Pubblicato su politicadomani Num 78 - Marzo 2008

La veglia di preghiera ecumenica
Sentinella, a che punto è la notte?

 

C'erano tutti i cristiani, cattolici, ortodossi ed evangelici, oltre 500 persone, alla veglia di preghiera per la libertà e la democrazia in Calabria:. Con i loro raprresentanti: Mons. Cornelio Femia, per la Chiesa Cattolica, padre Nilo Cadonna, per la Chiesa Ortodossa, il pastore Pino Imperitura, per la Chiesa Evangelica.
Tre ore di grande intensità - dalle nove a mezzanotte - in Santa Maria di Portosalvo a Siderno, sono trascorse con canti, preghiere, lettura sacre dall'Antico e dal nuovo Testamento, letture dalle encicliche (la Gaudium et Spes) e dai documenti dei Vescovi, testimonianze e riflessioni.
"Contro un potere mafioso che permea di sé sia i singoli sia le istituzioni, deve nascere e diffondersi un senso critico capace di discernere i valori e le autentiche esigenze evangeliche. Se da un lato inquietano certe accuse di connivenza tra settori della criminalità organizzata e responsabili della cosa pubblica ai vari livelli, dall'altro risalta, specialmente per il cristiano, la necessità dell'impegno nella polis, come espressione della carità e dell'amore che il credente vive in Cristo. La carità politica, appunto, e i frequenti casi di corruzione ci spingono non solo a sollecitare la politica al recupero del valore di servizio, ma ancor più ad esortare i cristiani a non disertare questo servizio, pur quando esso significhi sacrificio e rischio per la propria vita". Sono i Vescovi calabresi che così esortano i cristiani ad assumersi responsabilità difficili e definitive contro la criminalità organizzata e i politici collusi. "Impegno nella polis" anche a "rischio per la propria vita", dicono esplicitamente. Un impegno raccolto dai giovani della Locride del Consorzio Sociale Goel, che sono cresciuti nella speranza e nella fiducia per il loro futuro a partire dal progetto Policoro. Un progetto nato in ambito Cei, dopo il grande Convegno di Palermo del 1995, quando su incarico della Conferenza Episcopale Italiana, il Vescovo Bregantini, che dal Trentino è approdato in Calabria, è stato capace di creare attorno alla partecipazione dei giovani negli oratori, nelle associazioni, nei gruppi giovanili di ogni genere, una grande coscienza civile e la voglia di riprendere nelle proprie mani il loro destino. "Accompagnare i giovani perché reggano la sfida del fascino del facile guadagno, della delega deresponsabilizzante". È questo, ha detto Mons. Bregantini nel Convegno della Caritas calabra del 2007, il compito delle chiese e delle comunità in Calabria. Parole ripetute come un monito nella veglia solenne del 29 febbraio. "Accompagnare vuol dire impegnarsi con loro negli oratori perché siano spazi di crescita civica e spirituale [...] nei gruppi giovanili, nei circoli culturali, nelle associazioni sportive. Cioè ogni forma di aggregazione che si fa subito responsabile partecipazione anche alla cosa pubblica". Non sono solo parole o buoni propositi. I giovani di Bregantini si sono dati da fare creando cooperative e, con queste, lavoro onesto, fuori del sistema mafioso imperante, anzi "prezioso nella lotta contro la mafia".
C'è di più. "Non è il lavoro in sé che strappa dalla mafia. È troppo poco, perché anche la mafia dà lavoro. Ma è il lavoro in cooperativa, in una cooperativa motivata e rimotivata eticamente, che rende liberi nei confronti della malavita. Anzi, dalla nostra esperienza, è vitale passare dalla cooperativa al consorzio, che rafforza la singola cooperativa, è anello di congiunzione con altre zone della Calabria e di tutta Italia, in un intreccio che si fa sicurezza, solidarietà anche economica, sostegno conoscitivo dei mezzi di liberazione dalla paura e dallo scoraggiamento". Ecco, allora, come da una semplice fiammella se ne possano accendere tante altre e tutte insieme fare luce e sconfiggere il buio. È questo il senso del gesto finale della veglia: tanti lumini sono stati accesi l'uno con l'altro, con le fiammelle che passavano di lumino in lumino, nel buio sceso sull'assemblea in preghiera. Dopo la veglia sono stati portati di fuori, ostinatamente ancora tutti accesi, e hanno rischiarato il sagrato e la strada davanti alla chiesa. Conforto e simbolo, nella notte ancora fredda, di luce e speranza per la Calabria, per l'Italia tutta, per ciascuno di noi.

 

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Num 78 Marzo 2008 | politicadomani.it