Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

Mostre internazionali d'arte
Dak'Art: lo specchio dell'Africa
L'8a Biennale d'Arte di Dakar, all'insegna della ricerca della propria identità e a difesa della diversità culturale

di m.m.

Una mostra internazionale, una sezione dedicata al design, un laboratorio nel quale improvvisarsi artisti, uno spazio temporale (la prima settimana) per incontri e scambi con gli artisti, una serie di mostre decentrate su tutto il territorio della città di Dakar e il suo interland. Questo ed altro è l'ottava edizione della biennale dell'arte africana contemporanea, la Dak'Art, che durerà un mese, dal 9 maggio fino al 9 giugno.
Non solo artisti africani ma anche (e sono sempre più numerosi) artisti e professionisti dell'arte che hanno scelto l'Africa per la sua cultura, le sue contraddizioni, la creatività della sua gente. Al fondo di questa manifestazione, fortemente sostenuta dal Presidente del Senegal, c'è la consapevolezza che è necessario adoperarsi per lo sviluppo dell'Africa. La Biennale di Dakar non è semplicemente una manifestazione periodica. È luogo d'incontro e trampolino di lancio internazionale per tanti giovani artisti africani. È spazio di riflessione e approfondimento su tante questioni all'ordine del giorno sulla scena mondiale, a partire dalla salvaguardia della diversità culturale, che diventa obiettivo primario.
"Afrique: Miroir?" è il tema della biennale di quest'anno, che ben esprime la volontà di indagare e rappresentare quella che è l'Africa oggi, nella sue relazioni con il resto del mondo. Per un mese 35 artisti di 17 paesi diversi presenteranno le loro distorsioni e percezioni dell'Africa moderna, cercando di rappresentare i riflessi, fedeli o deformati, di un'Africa che, nonostante le difficoltà, cresce, comunica, si apre agli altri continenti. Anche attraverso l'arte e la cultura, anche con un linguaggio moderno. Un modo nuovo di interrogarsi sull'immagine che da fuori si ha dell'Africa, e sul linguaggio che l'Africa stessa usa per definirsi e colorarsi.
È diffusa l'incapacità di comprendere il senso e la cultura di questo grande continente. Incapacità dovuta a cliché, pregiudizi, mistificazioni, agitati di proposito da antropologi ed etnografi. Per questo l'arte africana ha imparato a scrollarsi via questa etichette per mostrare di se stessa un'immagine più vera e non riconducibile caricature. Si tratta di riscoprire e ricostruire nei confronti del mondo esterno la propria identità culturale e politica. L'edizione di quest'anno si propone, infatti, di riflettere sull'urgenza di promuovere la consapevolezza della urgenza di unità politica dell'intero continente. Una unità resa necessaria in un mondo in cui sempre più peso hanno le grandi assemblee politiche ed economiche, la vitalità della circolazione delle informazioni, il peso dell'economia del sapere e delle industrie culturali negli scambi internazionali.
Una realtà, quindi, non solo artistica, non solo culturale al cui budget, quest'anno, ha contribuito anche l'Unione Europea con un finanziamento di 164 milioni di franchi senegalesi, che copriranno in parte anche l'organizzazione di Dak'Art Off, destinata al grande pubblico.

 

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Num 80 Maggio 2008 | politicadomani.it