Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007

Ricerca e sviluppo
Processi innovativi
Non tutti gli investimenti in ricerca e sviluppo generano innovazione, non tutta l'innovazione nasce dalla ricerca. Bene il Mezzogiorno polo di conoscenza e attrazione di risorse

 

La situazione del Paese
145 mila piccoli imprenditori, pari a un quarto di tutte le aziende manifatturiere e informatiche con meno di 20 addetti, investono il 13% del monte ore lavorate e ben 1,8 miliardi l'anno per la competitività del made in Italy, valore questo che rappresenta il 19% delle spese aziendali.
Fra le imprese considerate, con un numero di addetti inferiore a 20, che dichiarano di svolgere attività di innovazione, il 42,6% realizza attività di ricerca anche in modo informale, mentre oltre il 73% utilizza processi e tecniche di produzione innovativa, il 63,5% si dedica all'innovazione di prodotto e il 61,5% introduce nuovi materiali nei propri cicli produttivi.

Il "cambio di passo" del Mezzogiorno
La nuova programmazione dei Fondi strutturali riaccende le speranze per vedere finalmente avviata una fase di aggancio delle regioni meridionali ai flussi di crescita nazionali ed europei.
Il "cambio di passo" deciso per questo nuovo ciclo, risulta in linea con le strategie messe in atto da Bruxelles per rendere l'Unione europea l'area più avanzata sul piano della conoscenza a livello mondiale nei prossimi anni. Il Quadro strategico nazionale, comprensivo di cofinanziamento nazionale e risorse del Fondo aree sottoutilizzate prevede per l'insieme delle regioni meridionali un volume di poco superiore ai 100 miliardi di euro.
La discontinuità necessaria del nuovo periodo di programmazione 2007-2013 trova conferma anche nell'adozione del programma "Ricerca e competitività" in cui il Ministero dell'università e della ricerca e il Ministero dello sviluppo economico ne condividono il coordinamento. Gli interventi possono contare su 6,2 miliardi di euro da spendere nel settennio in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia (le regioni dell'obiettivo Convergenza) e sono orientati all'integrazione delle dinamiche di sviluppo che provengono dalla ricerca e dall'innovazione e che guardano prioritariamente alla capacità di attrazione di risorse e investimenti.

Memorie digitali: l'innovazione che guarda al passato
Solo da pochi anni in Italia gli audiovisivi sono oggetto di progetti di recupero e valorizzazione secondo un'ottica per lo più aziendale, orientata alla salvaguardia dei propri materiali d'archivio per fini commerciali. Una salvaguardia con una forte e indiscutibile valenza culturale che ha spinto anche le istituzioni ad occuparsi direttamente del fenomeno. La regione Lazio è leader per l'audiovisivo italiano con circa il 40% degli occupati dell'intero comparto. Il 42% delle imprese del settore rilevate afferma di possedere un archivio organizzato di materiale audiovisivo. Il dato è particolarmente significativo se si riflette sulla parcellizzazione a cui è stato sottoposto il comparto che oggi conta un 20% di imprese individuali ed un ulteriore 28% costituito da imprese con un numero di addetti inferiore a 5.

La pubblica amministrazione "on line"
Nell'erogazione on line di servizi pubblici di base, disponibili per i cittadini, l'Italia si colloca poco al di sotto della media europea (rispettivamente il 36,4% e il 36,8 %), ed è in dodicesima posizione nella graduatoria dell'Unione europea a 25 Stati. L'Isola di Malta detiene il valore più elevato nella realizzazione dei servizi on line per i cittadini con una percentuale dell'83,3%, seguita dal Regno Unito (80%), dall'Austria (70%) e dalla Svezia (63,6%).

La risposta dei cittadini
Sull'utilizzo di servizi di e-government da parte dei cittadini, l'Italia con il 16,1% si colloca al diciannovesimo posto nella graduatoria; il valore medio europeo è pari al 23,8%.
Per contro si verificano livelli interessanti di utilizzo di servizi pubblici disponibili on line per le imprese, in tal caso l'Italia occupa il terzo posto della graduatoria europea con l'87,5%, ben al di sopra della media europea (67,8%); è preceduta dall'Austria (100%) ed è a pari livello con Belgio, Danimarca, Spagna, e Svezia. Quanto all'utilizzo di servizi di e-government da parte delle imprese l'Italia raggiunge il terzo posto della graduatoria con l'86,5%, preceduta dalla Danimarca (87,3%) e dalla Finlandia (92,8%).

[Comunicato stampa, Censis]

 

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