Pubblicato su politicadomani Num 81/82 - Giugno/Luglio 2008

Pecunia non olet
La gallina dalle uova d'oro
Dietro 14 anni di paralisi e milioni di tonnellate di rifiuti ci sono immensi profitti legati alla vendita di servizi ed energia e ai certificati verdi sui quali si accumulano contributi e plusvalenze

di m.m.

I rifiuti in Campania sono una gallina dalle uova d'oro per l'Impregilo, la multinazionale titolare della gestione rifiuti nella regione, a cui è affidata anche la costruzione degli inceneritori.
Per ogni tn di rifiuti bruciati c'è un contributo statale (Cip 6) di 55 euro, che per 8 milioni di tn stoccate fanno 440 milioni di euro. Ma c'è di più. Nelle due centrali a biomasse di San Salvatore Telesino e di Reino in provincia di Benevento, il Piano Energetico Nazionale prevedeva una centrale da 8 MW. Sono state invece finanziate dalla Regione Campania, con i fondi P.O.R. 2000-2006, due centrali per un totale di 22 MW, molto di più di quanto possono produrre le tre provincie di Benevento, di Avellino e di Salerno. È in questa sproporzione che sta il gigantesco affare. L'enorme quantità di biomasse sarà garantita dall'intera regione e, se ancora non fosse sufficiente, "l'impianto avrà facoltà di fare ricorso anche a materiali di scarto di cicli produttivi nel campo agricolo, forestale o distruttivo e/o di trasformazione, sempre rientranti nella categoria delle biomasse a matrice vegetale".
Chiariamo. Dice il Dlgs del 29 Dicembre 2003 [art. 2, lettera a)]: "per biomasse s'intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani". È quindi biomassa la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani trasformati. La Provincia di Benevento comunica di volere dotarsi di impianti di "pellettizzazione" dei rifiuti - uno per ogni ambito territoriale dei consorzi di RSU (Rifiuti Solidi Urbani) - in modo da trasformare le "ecoballe" in "Pellet", che è combustibile assimilabile alle biomasse. Qual'è il vantaggio? Le biomasse, oltre a produrre, bruciando, preziosa energia, hanno come valore aggiunto i contributi statali sotto forma di "certificati verdi". Ogni MWh di energia prodotta dalla combustione delle biomasse avrà un prezzo e la produzione sarà incentivata da contributi fra loro cumulabili (incentivi che, naturalmente, pagheremo in bolletta). Inoltre, i cosiddetti "certificati verdi" previsti per le energie rinnovabili (alle energie idriche, solari ed eoliche, con le leggi finanziarie 2007 e 2008, sono state aggiunte le biomasse), che permettono l'accesso ai contributi, sono veri e propri titoli di scambio sui mercati finanziari. Così, fra emergenza smaltimento, ricavi per la vendita di energia e mercati finanziari, le montagne dei rifiuti campani si trasformano in oro.
Rifiuti-ecoballe-biomasse-energia-certificati-mercato-finanza, ecco la sequenza criminale che esiste dietro questi 14 anni di impotenza che hanno ridotto la Campania alla più grande discarica a cielo aperto dell'Europa. Ecco inoltre perché, invece di intraprendere con decisione e coraggio la strada della raccolta differenziata e della trasformazione dei rifiuti, si è scelta quella delle discariche e degli inceneritori che faranno della regione, già devastata, il teatro di un imminente, drammatico disastro ambientale per avvelenamento delle acque e dell'aria.

 

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