Pubblicato su politicadomani Num 79 - Aprile 2008

Cose di casa nostra
Europaradiso, un affare da Commissione Antimafia
La Calabria è una regione a vocazione turistica. Il denaro pubblico europeo è caduto finora a pioggia. Eppure essa rimane il fanalino di coda delle zone depresse dell'UE, nonostante certi mega-progetti. Oppure proprio a causa di questi

di Silvio Nocera

C'è in Calabria una vicenda, tra il comune di Crotone, la Regione e il "Comitato Europaradiso" e "Insieme per la città", che tiene banco da qualche anno, a intensità alternata, sui media locali, con comparsate sporadiche su quelli nazionali. Si tratta del "Villaggio Europaradiso", mega investimento da 10 miliardi di euro dell'imprenditore israeliano David Appel. Un faraonico progetto che ha spaccato la cittadinanza crotonese tra sostenitori ed oppositori e contro cui si è nettamente scagliata fin da subito Legambiente. Perché?

UN AFFARE DI MILIARDI
Si tratta del più grande insediamento turistico mai realizzato finora nell'area del bacino Mediterraneo, e dovrebbe sorgere tra la foce del fiume Neto, a nord - la zona fa parte del Parco regionale -, la ferrovia, ad ovest, e la località Gabella, a sud.
Composto da sei strutture alberghiere di prima classe, con 1500 camere per edificio, in tutto 9.000 stanze per circa 60.000 persone, da realizzare in cinque anni. Su 1.200 ettari di macchia mediterranea e 6,5 chilometri di costa, oltre agli alberghi, sono previsti tre campi da golf, un Disney village, parchi acquatici, centri commerciali e uno stadio da 30.000 posti. Il tutto per un totale di 478.000 metri cubi di cemento, da riversare in una ZPS (zona a protezione speciale) ricca di siti archeologici e preziosa per le varietà faunistiche e floreali che ospita.
Ma non é tutto. A margine si dovrebbero realizzare tutte le necessarie infrastrutture destinate al turismo di massa finalizzato alla grande opera: una metropolitana per collegare la foce del fiume Neto (in località Paglianite) con Crotone e l'ingrandimento dell'aeroporto per sostenere un traffico aereo di 50-60 voli al giorno sullo scalo S. Anna di Isola Capo Rizzuto. Tutto ciò per un bacino di utenza di circa un miliardo di persone l'anno.
Un affare gigantesco per la Madpit Group, di David Appel, gruppo a capitale misto svizzero, americano e israeliano, già impegnata in progetti con grandi tourist operator in mezzo mondo. Tramite la Europaradiso International Spa e la Europaradiso Italia Srl, costituite a Crotone il 10 novembre 2004, la Madpit aveva già dato avvio al progetto firmando con le amministrazioni locali i contratti preliminari di acquisto dei terreni.
Dal 18 febbaio 2005, data in cui il progetto è stato presentato nel Comune di Crotone, c'è stato un rimpallino continuo di avanzate e ritirate. Un valzer dell'assurdo che ha visto contrapposti Comune, Provincia e Regione tra autorizzazioni concesse e ritirate, regolamenti catastali, piano regolatore, direttive comunitarie e interrogazioni parlamentari finché il progetto, il 5 marzo 2007, non è stato definitivamente accantonato perché "nettamente contrastante, assolutamente incoerente con le linee politiche di sviluppo del sistema turistico alberghiero. Non compatibile con la scelta di coniugare il miglioramento della qualità ricettiva e della capacità attrattiva con la valorizzazione delle risorse del contesto ambientale crotonese", ha detto l'Assessore regionale al Turismo, Nicola Adamo.

CHI É MISTER APPEL?
Classe 1950, studia a Magdiel, una delle scuole Youth Alyha in Hod Hasharon (Israele), istituite per accogliere ed educare i bambini e i ragazzi ebrei sottratti alle persecuzioni naziste. All'età di 20 anni entra nel Likud (partito conservatore israeliano) dove stringe importanti amicizie con i futuri influenti politici israeliani. Nel 1975 apre un negozietto che presto diventa una catena nazionale. Socio della Seven Up Company di Gaza (una multinazionale delle bibite - Pepsi e Coca Cola, per intendersi - attualmente di proprietà della Cadbury Schweppes Americas Beverages, che l'ha comprata dal gruppo Carlyle), nel 1977 vende la sua catena di negozi e apre una compagnia di general contracting (gruppo di intermediari per la costruzione di edifici e infrastrutture) assieme a Shalom Ganish. Ottenuto il riconoscimento ufficiale dallo Stato di Israele, comincia a realizzare le costruzioni previste dalle politiche abitative dell'Housing Ministry israeliano.
Tra il 1983 e il 1986 la Procura Generale di Israele pone l'azienda di Appel sotto accusa per avere ripetutamente violato la legge. Accuse che cadono nel 1997. Nel 2003 l'affarista viene citato in giudizio per corruzione e pratiche affaristiche disoneste. L'accusa è quella classica, voto di scambio: la promessa di rielezione di candidati in cambio dell'approvazione di alcuni progetti. Nello scandalo sono coinvolti anche Nehama Romen, direttore del Ministero dell'Ambiente, Oded Tal, Amministratore delle terre di Israele, ed altri personaggi del mondo politico.
Nel 2004 è indagato nell'ambito del processo per l' "affare dell'isola greca". Si tratta dello scandalo in cui venne coinvolto anche Ariel Sharon. Appel aveva convinto Gilad Sharon, figlio dell'ex Primo Ministro Israeliano, con cui intratteneva rapporti di affari, a chiedere al padre, allora Ministro degli Esteri, di intervenire per convincere le autorità greche ad autorizzare la costruzione di un complesso turistico nell'isola di Patroclo, in cambio di una consulenza per il marketing dell'operazione di tre milioni di dollari. L'accusa di corruzione sarebbe caduta qualche mese più tardi per motivi di opportunità politica. Infatti Sharon è costretto a presentarsi davanti ai giudici per essere ascoltato sui suoi rapporti con David Appel proprio nei giorni dell'evacuazione delle colonie ebraiche dai territori palestinesi. Menachem Mazuz, Procuratore Generale dello Stato, dice che c'erano elementi sufficienti per un rinvio a giudizio. Ma il processo non c'è mai stato perché una condanna di Appel avrebbe portato alle dimissioni di Sharon, provocando in Israele una crisi politica che lo Stato in quel momento non poteva permettersi.

INTANTO IN ITALIA
Il Comitato Europaradiso
Nonostante i precedenti di Mister Appel, le proteste degli ambientalisti e la successiva pioggia di veti diretti e indiretti posti dalla Regione Calabria, i cittadini di Crotone (o, almeno, parte di essi) vedevano in Europaradiso una fonte inesauribile di opportunità per creare ricchezza e sviluppo: soldi, lavoro, investimenti, crescita, riqualificazione urbana, apertura culturale, turismo. Quel turismo, soprattutto, che poteva finalmente trasformare il crotonese, destinato da decenni ad essere sito industriale di un'industria che non si è mai sviluppata.
Tuttavia, la piega presa dalla vicenda non convinceva i crotonesi che, a seguito delle prime avvisaglie di mancanza di trasparenza e di farraginosità burocratica, si erano costituiti in "Comitato Europaradiso" a difesa del progetto. Con la mobilitazione popolare, l'originario gruppo di lavoro è diventato un vero e proprio strumento legale (con avvocati, ingegneri, geologi, ragionieri, operatori turistici, pubblicisti, ecc.) all'interno dell'Associazione "Contrade nord-insieme verso il futuro", impegnata nella valorizzazione dei territori della zona nord della città.

Le interrogazioni parlamentari
In un lungo articolo pubblicato su Repubblica in merito alla vicenda Europaradiso, si mettevano a nudo i trascorsi giudiziari dell'imprenditore israeliano e si rendeva noto lo status di Parco Regionale della foce del fiume Neto (protetto anche come SIC, Sito di Importanza Comunitaria), in netto contrasto con l'ipotetica edificabilità dell'area. A seguito dell'articolo, Grazia Francescato dei Verdi e Francesco Caruso di Rifondazione Comunista portavano il caso Europaradiso all'attenzione del Parlamento.
Violazione della direttiva europee sulla tutela dei siti protetti, stipula di contratti preliminari di acquisto di aree non edificabili, utilizzo illecito di fondi previsti per imprenditori stranieri che intendono investire in Italia, le accuse.
Chiamata in causa, la Sopraintendenza dei beni architettonici e paesaggistici in Calabria affermava di "non aver ricevuto alcun progetto e, dunque, di non aver intrapreso alcuna istruttoria in merito al progetto Europaradiso". Risultava tuttavia, a seguito di un esame dei documenti relativi all'iter procedurale fra i quali c'erano alcune planimetrie del progetto - richieste a livello informale al Comune di Crotone -, che l'intervento sarebbe ricaduto entro la ZPS. Alcune onlus e Legambiente chiedevano allora alla Commissione Europea di aprire una procedura di infrazione contro la Regione, avendo essa approvato il PRG di Crotone senza avere prima richiesto la Procedura di incidenza ambientale.

La relazione della Commissione Parlamentare Antimafia
Intanto il progetto Europaradiso era entrato nell'ambito dell'inchiesta "Poseidone" della Procura di Catanzaro. A questo punto il Ministero di Grazia e Giustizia apriva le indagini presso la Direzione Investigativa Antimafia. Insomma, oltre al danno ambientale e agli illeciti amministrativi, c'è il sospetto di truffa ai danni dello Stato e dell'Europa, di dirottamento di fondi pubblici da parte di un occulto comitato d'affari e di infiltrazioni della criminalità organizzata finalizzate, fra l'altro, al riciclaggio di denaro sporco. Accuse pesantissime sostenute da indagini bancarie effettuate dal Reparto Operativo dei CC di Crotone e dalla DIA di Catanzaro che chiamano in causa esponenti della malavita locale, con nomi e cognomi, conti bancari sui quali sono stati scoperti passaggi milionari di euro, operazioni capaci di giustificare questi passaggi (come appunto accadrebbe per la realizzazione di Europaradiso perchè l’opera si sarebbe dovuta finanziare con Fondi di investimento internazionali, attraverso passaggi di denaro da una società all’altra), in un "habitat" favorevole a queste operazioni, privo cioè di quei vincoli e di quelle regole di trasparenza (politica e amministrativa) che avevano, invece, fatto naufragare un'operazione simile in Grecia.

LA REAZIONE
Sia Appel, sia il Comitato difendono il progetto. Il Comitato denuncia un muro di gomma istituzionale che intende lasciare Crotone in condizioni di sottosviluppo. Che è "il terreno di coltura ideale della mala politica, questa sì, infeudata alla 'ndrangheta", dicono. Appel ha annunciato misure legali per difendere la su reputazione e quella della sua società. Il progetto definitivo, ridimensionato per problemi di fattibilità e incompatibilità, sarà oggetto di una grande campagna di marketing per informare la gente su tutte le operazioni prevista dall'investimento e sulle sue ricadute sul territorio, ha assicurato Radi Rosenstock, portavoce di Appel.
Le proteste del Comitato e le minacce di Appel non modificano però le convinzioni di Francesco Forgione, Presidente della Commissione Antimafia.
Ci sono in archivio, "i documenti, citati nella relazione sulla 'ndrangheta, della Dna, delle forze dell'ordine e della magistratura calabrese che rendono ampiamente conto degli interessi poco chiari che si sono mossi intorno alla vicenda Europaradiso, delle strane coincidenze nelle sedi e nelle persone delle varie società che dovevano occuparsi della realizzazione e gestione del progetto, della poca trasparenza di tutta la procedura amministrativa", dice Forgione, che aggiunge: "Appel dovrebbe meglio informarsi sulle regole del nostro sistema istituzionale, diverse da quelle del suo paese d'origine.Forme di terrorismo mediatico non solo non turbano chi scrive, ma non possono avere alcuna interferenza sulla sovranità del Parlamento Italiano".

 

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