Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

Nel cuore di Napoli
La memoria negata
Una piccola chiesa, una grande storia: Sant'Angelo a segno

di Ciro La Rosa

C'è una chiesa situata in pieno centro storico di Napoli, nel Decumano Maggiore, attuale via Tribunali al civico 45, che ha una storia interessante e curiosa.
Venne edificata dai Napoletani in onore di San Michele Arcangelo, poiché in questo luogo nel VII secolo il Vescovo di Napoli S. Agnello, armato del solo vessillo della Croce, e forte dell'apparizione dell'Arcangelo Michele, fermò l'avanzata dei Longobardi che avevano invaso la città. La chiesa venne detta "a segno" per il chiodo infisso nel marmo a testimoniare e ad indicare il limite massimo dell'espansione dei Barbari in Napoli, (in tempi remoti si è sempre usato "segnare" con un chiodo il luogo di un evento memorabile). Oggi del chiodo non vi è più traccia; resta solo la lapide accanto alla porta d'ingresso che ricorda la vittoria sui Longobardi.
Il periodo in cui venne eretta la chiesa non è databile con certezza ma si pensa sia dello stesso secolo VII. Della sua primitiva struttura non c'è più traccia. Colpa di vari restauri e rimaneggiamenti successivi, ultimo quello del 1825 dell'architetto Luigi Malesi.
Le opere d'arte un tempo presenti in Sant'Angelo sono ora esposte nel Museo di Capodimonte, dopo che la chiesa è stata chiusa al culto, dalla metà degli anni '60 del secolo scorso. Si tratta di: una Tavola raffigurante S. Michele Arcangelo, che era posta sull'altare maggiore, opera di Francesco Pagano (attribuita da Monsignor Gennaro Aspreno Galante a Angiolillo Boccadirame nel XV secolo*); un S. Tommaso di Canterbury della scuola del Balducci; la Circoncisione del Bambin Gesù di Simon Vouet del 1623, attribuita al Procaccini*; Santa Rosa, attribuita al Simonelli, della Scuola di Luca Giordano.
La chiesa nel complesso è una interessante testimonianza del rifacimento settecentesco neoclassico di una struttura paleocristiana della quale, però, non rimangono elementi né di spoglio né di stratificazione. L'impronta settecentesca si nota soprattutto nella sobria struttura della facciata esterna arretrata rispetto al piano stradale.
Essa è anche una grande testimonianza dal punto di vista storico perché, ad imperitura memoria, la sua edificazione ferma nel tempo un evento catastrofico della città, quello delle invasioni barbariche.

* G.A. Galante "Guida Sacra della città di Napoli", edizione Del Fibreno, anno 1872

 

Homepage

 

   
Num 80 Maggio 2008 | politicadomani.it