Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007

Cava d'estrazione visibile d'arte
"Santa Barbara free and open project"
La santa dei minatori diventa protettrice degli artisti contemporanei

 

Dal profondo delle miniere così come dal profondo dell'umano. Istinto e ragione, cuore e coscienza, sensazioni, ricordi, aspirazioni, desideri, rimpianti, dolori, impulsi e passioni. Questo ed altro ancora - come la follia di Van Gough o le visioni di Dalì - proviene da quel profondo di artista e si trasforma in tratti e colori, forme e scatti. Una trasformazione che è una transumanza perché si nutre della visione degli altri e agli altri si vuole trasmettere. Messaggio o impulso, è esigente perché è lì a chiamarti e ti chiede attenzione.
Si è svolta dal 4 al 14 dicembre la seconda cava d'estrazione visibile d'arte, il "Santa Barbara free and open project", un movimento "mosso da una idea di rete collettiva e condivisa di libera ricerca artistica e svincolata da leggi mercantili e mode imposte", si legge nel manifesto della mostra.
"Una annuale e dinamica cava d'estrazione snodata su di un territorio transnazionale, dove liberamente si aprono e chiudono cantieri cave di libera ricerca, gestiti direttamente dagli artisti.
Il progetto parte da una piattaforma di raccordo condivisa, democratica e partecipata, all'interno della quale non esistono leader o figure accentratrici, né strutture di sistema piramidali o verticistiche, ma solo portavoce individuali di un malessere poetico ed artistico collettivo e globalizzato, anime creative mosse da utopiche ed oniriche istanze collettive, volenterose di esercitare liberamente senza nessun vincolo politico, modaiolo o mercantile la propria ricerca ed essenza poetica, etica, estatiche ed estetica.
In quest'ottica prospettica ogni singolo artista curatore aderente al progetto diventa un cunicolo donchisciottesco d'estrazione artistica ed un collegamento mobile e movimentista tra diverse gallerie cunicoli sotterranei".
Segue la rivendicazione della protezione di Santa Barbara, protettrice dei "minatori artistici" che si muovono nel sottosuolo e nell'invisibile. Il cantiere è ispirato alla figura della Santa protettrice dei minatori artistici e di chi "si muove nel sottosuolo e nell'invisibile sommerso dalle logiche di mercato delle gallerie private".
Fiera la rivendicazione degli obiettivi della mostra: dare visibilità ad opere realizzate sotto la spinta della ricerca artistica, da artisti lontani per necessità o per scelta dal "glamour" dell'arte fatta sotto i riflettori della celebrità prezzolata; ricerche individuali che non riescono ad emergere perché schiacciate dal conformismo diffuso e imperante imposto da riviste di arte contemporanea come "Flash Art", tutte orientate in senso commerciale.
Sono ben 84 gli artisti "vettori" della seconda cava, segno di vivacità e voglia di esprimersi, "primavera di una nuova era dell'arte contemporanea".
Fra i coordinatori e i curatori del progetto : Francesco Dau, Domenico Di Caterino, Gennaro Ippolito, Giovanna Donnarumma.
La mostra si svolge a Napoli (4-14 dicembre), in via Domenico Soriano 34, presso l'Officina creativa LineaDarte.

 

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