Pubblicato su politicadomani Num 86 - Dicembre 2008

Itinerari Amendolara

Fra mare e collina, la cittadina calabra il cui nome profuma di mandorle, offre ai visitatori il fascino della scoperta

di Rocco Laviola

Amendolara si estende su una superficie di 64,18 chilometri quadrati, ad un’altitudine di 274 metri sul livello del mare e conta una popolazione di circa 3.200 abitanti, sparsi nel centro storico, nella Marina e qua e là per il territorio.
L’origine del nome è medievale e proviene da Amygdalaria, Lamendolara, Mandolara, Mendularia, Mennulara, ... Amendolara. Nel simbolo della città è raffigurato un albero di mandorlo con alla base tre mandorle disposte a ventaglio su un campo rosso con sopra una corona turrita ed ai lati un ramo di alloro ed uno di quercia, legati da un nastro tricolore.
Il territorio è situato tra il verde del bosco di Straface alle pendici del Dolcedorme e l’azzurro del mitico Jonio, fra gli oleandri del torrente Avena e quelli del Ferro.
Dal mare al monte si susseguono una serie di pianori ove nell’antichità si sono sviluppate le civiltà che vanno dal periodo preistorico fino ai giorni nostri.
Il territorio di Amendolara fu abitato dagli Enotri nel Rione Vecchio, dai Greci in contrada S. Nicola, dai Romani in località Lista; vennero, poi, in questa località i monaci basiliani, che abitarono grotte eremitiche nei pressi delle chiese e cappelle bizantine che vi fondarono.
Durante il medioevo furono costruiti la chiesa di S. Maria, la chiesa di S. Margherita Vergine e Martire, attuale chiesa Madre, il castello normanno-svevo, le chiese di S. Lucia e di S. Giovanni,
le cappelle dell’Annunziata, di S. Giuseppe, di S. Berardino ed altre ancora.
Durante il trecento e il quattrocento ad Amendolara già cominciava a fiorire la vita comunale essendo eletti dai cittadini gli amministratori che dovevano governarla.
Nel 1521 fu fondato il Convento dei Domenicani che con il Castello sarà centro propulsore della vita della comunità.
Nella prima metà del XVI° secolo gli Amendolaresi rivendicarono i primi diritti sulle terre confiscate durante il feudalesimo. Le contese e le lotte tra feudatari e comune durarono circa duecento anni finché agli inizi del settecento i terreni passarono in parte al demanio comunale ed in parte allo Stato, che successivamente li mise in vendita mediante asta pubblica. Intanto i piccoli appezzamenti di terreno si ingrandirono e diventarono delle “masserie” che vennero acquistate da famiglie di alto ceto, le cui abitazioni erano i palazzi signorili tuttora esistenti.
Nella prima metà dell’ottocento Amendolara ha dato in campo politico un’altra manifestazione di quel dinamismo e primato culturale che la distingueva da oltre quattro secoli. Sono sorti, infatti, allora i primi focolai del pensiero liberale, che in pochi anni sfociarono nella creazione di un vero e proprio Circolo ispirato ai principi della Giovane Italia.
Gli aderenti al Circolo, detto “Chiesa del Pennino”, si riunivano nel Convento, tenuto allora dai Frati Minori Osservanti e da lì divulgavano le nuove idee rivoluzionarie ed intraprendevano iniziative per sabotare il potere costituito. Nel medesimo periodo si assisteva al dilagare del brigantaggio e fra i tanti atti vandalici che vennero commessi vi furono il saccheggio di chiese e del Convento da cui furono sottratti documenti ed oggetti preziosi.
Nella seconda metà dell’ottocento, con l’Italia ormai unita, si verificava, a causa della povertà, la prima grande emigrazione verso l’Argentina. È allora che vennero costruite la linea ferroviaria e la strada rotabile dal paese alla Marina.
Nel novecento, fra le due guerre mondiali, si assistette all’incremento dell’economia agricola, oltre che con la coltivazione dei cereali e delle olive, anche con quella dei piselli che si sarebbe diffusa in maniera sensibile e redditizia per tutto il territorio.
Dopo la seconda guerra mondiale l’emigrazione, oltre che verso l’America Latina, si diresse verso l’Italia settentrionale e le nazioni del centro Europa, avvenimento che contribuì negli anni sessanta-settanta ad incrementare lo sviluppo edilizio, che ampliò il paese favorendo il sorgere di numerose attività commerciali, locali di ristoro ed edifici pubblici.
Negli anni sessanta iniziarono le ricerche da parte del medico Vincenzo Laviola, dell’Università di Lille e di quella della Calabria per studiare gli insediamenti che, nel corso dei secoli, sono sorti nel territorio. I reperti sono ora esposti nel Museo Archeologico Statale di Amendolara.
Attualmente il paese si sviluppa in basso verso la Marina, che si estende ad est e ad ovest lungo la S.S. 106 Jonica e dove sorgono centri artigianali, commerciali e balneari oltre ai locali per accogliere turisti e visitatori.

 

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