Pubblicato su politicadomani Num 78 - Marzo 2008

Come si alimenta la mafia
Quel meccanismo perverso
I giovani della Calabria si organizzano: decodificare il sistema per spezzare il controllo sociale della 'ndrangheta, ridare speranza e creare lavoro

 

"Sapete ormai tutti qual è la nostra storia. Con padre Giancarlo Bregantini (a cui rinnoviamo la nostra profonda gratitudine) e con tanti amici in Calabria abbiamo iniziato un cammino di speranza, convinti che è possibile voltar pagina nella nostra regione.
Dal nostro "fare" abbiamo iniziato a riflettere, analizzare e decodificare l'oppressione in cui eravamo immersi. Abbiamo capito che il mancato sviluppo della nostra regione era sopratutto determinato da un sistema intelligente che produceva precarietà e ne faceva la manutenzione sistematica. Abbiamo capito che a governare questo sistema erano la 'ndrangheta e le massonerie deviate. Ci siamo resi conto che esiste un preciso meccanismo di controllo sociale.
La 'ndrangheta e le massonerie deviate collocano i loro uomini nei posti chiave attraverso cui la nostra gente deve passare per soddisfare i propri bisogni quotidiani. Per cui se qualcuno ha bisogno di un posto di lavoro, di un prestito, di un'autorizzazione importante, di cure sanitarie dignitose, di sicurezza nella propria attività imprenditoriale o nel proprio podere agricolo, allora deve rivolgersi a "loro". In cambio, tra le altre cose, viene richiesto il conferimento del voto, personale e della propria famiglia. I voti così estorti vengono "pacchettizzati" e offerti ai partiti e ai loro candidati più importanti. Chi "comprerà" questi voti dovrà a sua volta ripagarli sia facendo fare carriera politica ai referenti della 'ndrangheta e/o delle massonerie deviate sia affidando loro altri posti-chiave da cui si potranno controllare altri bisogni della gente.
E il ciclo ricomincia...
È per tale ragione che la 'ndrangheta e le massonerie deviate ci hanno aggrediti, hanno tentato di
intimidirci, diffamarci, lusingarci. Abbiamo certamente disobbedito nel nostro lavoro alle loro regole. Ma la controffensiva seria contro di noi è partita quando abbiamo "decodificato" il loro sistema, quando abbiamo smascherato le responsabilità della precarietà in Calabria.
Da quel momento mons. Bregantini e tutto il nostro movimento di cooperative sociali, che fanno parte del Goel e di Calabria Welfare, è stato sotto assedio. E noi abbiamo risposto espandendo la nostra rete dentro e fuori della Calabria, facendo nascere uno strumento così importante come Comunità Libere".

[Dall'intervento di Vincenzo Linarello, Presidente del Consorzio Sociale Goel e portavoce di Comunità Libere il 1 marzo 2008 a Locri]

 

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