Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

La Pietà dell'Opera del Duomo

 

Il soggetto che domina la produzione scultorea di Michelangelo, durante la vecchiaia, è quello della Pietà, che avrebbe voluto collocare sulla sua sepoltura.
La Pietà dell'Opera del Duomo, così chiamata per la sua collocazione (all'opera del Duomo di Firenze), iniziata nel 1557 circa, fu scolpita a Roma dove l'artista, ormai più che ottantenne, risiedeva abitualmente.
Nonostante fosse già celebrato come maggior artista vivente e molto ricco, viveva da povero in una piccola casa nel centro della città, spinto alla semplicità e dal suo profondo senso religioso.
In questa scultura Gesù privo di sensi è adagiato sulla Madonna che lo sorregge. Sovrasta la figura di Giuseppe d'Arimantea (secondo alcuni Nicodemo), che è forse il suo autoritratto. La figura del Cristo sembra uscire dal corpo di questa figura: forse un riferimento alla sofferenza psicologica che si portava dentro in quegli anni. A sinistra c'è la figura della Maddalena lasciata allo stato di non-finito e completata in seguito da Tiberio Calcagni. Molto diversa dalle altre.
Michelangelo, sempre insoddisfatto dei suoi ultimi lavori, aveva fatto a pezzi la statua (sono visibili i segni delle fratture sul corpo del Cristo, nel braccio e nella gamba sinistra, ed anche sulla mano della Vergine), ma il suo servo aveva salvato i pezzi e in seguito li aveva venduti ad un signorotto locale, che li fece aggiustare. Michelangelo stesso, pentito, ebbe modo di dare consigli al restauratore, e chiuse un occhio sulla fattura scadente della Maddalena.

 

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Num 80 Maggio 2008 | politicadomani.it