Pubblicato su politicadomani Num 74 - Novembre 2007

Dalla lettera dei Vescovi liguri ai fedeli delle loro Chiese
in occasione del G8
(Genova, 24 giugno 2001)

 

Noi desideriamo farci voce di questi popoli, poveri e giovani. Per loro vogliamo invocare giustizia e solidarietà. Ma la giustizia - pilastro fondamentale e irrinunciabile della convivenza umana - può affermarsi soltanto là dove sono difesi e promossi i diritti umani non solo di alcuni ma di tutti, a cominciare dai diritti dei più deboli ed emarginati. Solo così si può camminare verso la vera democrazia, nella quale tutti godono effettivamente di 'uguaglianza e di partecipazione responsabile.
D'altra parte, la stessa giustizia ha bisogno di un'anima che la vivifichi e la sorregga, e questa non può che essere la solidarietà: una solidarietà consapevole e forte, che non è "sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane", ma "determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti" (Giovanni Paolo II, Enciclica Sollicitudo rei socialis, 38). Una solidarietà che, oggi, nel contesto della clobalizzazione in atto, esige di attuarsi secondo un orizzonte propriamente mondiale.
La giustizia e la solidarietà dovranno, a loro volta, obbedire al principio di sussidiarietà, che sollecita tutti a rispettare e a valorizzare l'intervento delle varie soggettività - di persone, di gruppi e di iniziative - della società civile.

[Link al testo completo della lettera]

 

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