Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

Contro la "voracità" della Cina
La politica della mano tesa
Per recuperare il tempo perduto e contrapporsi alla Cina, "non più una politica per l'Africa ma una politica con l'Africa", è la nuova strategia dell'Europa

di Costantino Coros

L'Europa guarda di nuovo all'Africa. Dopo sette anni dal precedente vertice euro-africano svoltosi al Cairo in Egitto, lo scorso dicembre, si è tenuto a Lisbona un secondo incontro. L'obiettivo dell'UE è quello di riallacciare i rapporti politici e economici con i Paesi del continente africano. Questo è quanto viene sottolineato nello "Speciale" dedicato ai Rapporti tra Europa e Africa, realizzato dalla struttura della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri (MAE), consultabile all'indirizzo internet www.cooperazioneallosvilippo.esteri.it.
L'Unione Europea ha sentito l'urgenza di riprendere i rapporti con il grande continente per due ragioni: la prima perché aveva trascurato questa realtà geopolitica per troppo tempo e la seconda ragione è dovuta al fatto che in questi ultimi anni ci sono stati dei grandi cambiamenti nel panorama del commercio internazionale, soprattutto determinati dall'ingresso prepotente della Cina nei mercati mondiali. "Con 17 miliardi di euro di aiuti allo sviluppo - si legge nello speciale - che dovrebbero diventare 29 nel 2010, l'Europa eroga oltre il quadruplo degli Stati Uniti (3,5), tredici volte di quanto dà il Giappone (1,3), quasi venti volte più dei 900 milioni della Cina. Nel commercio, è il primo partner con il 32%, seguono gli Stati Uniti con il 29% e la Cina con il 27%. Per quanto riguarda gli investimenti diretti, nel 2005 l'Ue a 15 ha totalizzato 17 miliardi contro i poco meno di 2 miliardi di Usa e i 17 milioni del Giappone.
I dati che riguardano la Cina sono scarsi o assenti, è certo tuttavia che distribuisce pochi doni e molti prestiti nella opacità più completa - sottolinea il MAE - ma sono soldi che arrivano subito, senza lentezze burocratiche e soprattutto senza fare domande e prediche". Dunque, l'Europa aiuta molto l'Africa, ma a causa dell'aggressività dei cinesi rischia di essere tagliata fuori dal commercio con questo continente.
Serve un deciso cambiamento di rotta, che faccia recuperare all'UE il terreno e il tempo perduti. "Non più una politica per l'Africa ma una politica con l'Africa", questo è lo slogan che caratterizza la nuova linea strategica dell'Europa. "La linea ufficiale europea - si legge ancora nel sito della Cooperazione allo sviluppo - è quella dell'accettazione della concorrenza dei paesi asiatici e degli Stati Uniti, perché, si dice a Bruxelles, la concorrenza fa bene a tutti ma in particolare all'Africa.
In realtà la concorrenza cinese ha spiazzato e preso alla sprovvista l'Europa perché nega alla base tutta la politica europea della buona governance, delle finanze pubbliche sane, della democrazia e dei diritti umani. Tutto il contrario di quello che finora ha fatto l'Europa, la quale, peraltro, si muove divisa, in concorrenza con i propri Stati membri, con il risultato che di soldi ne mette tanti, anche troppi. Anche se poi gli investimenti si rivelano spesso inutili o addirittura controproducenti. Peraltro il modus operandi della Cina sui mercati internazionali - spiegano gli esperti del MAE - riflette un universo concettuale e culturale che dagli occidentali può essere definito, con una qualche semplificazione, pragmatico e spregiudicato. La filosofia occidentale si sforza di adattare la realtà all'ideale, al modello concettuale, per la cultura cinese, invece, quel modello non esiste. La realtà è il prodotto delle circostanze e, come tale, in continua mutazione. Ne deriva che - specificano meglio gli esperti - trasferito questo concetto nell'ambito commerciale, si ha che per un occidentale un contratto è un contratto, per un cinese è solo un momento di un processo".

 

Homepage

 

   
Num 80 Maggio 2008 | politicadomani.it