Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007

Arte italiana del primo novecento
Giuseppe Renda, fra tradizione e rinnovamento
In esposizione al Castel Nuovo di Napoli, dal 18 dicembre al 28 gennaio, opere in parte inedite dello scultore calabrese che fece della vitalità e della gioia il tratto caratteristico della sua arte

 

La mostra "Giuseppe Renda 1859-1939. Fra tradizione e rinnovamento" è la più importante retrospettiva sull'artista di origine calabrese dopo la sua scomparsa (Polistena 1859 - Napoli 1939). L'esposizione, che è promossa del Comune di Napoli, rientra nell'ambito della donazione di 12 sculture che la nipote dell'artista, Gabriella Majolo, volle donare al Museo Civico di Napoli nel 2005, e si svolgerà nella Sala Carlo V di Castel Nuovo dal 18 dicembre 2007 al 28 gennaio 2008.
La manifestazione preannuncia sia l'importante occasione per ammirare l'interessante e proficua attività di Renda, con opere in parte inedite al pubblico e alla critica, sia la ricostruzione del percorso espositivo e artistico dello scultore. Un percorso che qui, per la prima volta, è stato risolto dal dott. Diego Esposito, curatore della mostra, attraverso l'ampia documentazione dell'Archivio Renda, donato interamente al Comune di Napoli dagli eredi dello scultore.
La produzione di Renda si caratterizza per la realizzazione di figurine e mezzi busti in terra cruda o cotta, opere, spesso modelli per fusioni successive e repliche in gesso di bronzi oggi dispersi, che avevano come soggetti principali l'infanzia e il mondo femminile. La sua adesione ai modi del verismo andrà aggiornandosi, alla fine dell'Ottocento, di influenze simboliste e liberty che lo porteranno, all'inizio del nuovo secolo, a distaccarsi completamente dai rigidi schemi della tradizione accademica. Anche la sua tecnica artistica, dopo un iniziale periodo caratterizzato da superfici lisce e curate in ogni più piccolo particolare, evolverà verso soluzioni più pittoriche ottenute attraverso un modellato scabro dal vibrante contrasto chiaroscurale.
L'esposizione delle opere in mostra, provenienti dalle diverse collezioni degli eredi Renda di Napoli, si amplia di importanti prestiti provenienti dal Museo di Capodimonte, dal Museo di San Martino, dalla Galleria dell'Accademia di Belle Arti, dalla Collezione d'arte della Banca Intesa San Paolo e dalla Collezione d'arte della Provincia di Napoli. Fanno parte integrante della mostra anche importanti documenti, attestati di premi e foto d'epoca che ripercorrono la fruttuosa attività dello scultore del cui successo sono testimoni la letteratura dell'epoca e le continue richieste di sue opere da parte di collezionisti di tutto il mondo.
Nel catalogo un saggio di grande spessore scientifico ripercorre la storia della scultura napoletana a cavallo fra i due secoli, con foto di opere di Vincenzo Gemito, Achille d'Orsi, Giovan Battista Amendola, Francesco e Vincenzo Jerace, Raffaele Belliazzi, Domenico Iollo, Rocco Milanese. Ciò allo scopo di ricostruire il contesto artistico-scultore in cui Renda ha lavorato.

 

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