Pubblicato su politicadomani Num 81/82 - Giugno/Luglio 2008

(Dis)Informazione
Anno Zero, ultimo atto
La trasmissione di Santoro chiude con i rifiuti di Napoli, il decreto immondizia e le cave di Chiaiano. Fatti salvi Vauro e Travaglio, il bilancio di quest'ultima puntata é da gettare nella spazzatura

di Maria Mezzina

Giovedì 5 giugno 2008, ore 23:30. L'ultima vignetta del solito graffiante Vauro chiude in modo emblematico l'ultima puntata di "Anno Zero": un primo piano di Santoro, inquadrato a mezzobusto per nascondere un popolare gesto scaramantico un po' volgare. All'origine della feroce vignetta di Vauro ci sono: il ritorno del popolare giornalista-presentatore dopo un lungo periodo di "quarantena"; l'ultimo trionfo elettorale di Berlusconi; la scelta di Santoro di occuparsi di storie televisive piuttosto che di impegnarsi in politica (dopo l'epurazione del 3° governo Berlusconi, Santoro era stato eletto al Parlamento europeo, ma ha rinunciato all'incarico).
Tema della puntata: i rifiuti di Napoli, le cave di Chiaiano e il decreto del Governo sui rifiuti.
C'era di che riempire abbondantemente ben oltre i 90 minuti previsti dal palinsesto di Rai2. Eppure la trasmissione ha lasciato l'amaro in bocca e un profondo senso di insoddisfazione. Arroganza, superficialità e banalizzazione hanno lasciato in ombra aspetti fondamentale dei temi e dei fatti oggetto della trasmissione. Perfino Marco Travaglio, giornalista coraggioso, serio, puntuale e preciso, è parso a disagio.
Nella puntata del 5 giugno, oltre agli ospiti in studio, ci sono stati una intervista e tre collegamenti: con Casal di Principe, con la piazza del presidio a difesa delle cave di Chiaiano e con Parigi. L'intervista, forse la parte più interessante della trasmissione, era con il fratello di Michele Orsi, l'imprenditore legato al clan camorristico dei casalesi, ucciso per avere iniziato a rivelare responsabilità e complicità fra amministratori pubblici, politici e camorra sull'affare rifiuti in Campania. Gli spunti di discussione e di analisi emersi nei collegamenti (peraltro mal preparati, specie quello dalla piazza del presidio di Chiaiano, dove sarebbe stata necessaria la presenza di un conduttore molto più efficace ed esperto della volenterosa ma giovanissima e inesperta Borgomeo) non sono stati né efficaci né puntuali; e neppure sono stati ripresi in studio per un confronto serio e onesto sulle tematiche che erano state sollevate.
Debole il collegamento da Casal di Principe: che ci siano persone oneste e corrette in una zona sia pure ad alta densità di camorra dovrebbe essere un fatto incontrovertibile anche senza la testimonianza di un volontario e di un'insegnante con i suoi ragazzi.
Particolarmente inutile il collegamento da Chiaiano. Chi era sul posto ha detto che è stato scelto di far parlare i giovani lasciando in ombra voci e testimonianze di esperti, come oncologi e geologi, che sulla questione Cave adibite a discariche avrebbero potuto dire una parola autorevole.
Il tema della tutela della salute è stato affrontato con l'intervento di una donna, madre e contadina, giustamente preoccupata della salute dei propri figli e del futuro dell'azienda di famiglia. Un intervento emotivo di trascurabile impatto sociale rispetto agli studi e ai dati che avrebbero potuto portare sia l'oncologo sia il geologo.
Sul tema rifiuti pericolosi è intervenuto un giovane del presidio che, citando l'articolo 9 del decreto del governo, ha letto ma non ha spiegato il significato di alcuni di quei 12 codici CER che compaiono nei commi 2 e 3 dell'articolo (altri 10 codici CER si trovano, con il loro carico di misteriosa indeterminatezza, nell'articolo 8, commi 2 e 3). Nessuno gli aveva spiegato che in Tv, per essere incisivi ed efficaci, è necessario esprimere tutto con estrema chiarezza in 30 secondi.
Migliore l'intervento del giovane universitario sui sistemi di smaltimento alternativi e sulla raccolta differenziata che la popolazione è pronta a fare da subito ma che è bloccata dalle amministrazioni. E tuttavia, non c'è stato neanche un accenno di approfondimento sulle cause dei ritardi, sulle ragioni della incapacità e della non volontà delle amministrazioni - che hanno portato Napoli e la Campania al disastro - ad attivarsi per una qualsiasi forma di raccolta differenziata. Un silenzio inspiegabile e colpevole che si è perpetrato nello studio di Anno Zero, senza alcuna sollecitazione da parte di Santoro ad approfondire la questione.
È nel collegamento da Parigi, con il Prof. Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto pubblico all'Università Federico II di Napoli, tuttavia, che Santoro ha mostrato i suoi limiti di conduttore e di giornalista togliendo bruscamente la parola al professore che stava cercando di spiegare la pericolosità del decreto legge 90 del 23 maggio 2008 sui rifiuti in Campania. Il professore aveva già pubblicato su internet il 3 giugno le sue preoccupazioni su tale decreto, che appare chiaramente illegittimo e pericoloso, una sorta di legge marziale che sospende leggi ordinarie, diritti costituzionalmente riconosciuti e normative inderogabili europee che si rifanno ai principi sanciti dal diritto internazionale e si basano sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e sulla Carta europea dei diritti fondamentali. È possibile che Santoro non si fosse "preparato" a questa intervista con il professore. Certamente non è stato capace di guidarla in modo da farne risaltare l'importanza. Una responsabilità che pesa tutta sul conduttore il quale si è rivelato incapace (incapace?) di comprendere appieno la gravità del provvedimento, o forse, più realisticamente, si è mostrato troppo preoccupato di "salvare" il suo programma piuttosto che deciso a fare informazione autorevole e corretta.
Non serve e non ci piace una Tv gridata e sensazionalistica, né possiamo sopportare una Tv reticente o, peggio, asservita a interessi specifici. Vogliamo una Tv pubblica che sia un servizio pubblico, e che faccia informazione vera e non pilotata.
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