Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

La Decima Musa
Water
Storia di Chuya, la moglie/vedova bambina, che sconvolge l'ordine stabilito della comunità, trascinando le altre donne a mettere in discussione, certezze e stili di vita

di Teresa Braccio
(Direttrice del Centro Comunicazione e Cultura Paoline)

Film d'apertura del Toronto Film Festival 2005. Nominato a 9 Genie Awards (gli "Oscar" canadesi) e vincitore poi come miglior fotografia, colonna sonora e attrice protagonista. Vincitore del Valladolid International Film Festival e del Vancouver Film Critics Circe. Premio Bulgari 2006 per la libertà di espressione.
Candidato all'Oscar 2007 come miglior film straniero.
La regista Deepa Mehta è stata premiata con il Taormina Award for Cinematic Excellence.

Il film
Water, della regista indiana Deepa Mehta, conclude una personale trilogia sugli elementi acqua, fuoco e terra. È un'opera singolare e coinvolgente, ambientata nell'India del 1938 segnata profondamente dalla figura di Ghandi e dai cambiamenti che portarono alla fine del predominio inglese. La storia rivela la condizione delle mogli bambine, sposate per procura, che rimaste vedove devono passare il resto della loro vita nella casa delle vedove, in preghiera e penitenza, senza potersi più risposare. Una tradizione religiosa indù del tempo, infatti, concedeva alle donne rimaste vedove solo tre possibilità di scelta: farsi bruciare sulla stessa pira del marito, sposare un cognato, passare il resto della vita separate da tutti, in una clausura molto simile ad una prigione. Il film narra la storia di Chuya, una bambina di otto anni che, andata in moglie e subito rimasta vedova senza neanche aver conosciuto il marito, viene allontanata brutalmente dalla famiglia e portata nella casa delle vedove. Ma la piccola Chuya sconvolge l'ordine stabilito della comunità, trascinando le altre donne a mettere in discussione le crudeli tradizioni, le loro certezze e gli stili di vita.

 

Per riflettere dopo aver visto il film

La cornice
La cornice in cui si snoda tutta la storia è la casa-prigione le cui regole sono riprodotte nel film con un realismo inesorabile.

Le vedove
Le vedove portate all'ashram bambine, invecchiano vivendo in comune al limite della sopravvivenza, chiuse dentro un ciclo non voluto e costrette a una vita forzata.

L'acqua
Obbligate dalle ferree leggi religiose ad una esistenza imprigionata fra il matrimonio venuto meno e la loro morte, le vedove come l'acqua, e qui torna il significato del titolo water-acqua, rappresentano lo scorrere della vita. Come per l'acqua così anche per loro il passare del tempo è una sorta di ripetizione, di andare e venire verso due sponde prestabilite.

I linguaggi
La musica, i rituali, gli stacchi della macchina da presa, a prima vista non finalizzati allo sviluppo del racconto, stendono sul film un velo religioso che non muta mai.

I significati
Sotto le apparenze e la desolazione che l'opera cinematografica racconta, la regista ci introduce anche nella grandezza dell'animo femminile dove "ognuna può vivere come uno splendido fiore di loto e non lasciarsi sporcare dall'acqua sudicia che ha intorno". Questa innaturalità dell'essere femminile delle vedove, che inizia con la morte di un uomo e finisce con la propria, le rende donne straordinarie.

Una possibile lettura
Con questa opera, la regista Deepa Mehta apre nuovi spiragli su una condizione di disagio femminile che in India, ancora oggi, coinvolge centinaia di migliaia di donne obbligate alla dura osservanza delle pratiche religiose. La forza del racconto cinematografico riesce a proiettarci in un mondo dove convivono, in precario equilibrio, tradizione e modernità. Un mondo osservato con gli occhi non più innocenti di una bimba. Water parla sì delle donne, ma denuncia anche una realtà più ampia: in nome delle religione si possono commettere le più grandi ingiustizie e violenze. La discriminazione è un male che attanaglia tutti i deboli e gli indifesi, coloro sui quali il forte può esercitare la propria supremazia. Guardando il film è facile cogliere la grandiosità della vita di queste donne. Donne sacrificate ai codici religiosi, ma anche artefici di scelte che solo una bambina può immaginare di infrangere. Non sempre il riscatto per la donna è possibile, ma questo film è un segnale di speranza. Una intensa lezione di vita.

 

Note cinematografiche

Genere: Drammatico
Regia: Deepa Metha
Interpreti: Sarala (Chuyia), Lisa Ray (Kalyani), John Abraham (Narayan), Seema Biswas (Shakuntala), Kulbhushan Kharbanda (Sadananda), Waheeda Rehman (Bhagavati), Raghuvir Yadav (Gulabi), Vinay Pathak (Rabindra), Rishma Malik (Snehalata).
Nazionalità: Canada/India
Distribuzione: CDE-Videa/ Warner Bros Italia
Anno di uscita: 2006
Origine: Canada/India (2005)
Soggetto e sceneggiatura: Deepa Mehta
Fotografia (Panoramica/a colori): Giles Nuttgens
Musica: Mychael Danna
Montaggio: Colin Monie
Durata: 113'
Produzione: David Hamilton.
DVD: Euro 19.99
Tematiche: Bambini; Donna; Storia; Tematiche religiose.
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della CEI: Accettabile/problematico/dibattiti

 

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