Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007

Arte
Piccole mostre, grandi valori
Dietro tante manifestazioni artistiche e culturali, organizzate per far conoscere e per sostenere progetti in favore delle popolazioni o di singole comunità del terzo mondo, ci sono motivi di sostegno ad artisti che fanno fatica ad emergere nel mondo esclusivo e un po' patinato dell'arte e della cultura ufficiali dominanti

 

Scienza, letteratura ed arte sono da sempre le vie maestre dell'incontro di popoli e nazioni. Alla base della ricchezza di una cultura ci sono vivacità, creatività, capacità di accoglienza e disponibilità a farsi in qualche modo "contaminare" da un coacervo di culture "altre" e "diverse".
Nell'attuale situazione di apertura globale, resa possibile dalla moderna tecnologia, non solo le istanze culturali globali diventano patrimonio comune, ma anche le condizioni sociali e politiche di paesi lontani e "distanti" colpiscono il nostro sentire. La risposta al richiamo alla solidarietà e alla fratellanza si realizza in forme diverse. Manifestazioni culturali, artistiche, teatrali, progetti editoriali, e perfino eventi fieristici e commerciali sono spesso occasione per rispondere alla richieste di aiuto provenienti da un mondo che stenta ad emergere dal suo stato di bisogno. Aiutare queste popolazioni non solo significa mettere in atto i concetti di solidarietà e di fratellanza di cui le nostre culture vanno fieri, spesso significa anche tentare di rimediare a situazioni di ingiustizia di cui siamo direttamente o indirettamente responsabili a causa di scelte recenti o antiche.
Mettere a disposizione un po' della ricchezza prodotta per favorire questi processi di avvicinamento culturale e di esercizio di solidarietà significa, anche, sostenere per via indiretta tanti artisti e tante realtà che sono fra loro collegate nel nome dell'arte e della cultura.
È questo il senso del fiorire di moltissime manifestazioni di dimensioni medie, piccole e anche micro che arricchiscono le nostre città e i nostri centri e che riempiono di volontà di fare tanta gente che non si arrende al grigiume della chiusura e della omologazione. Manifestazioni, come quella di cui ci scrive Francesco Trapani, un giovane artista di Marano di Napoli.

30 ARTISTI PER IL BENIN
16 novembre 2007, si inaugura a Napoli, in via San Domenico Soriano, la mostra d'arte "30 Artisti for Benin". La mostra è finalizzata al finanziamento di centri di alfabetizzazione informatica nelle scuole pubbliche del Benin, un progetto condiviso dai dieci Distretti Rotaract d'Italia (i giovani del Rotary) sotto l'egida del Rotary International. Un modo per diminuire il "digital divide" che separa le popolazioni dei paesi più poveri dalle opportunità di crescita e di sviluppo che sono legate all'uso delle tecnologie avanzate.
Le trenta opere, donate dagli artisti, hanno trovato spazio nei locali di "Linea Darte", uno spazio giovane giunto alla terza manifestazione.
La mostra è stata organizzata dal Rotaract Distretto 2100 (Calabria, Campania e territorio di Lauria), l'Officina Creativa "Linea Darte", e l'Associazione "Arianna". La mostra è stata curata da Gennaro Ippolito per la fotografia, da Giovanna Donnarumma per l'allestimento dell'esposizione e da Imma Maddaloni per l'organizzazione.
Vivace l'impatto visivo delle opere in mostra. Gli artisti, provenienti da tutta Italia, con una lieve prevalenza dalle regioni meridionali, hanno esposto incisioni su tavola, olio su tela, carta recuperata, tecniche miste e svariate. Insomma, libera interpretazione del mezzo espressivo. In una sezione della mostra alcune foto in formato "20 per 20", provenienti da una precedente esposizione tutta giocata sul numero "20" (una piacevole e simpatica novità), hanno suscitato lo stupore dei visitatori.
Ha presentato i lavori il critico d'arte Angelo Calabrese e sono intervenuti rappresentanti dell'Unesco e della Croce Rossa campane, critici d'arte e direttori di museo.
Le espressioni dell'arte contemporanea, perseguite con caparbietà, debbono poter puntare su posti storici rilevanti per essere visibili. L'arte contemporanea, intesa come pura espressione dell'essere se stesso dell'artista di fronte agli altri, è diversa da quella commerciale che, invece, deve soddisfare le richieste del committente. È più difficile, ma proprio per questo le soddisfazioni sono maggiori: offre infatti al visitatore che sa gustarla e compenetrarsi in essa - un'aspirazione comune a tutti gli artisti - chiavi di interpretazione diverse e perfino opportunità di introspezione psicologica.

di Francesco Trapani

 

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