Pubblicato su politicadomani Num 77 - Febbraio 2008

Piccole mostre
Metamorfosi: da foto a "chiazze"
A Marano di Napoli la provocazione di un fotografo che, giocando con il contrasto e la saturazione del colore, sfida il pennello dei pittori

di m.m.

Tesori nel cassetto. Piccole perle sparse, come di collana i cui fili logorati dall'usura e dal tempo hanno finalmente lasciato libere. Sono spesso sorprendenti le opere che risultano dal lavorio lungo di ingegni nascosti. A ben vedere in molti c'è almeno una passione coltivata negli anni ma un po' segreta, celata quasi di proposito, pudicamente. È il caso di "Metamorfosi", la personale fotografica di Pasquale Lamitella a Marano di Napoli, piccolo centro dell'interland partenopeo. L'esposizione ha luogo nella Galleria Primavera della cittadina (Corso Italia n° 33), presso la sede del centro culturale Arianna, dal 9 al 22 febbraio.
Pasquale Lamitella, di cui i nostri lettori avranno (forse inconsciamente) imparato ad apprezzare le immagini proprio su questo periodico - visto che è lui a curare la fotografia di politicadomani - è uno di questi artisti "maturi". C'è nelle sue immagini il gusto della interpretazione del mondo delle cose e degli oggetti, a cui si avvicina con grazia e delicatezza. La sua scelta cade spesso su soggetti del mondo rurale, specie del Sud, della Calabria: oggetti e persone rispetto ai quali le scelte estetiche puntano sulla composizione, sui contrasti fra luci ed ombre, sui chiaroscuri, sull'armonia dei colori. Un'armonia spesso reinterpretata, grazie alle infinite possibilità che offre la fotografia digitale ad essere manipolata, fino a trasformare la realtà in una visione di sogno: una fantasia della mente più vicina alle fantasticherie della pittura espressiva moderna che non alla fotografia classica. È quanto accade in questa mostra il cui titolo, nelle intenzioni dell'artista, rappresenta una provocazione: vedere nella natura macchie di colore e sfidare con la fotografia la rutilante ricchezza cromatica della pittura. Tuttavia, nel caso di Lamitella, questa trasformazione ha come punto di partenza proprio la bellezza delle forme e dei colori dell'immagine originale.
Lamitella espone in uno spazio minuto dove, però, si incontrano artisti di rilievo che si muovono in ambiti diversi: pittura, musica, poesia, fotografia. Ciò avviene in un contesto, quello di Marano di Napoli, che - come ogni città di provincia - stenta a trovare una dimensione artistica e culturale: un ambiente asfittico e indifferente in cui si muovono tuttavia personaggi che credono nell'arte, ne fanno uno strumento di espressione personale e non si rassegnano alla apatia - reale o apparente - che sembra dominare. Grazie al loro impegno si organizzano eventi che, anche se hanno luogo in un contesto piccolino, un microcosmo, non meritano l'aggettivo di "minori": se non altro perché il pittore, il musicista, il fotografo, il poeta (più o meno noto che sia), che di volta in volta è il protagonista dell'evento, nell'opera che espone o che propone ha riversato il meglio della sua sensibilità.
Pasquale Lamitella è sempre stato un appassionato di fotografia. Solo negli ultimi tempi, però, ha trasformato questa sua passione in impegno artistico. Il tema della "natura" è uno dei suoi preferiti, accanto a quello della "memoria" e dei "volti", segnati dal tempo e dalla vita. Mai ovvio o banale, ha il gusto della ricerca del particolare e l'abilità di trasformare l'oggetto e il soggetto più umile in protagonista assoluto, principe e sovrano, al centro della scena: un cardo in fiore sul punto di rilasciare al vento i semi piumati; bacche avvizzite su un ramo spoglio; un fiore che si fa strada improvviso e solitario fra le trame di un tessuto fatto di foglie cadute; le trasparenze di un rovo e il gioco a rimpiattino della luce; una cascata di rami vestiti di un manto di foglie autunnali. Questi oggetti di una natura minima, che già l'occhio del fotografo aveva interpretato a suo modo attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, sono stati ulteriormente reinterpretati dalla fantasia dell'artista, che si è servito delle infinite possibilità di trasformazione del file immagine digitale, giocando sulla saturazione dei colori e sui contrasti. Il risultato è una collezione di fotografie che aprono tante finestre su un mondo onirico fatto di macchie di colore in cui le più comuni forme della natura, un albero, delle bacche, un ramo, delle foglie, dell'acqua che scorre, si trasformano in "chiazze", un tripudio di luci e colori.

 

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