore della  terra dove sono nato, abbia toccato la mia coscienza, forzandomi ad un ritorno che forse non desideravo appieno.
In Emilia-Romagna, e nel Nord in generale, ho visto la stessa violenza: si chiama precariato, affitti inaffrontabili, droghe, prostituzione, armi, riciclaggio di denaro sporco, supermercati, ipermercati, sfruttamento dell’immigrazione, banche, finanziarie, politica corrotta ecc ecc…tutto uguale, ma senza morti per le strade, non ancora.
Parlo del Nord perché spesso, da Roma in su, incontro persone che sostengono che ciò di cui sto scrivendo è un problema di noi meridionali, ed io sempre rispondo: “Magari!”. Dentro di me, però, non riesco a trattenermi dal pensare, meno gentilmente, “Non sai neanche di che morte stai morendo, e con questa scusa, a cui ti aggrappi per continuare ad avere rispetto di te stesso, stai costruendo le pareti del tuo sepolcro.”
Infatti: “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà”. (Giovanni: 12,25); “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà” (Mc 8,34-35).
Cito questi passi della Bibbia perché il sistema violento che ci uccide si nutre del nostro denaro e della nostra codardia, perché so che agire con coraggio, provando ribrezzo del vivere come schiavi o complici dei mercanti di morte, sottraendo loro il nostro denaro e ogni collaborazione, toglierà loro la forza che oggi hanno e, inevitabilmente, ne provocherà la caduta e il decesso.
Questa cosa è ben nota a chi gestisce il sistema, infatti, ogni volta che, mettendo mano al portafogli, diamo loro denaro e potere riceviamo, in cambio, stampata in basso sullo scontrino, una finta “buona motivazione” con cui tacitare la nostra coscienza.
“Pensa al percorso che compie ogni moneta che finisce nelle tue tasche, meditando su questo imparerai molte cose.” (M.K.Gandhi)
Affidiamo alla Grande Distribuzione Organizzata, cioè supermercati, ipermercati, ecc, gran parte delle monete che passano nelle nostre tasche. In cosa si trasformano questi soldi? In quali tasche finiscono?
Pochi sanno, e quasi nessuno dice, che le multinazionali illegali calabresi, leggi ‘ndrine ‘ndranghetiste, ma non solo, hanno nel loro arsenale anche armi atomiche. (vedi: Commissione bicamerale ciclo rifiuti, 21/04/1998).
Moltissimi invece sanno che supermercati e ipermercati, all’estero ma anche nel Nord e soprattutto nel Sud d’Italia, sono le principali vie di trasformazione del denaro sporco in finanza ufficialmente pulitissima che compra banche e politici, e piega interi sistemi statali alla volontà di poche famiglie criminali.
Eppure la grande distribuzione organizzata ingrassa, e domina il commercio, grazie alla menzogne preparateci dai mercanti di morte, una delle quali è: “Al supermercato si risparmia!”.
Infatti, ieri, ho risparmiato qualche moneta, comprando la passata di pomodoro nel supermercato invece che dal mio amico contadino, persona onesta, coltivatore diretto, come si dice oggi.
Per quanto strano possa sembrare, quelle monete che non ho speso, insieme a quelle che hai risparmiato tu nel resto d’Italia, hanno misteriosamente contribuito a comprare i proiettili della notte di San Silvestro, l’esplosivo che spaventa la mia città, le droghe che hanno avvelenato la vita di amici che non ci sono più, la monnezza che appesta mezza Italia, il dolore e la pena degli schiavi nelle campagne del meridione e nelle fabbrichette del Nord, la fame e la sete dei poveri di mezzo mondo, la bomba H che sta qui vicino a casa mia.
A conti fatti, per ogni moneta che risparmio così, ne pago almeno altre dieci, e cento ne pagheranno i miei e i tuoi figli.
Quando?
Quando chiederemo un prestito, quando cercheremo lavoro, quando ci serviranno delle cure mediche, quando andremo a scuola, quando ci servirà un posto al camposanto, quando compreremo  la nuova TV tridimensionale o altre cose, tra cui gli psicofarmaci o, ad esempio, la cocaina distribuita dalla ‘ndrangheta in tutta Europa, per dimenticarci della montagna di violenza che sovrasta la nostra società, di cui anch’io sono responsabile.
Ti sembra risparmio, questo?

 

Homepage

 

   
Num 88 Febbraio2009 | politicadomani.it