Pubblicato su politicadomani Num 81/82 - Giugno/Luglio 2008

Mezzogiorno
Uscire dalla desertificazione sociale. Si può
Modernizzare la attività tradizionali e innestare qualcosa di nuovo, di forte e di specifico per rimettere in moto lo sviluppo. Il caso Benevento

di Marco Vitale
(Economista d'impresa. Il testo è tratto da un articolo scritto per Economia italiana, 18 Giugno 2008)

Stavo studiando i dati dell'economia della Campania e nello studiare i dati dell'economia della provincia di Benevento mi sono accorto di una cosa strana. I dati sociali ed economici di medio periodo erano decisamente cattivi (dati sulla popolazione, sul valore aggiunto pro-capite, sull'occupazione e disoccupazione e simili). Ma se si prendeva una serie più breve, diciamo due - tre anni, questi dati incominciavano a segnare una inversione di marcia. Segno che era successo qualcosa di giusto e che questo qualcosa di giusto incominciava a dare i primi frutti. Allora mi sono incuriosito e sono andato a fare un giro a Benevento e nella sua provincia.
La provincia di Benevento con 290 mila abitanti e 2000 kmq. circa, è la più piccola e meno abitata provincia della Campania. Per il 55,2% è territorio di montagna per il 44,8% di collina. Avellino fa parte dell'Appennino campano (l'antico Sannio che tanto filo da torcere diede ai romani). Al di là della piacevolezza del territorio, il Sannio fa parte di quelle aree appenniniche che sembravano avviate ad una irreversibile povertà e a lungo si è parlato di desertificazione sociale, fenomeno che ha colpito molte zone del paese, comprese molte zone alpine. Si è parlato di questo fenomeno in relazione a ben 2830 comuni italiani, pari al 35% degli stessi. La dorsale appenninica presentava le tipiche criticità connesse alla marginalità e inesorabile spopolamento: incremento dell'indice di invecchiamento, emigrazione dei giovani, riduzione delle aziende agricole, perdita di tipicità ed identità locali, cioè proprio quelle risorse strategiche sulle quali si potrebbe innestare una reazione. Siamo di fronte al classico serpente che si mangia la coda. Nel 2000 le province di Benevento e Avellino e, sull'altro versante, di Campobasso e Foggia, dando prova di creatività istituzionale, stipulavano degli accordi per una progettazione e azione comune in relazione ai problemi comuni propri del territorio, la dorsale appenninica centro - meridionale. Da allora è iniziata una lenta opera di ricupero basata innanzi tutto sul territorio e sulla qualità ambientale dello stesso. In primo luogo è stata la popolazione a valorizzare il territorio, riqualificando casali, avviando piccole trattorie e agriturismo, riproponendo antichi prodotti di qualità. Ma questa azione è stata sostenuta dagli amministratori locali che hanno fatto di ciò un indirizzo strategico ed hanno avviato una precisa azione di marketing territoriale; si è incominciato a parlare del beneventano come giardino, come nuova Umbria. E ciò ha innestato un significativo movimento di insediamenti e di turismo provenienti soprattutto da Napoli.
Ma accanto a questa, per così dire, modernizzazione del tradizionale si è innestata una vera e propria innovazione, un salto qualitativo. Queste azioni riescono solo se esiste una forte leadership che a Benevento era rappresentata dal presidente della Provincia. Questi ha spinto per la creazione dell'Università del Sannio, impostata con un taglio di ricerca spinta e che è oggi l'unica università meridionale che entra nella parte alta della classifica degli atenei impegnati nella ricerca. Ha poi creato, con la collaborazione di enti americani, uno dei centri di monitoraggio territoriale via satellite più avanzato in Europa ( il monitoraggio territoriale via satellite è di enorme utilità per mille usi - dal controllo degli incendi, al monitoraggio delle coste, delle frane e via dicendo - ), con un campus di giovani di molte nazionalità. Questo contesto ha attirato un piccolo ma qualificato numero di aziende high tech che hanno aperto sedi a Benevento. Tutto questo trattiene e anzi attira giovani creativi. Così Benevento ha modernizzato i prodotti della sua agricoltura tradizionale, ha avviato un turismo enogastronomico e di mezza montagna locale ma significativo, ha la sua ottima università , ha avviato attività high tech nei servizi e nella produzione. E tutto ciò ha bloccato la desertificazione sociale dell'Appennino campano. E la storia continua, con l'apertura a Benevento dell'Alta Scuola Nazionale della magistratura.
Mi è sembrata una storia particolarmente interessante perché afferisce un territorio di mezza montagna del nostro difficile mezzogiorno che sembrava avviato alla desertificazione sociale e perché ogni volta che dico (anche nelle zone di montagna del Nord escluse dal grande turismo) che bisogna modernizzare le attività tradizionali ma, al contempo, innestare qualcosa di nuovo, di forte, di specifico, vedo in giro tante facce incredule e scettiche. Benevento mi aiuta, dimostrando con i fatti che si può.

 

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