Pubblicato su politicadomani Num 80 - Maggio 2008

Una storia di riforme militari: nascita, organizzazione e riorganizzazione dell'Esercito delle Due Sicilie, da Carlo III a Francesco II
Corpi militari nel Regno dei Borbone di Napoli
L'esercito di Franceschiello, definizione caricaturale inventata dai piemontesi, evoca l'idea di un esercito formato da soldati straccioni, infingardi, tutt'altro che ardimentosi e comandati da incapaci. Ovviamente è tutto falso, ma i piemontesi ebbero gioco facile ad imporre la loro opinione, perché sono i vincitori a scrivere la storia (ed i manuali scolastici). La Reale Accademia Militare Nunziatella, nata nel 1787, è ancora oggi una delle più prestigiose scuole militari. La storia dell'esercitoBorbone comincia da lontano e le vicende di alcuni suoi membri valorosi, che dopo l'unità d'Italia nel 1861 non si sono piegati a servire gli italiani, si intrecciano con il brigantaggio meridionale

di Ciro La Rosa

REAL BATTAGLIONE DEGLI INVALIDI
Fu costituito da Carlo III il 16 giugno 1745, per sistemare i veterani, inabili al servizio attivo, che avevano combattuto per la conquista del Regno nel 1734 e contro gli austriaci nel 1744. In seguito vi ebbero accesso tutti coloro che avevano subito menomazioni fisiche che li rendevano non idonei al servizio e non avevano nessuno che potesse prendersi cura di loro. Aveva il compito di presidiare le torri marittime e svolgere compiti d'ufficio o nell'amministrazione militare. Ad esso venne poi aggiunta una "Compagnia di Artiglieri Invalidi", il 12 dicembre 1756, di stanza in Abruzzo.
Nel 1744 la compagnia principale era dislocata a Napoli e in altre città minori nella parte continentale del regno. Nel 1802 venne formato anche un battaglione in Sicilia di stanza a Palermo. Nel periodo dell'occupazione francese dal 1806 al 1815, si formarono due "Case degli Invalidi", una nel Regno di Sicilia per i Borbonici, e una nel continente per i Murattiani. Solo nel 1823, con un decreto del 28 febbraio, si riorganizzarono tutte e due le "Case degli Invalidi", istituendo un solo regolamento: si ebbero così la 1a Casa degli Invalidi con sede Napoli e la 2a Casa degli Invalidi con sede a Monreale in Sicilia.
Per essere ammessi bisognava aver compiuto il 60° anno di età ed essere celibe o vedovo senza figli. Era dispensato dai due requisiti chi aveva ricevuto ferite, fratture o mutilazioni gravi o fosse cieco per cause di servizio o guerra. Erano responsabili del servizio di guardia, della pulizia degli ambienti e dell'assistenza ai compagni ciechi, storpi o mutilati.

REAL BATTAGLIONE DEI VETERANI
Erano molti coloro che desideravano un servizio meno gravoso, dopo un lungo periodo di guerra (come quello del decennio francese 1806-1815). Esistevano già due istituzioni diverse: nell'esercito Murattiano, il "Reggimento Veterani" con sede in Napoli; nell'esercito Borbonico un "Reggimento Guarnigione" con sede a Palermo composto di veterani molti dei quali avevano seguito i Borbone in Sicilia quando Napoli era stata occupata dai francesi. Con il decreto del 21 marzo 1816 i due corpi vennero fusi nel "Reggimento Veterani", con due battaglioni sul continente e uno in Sicilia. Il corpo era riservato a chi aveva almeno 18 anni di onorato servizio, con relativi titoli di merito, ma non avva i requisiti per passare al "Reggimento Invalidi". A differenza degli "invalidi", i suoi membri erano soggetti ai regolamenti dell'esercito per l'amministrazione, la contabilità e la disciplina.

REGGIMENTO DELLA REAL MARINA
Il più antico dei corpi dell'esercito napoletano. Aveva mantenuto intatte le sue tradizioni dalla fondazione, durante il regno di Carlo III a Napoli. Era equiparato al corpo delle "Guardie Reali" ed inquadrato in brigata con il reggimento "Real Cacciatori della Guardia Reale". Nel 1832 fu trasformato da battaglione in reggimento, comandato da un colonnello dell'esercito con un organico di 2.400 uomini, che dovevano saper marciare, fare tutte le manovre della fanteria ed operare come un corpo di fanteria da sbarco, essere a conoscenza di ogni arma sia da fuoco che bianca, e dovevano svolgere tutti i servizi di sentinella sia a terra che a bordo. Custodivano la sala armi, facevano da guardia al deposito viveri, vigilavano sui puniti ed, infine, intervenivano nelle funzioni militari quando a bordo c'erano persone della Real Casa.

BATTAGLIONE CACCIATORI (BERSAGLIERI)
L'élite della fanteria di linea. Continuava con loro la tradizione istituita da Carlo III di disporre di corpi di fanteria addestrata al combattimento in ordine sparso, da destinare nelle zone impervie, fornita di armi maneggevoli e precise, e di grande preparazione atletica. Con R.D. del 25 luglio 1817 si formarono 5 battaglioni di cacciatori, con gli elementi delle compagnie di riserva di alcuni reggimenti che da sei erano passati a quattro compagnie. I cacciatori, detti anche "bersaglieri" (termine coniato non solo per i piemontesi), parteciparono alla lotta politica dei moti costituzionali del 1820/21 e per questo furono sciolti. Al rientro di Ferdinando I, vennero ripristinati con D.R. del 27 giugno e del 4 luglio 1823 con la formazione di 4 battaglioni di "Cacciatori Nazionali". Un quinto battaglione fu costituito il 1 febbraio 1827, sotto la direzione del tenente generale Nunziante. Decisa l'abolizione dell'unico battaglione del 2° reggimento "Siciliano", gli uomini che vi appartenevano, volontari e ufficiali che avevano acquistato il grado (pratica in uso in Europa sin dal XVII secolo) formarono il 6° battaglione Cacciatori, con D.R. del 3 gennaio 1828. " Ferdinando I per ricomporre l'armata nazionale per togliersi dall'occupazione austriaca ordinò la costituzione di due reggimenti siciliani, per motivi finanziari concesse i gradi subalterni a tutti i nati in Sicilia che avessero a proprie spese equipaggiato compagnie e plotoni "(Roberto M. Selvaggi, "Nomi e volti di un esercito dimenticato", pag. 54). Un 7° battaglione venne costituito (R.D. del 24 giugno 1840), a partire dal 1° luglio 1840, con gli uomini delle compagnie di riserva degli altri battaglioni di Cacciatori. Un battaglione, la "Croce di Malta", fu inviato in alta Italia nella guerra d'indipendenza del 1848, e, infine, un 9° battaglione venne formato il 5 gennaio 1859.
I "Bersaglieri" costituivano la migliore specialità dell'esercito delle due Sicilie: ammirati e stimati dagli avversari, lo stesso Garibaldi lodò il loro valore. Si batterono con vigore anche nei momenti più difficili e furono i primi a dare una dura lezione ai garibaldini nel settembre 1860 a Caiazzo, con il 6° Cacciatori al comando del tenente colonnello Ferdinando La Rosa, che nell'impresa fu ferito a morte.

GENDARMERIA REALE
L'istituzione militare introdotta dai francesi nel Regno di Napoli fu mantenuta senza variazioni dai Borbone ed estesa anche in Sicilia. Composta di unità a piedi e a cavallo, ebbe compiti sia di ordine pubblico che di giustizia militare, simili a quelli degli odierni Carabinieri (che discendono dai Gendarmi Piemontesi). Dipendevano per l'ordine pubblico dal Ministero dell'Interno, per il servizio di Forza Armata, organizzazione e addestramento dai Comandi Militari. In caso di guerra seguivano l'esercito operante con compiti di Polizia Militare agli ordini di un Ufficiale Superiore detto "Gran Prevosto". Il corpo fu ristrutturato al ritorno dei Borbone con D.R. del 13 settembre 1816: la Gendarmeria a Cavallo assunse il nome di "Corpo della Gendarmeria Reale a Cavallo" venendo considerata il primo corpo di cavalleria; le unità a piedi furono organizzate in "Corpo dei Fucilieri Reali", sempre come primo corpo di fanteria.
Pur conservando un'amministrazione separata erano soggetti alla disciplina e alle ordinanze militari. Per farne parte occorrevano requisiti più selettivi di quelli previsti negli altri corpi. Necessari: "prestanza fisica" con statura minima di 5 piedi e 3 pollici (m.1,70) per la fanteria, e 5 piedi e 4 pollici (m.1,72) per la cavalleria; garanzia di moralità e fedeltà; saper leggere e scrivere; buona condotta morale e politica; e, in seguito, non essere stati licenziati dall'esercito nei moti del 1820/21.
Si apparteneva al corpo per distinzione, privilegio e premio. Anche i "veterani" particolarmente qualificati potevano farne parte. In Sicilia vi era la sola "Gendarmeria a Piedi" giacché le "Compagnie d'Armi" vi prestavano analogo servizio rispetto all'arma a cavallo. Con D.R. del 16 febbraio 1831 l'arma fu riorganizzata. Il 15 marzo 1848, in seguito alla pressione dei liberali, furono abolite sia la Gendarmeria che la Gendarmeria Veterana - erano ritenute troppo "reazionarie", fedelissime cioè a Casa Borbone - e fu creata la "Guardia di Pubblica Sicurezza". I migliori elementi della ex Gendarmeria costituirono 2 reggimenti, uno di fanteria e l'altro di cavalleria detti "Carabinieri Reali" con D.R. del 17 aprile 1848. La Gendarmeria fu ripristinata il 16 dicembre 1852, lasciando in essere sia la Pubblica Sicurezza che i Carabinieri Reali, e poi, con D.R. del 2 agosto 1859, fu nuovamente potenziata.
Alla caduta del Regno, avvenuta con la conquista da parte dei piemontesi nel 1861, i "Gendarmi " vennero incorporati nei "Carabinieri Reali dell'Esercito Italiano". Alcuni ufficiali, però, non vollero servire con gli Italiani e passarono nelle file dei "Briganti", continuando la guerriglia fino alla loro cattura o cadendo in combattimento.

 

Scala gerarchica dell'esercito delle Due Sicilie

UFFICIALI GENERALI
Capitano Generale
Tenente Generale
Maresciallo di campo
Brigadiere

UFFICIALI SUPERIORI
Colonnello
Tenente Colonnello
Tenente di Re (facente funzione di Colonnello addetto alle piazzeforti)
1° Maggiore
2° Maggiore

UFFICIALI INFERIORI (SUBALTERNI)
1° Capitano (Capitano Comandante)
Capitan Tenente (Comandante di Compagnia)
2° Capitano (solo in alcuni corpi)
Tenente, 1° Tenente, Guardiano dei corpi politici (reparti logistici)
Sottotenente, 2° Tenente
Alfiere, (simile al sottotenente di prima nomina)
1°, 2°, 3° Aiutante
Portabandiera (Fanteria), Portastendardo (Cavalleria)

SOTTUFFICIALI
1° Sergente, Sergente Maggiore, Maresciallo d'alloggio nel periodo francese 1806/15
2° Sergente, Brigadiere nel periodo francese 1806/1815
Foriere

GRADUATI DI TRUPPA
Cadetto
Caporale
Carabiniere
Soldato: 1a, 2 a, 3a classe

 

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