Pubblicato su politicadomani Num 74 - Novembre 2007

Per capire di più
Lente di ingrandimento sul disegno di legge
Uno sguardo nei dettagli della finanziaria 2008 (e qualche riflessione)

di m.m.

Vogliamo qui dare alcune indicazioni più precise dei contenuti della legge finanziaria in modo da offrire al lettore un quadro dei delle strategie adottate. Il disegno di legge deve passare il vaglio del Parlamento e, nel percorso di approvazione, sarà certamente modificato. Tuttavia l'impostazione e le cifre, considerate nella loro globalità, dovrebbero essere sostanzialmente confermate. Alcune considerazioni e valutazioni.

DEBITO E SPESA PUBBLICA
Migliora il rapporto debito/Pil: siamo entro i limiti fissati dall'Europa, in zona sicurezza.
Con la manovra di bilancio 2008 il deficit passa al 2,2% del Pil (era il 2,4% nel 2007) e il debito pubblico scende al 103,5% (era il 105%).
C'è una frenata anche nella spesa pubblica (da cui vanno esclusi gli interessi sul debito pubblico): nel 2008 crescerà meno del 4,5% (era cresciuta del 5% all'anno nella scorsa legislatura). Netto il rallentamento della spesa sanitaria: più 3,7% in media nel 2007 e 2008, contro l'oltre 7% all'anno fino al 2006. Il risparmio di spesa è stato ottenuto senza incidere sulla qualità, razionalizzando e limitando gli sprechi, dice il ministro. Vedremo.
I più attenti ricorderanno come anche in televisione (Report) si sia parlato dello scandalo delle medicine acquistate e pagate secondo un prezzario ufficiale uguale per tutti (obbligatorio), invece di acquistarle sul mercato a un prezzo fino al 40% inferiore. Con un risparmio per alcune strutture sanitarie (e uno spreco per le altre) di centinaia di migliaia di euro.

PREVIDENZA
Quasi 7 miliardi di euro sono complessivamente previsti nel "Protocollo su previdenza, lavoro e competitività". Ci sono misure per superare il cosiddetto scalone e adeguare il nostro sistema pensionistico a quello europeo e ai cambiamenti demografici in atto (gli italiani sono fra i più longevi del mondo, ma i limiti di età per andare in pensione sono rigidi e fra i più bassi d'Europa).
Presenti anche misure a favore dei giovani: il riconoscimento degli anni di università costerà di meno; sarà più facile cumulare periodi di lavoro non consecutivi e maturati in gestioni diverse; aumenta la "contribuzione figurativa" (quei contributi fittizi, cioè, previsti dallo Stato a copertura dei periodi di disoccupazione); aumentano le quote contributive del lavoro parasubordinato.
Nel pubblico impiego non sarà più possibile ricorrere a contratti a tempo determinato per più di due anni. Finalmente una boccata d'ossigeno, soprattutto nella scuola, dove il precariato degli insegnanti, con gli avvicendamenti e i ritardi nell'inizio regolare dell'anno scolastico, ha contribuito non poco al degrado della nostra scuola pubblica.

I COSTI DELLA POLITICA
È uno dei punti negativi di questa finanziaria, dice il direttore di "la Civiltà cattolica". Perché l'appello di Padoa Schioppa, "Troppe Province, troppi uffici, troppi tribunali, troppi parlamentari, lavori svolti magari con scrupolo ma con tecniche superate, o lavori non più necessari", non potrà che risolversi nelle famose "grida manzoniane", cioè nel nulla. Non è pessimismo perché per far approvare ciò che il disegno di legge propone ci sarebbe bisogno di una classe politica del tutto rinnovata nel senso dell'etica e della responsabilità. Molto diversa da quella che, invece, abbiamo.
Un esempio per tutti di cattiva gestione. Nell'ufficio anagrafe del comune di Velletri (55mila abitanti) è in bella vista un cartello che avverte che non si fanno più di 10 carte di identità al giorno. Intanto, per autenticare un certo numero di documenti, su richiesta di un utente, sono state impiegate oltre due ore e mezza fra discussioni, consultazioni, telefonate ad altre circoscrizioni di Roma (almeno due), allo scopo di verificare la legittimità della richiesta e lavoro effettivo. Tutto ciò mentre nell'ufficio anagrafe della IV Circoscrizione di Roma (oltre 200mila residenti e 300mila abitanti) in una mattina si fanno oltre 80 carte di identità; e l'autenticazione di un documento è solo un servizio al cittadino.
Vediamo questa parte del disegno di legge, sperando che non tutto vada perduto.
Riduzione del personale parapolitico, dei consulenti e delle commissioni di studio. Eliminazione dei consigli circoscrizionali per le città con meno di 250mila abitanti. Migliore definizione di comunità montana e immediata cessazione di quelle "fuori norma". Dismissione nelle partecipazioni in società con oggetto estraneo alla attività dell'ente e riduzione dei consigli di amministrazione di società statali e locali (non più, quindi, retribuzioni da nababbi a individui la cui sola funzione è quella di essere presenti nei C.d.a. di società ed enti più o meno prestigiosi). Soppressione immediata di 13 enti pubblici e trasformazione di altri 29.
"Diamoci un taglio netto" è la ricetta del ministro, che va a scontrarsi con una pletora di interessi sui quali si fonda il consenso politico/elettorale.

EQUITÀ SOCIALE
Un certo numero di provvedimenti distribuiti in vari pacchetti (o "missioni") rientrano nell'ambito della equità sociale.
Un bonus di 150 euro a persona (moltiplicato per i componenti del nucleo famigliare), se il reddito è inferiore al minimo imponibile. È una misura prevista, per ora, solo per il 2008.
Per la famiglia ci sono: congedi parentali per i genitori di figli adottivi; estensione ai famigliari delle vittime dei crimini i benefici previsti per le vittime del terrorismo; aumento degli asili nido e servizi per la prima infanzia.
A questi interventi vanno aggiunte le politiche per la casa: 8000 appartamenti l'anno per i prossimi 10 anni; canoni di affitto sostenibili nei comuni con disagi abitativi; aumenta la detrazione Ici per la prima casa per i proprietari con reddito inferiore a 50mila euro; sgravio di 150 o 300 euro (a seconda del reddito) per gli inquilini in affitto (fatta attraverso l'Irpef, o mediante contributo analogo per chi ha un reddito inferiore al minimo imponibile). Il tutto per una spesa complessiva di 2 miliardi di euro.
Sconto fiscale di 300 euro l'anno per i giovani fra i 20 e i 30 anni che affittano una casa, e sconto maggiore per gli studenti universitari.
Poche cose che però, per chi vive di minime cose, sono un aiuto.
Occorre in realtà un cambiamento radicale di mentalità e di prospettiva, e la partecipazione dell'intera società civile, per rimettere in moto il motore di un bene ordinato sviluppo sociale, che non lascia indietro nessuno ed è rispettoso dell'ambiente.

IMPEGNI INTERNAZIONALI E 5 PER MILLE
500 milioni di euro sono stati stanziati per onorare alcuni impegni internazionali; circa 130 milioni vanno al Global Health Fund, per la lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria (un impegno preso durante il G8 di Genova e non sempre rispettato); 100 milioni sono per la forza di pace dell'Onu e per il Tribunale penale internazionale; 224 milioni vanno alle organizzazioni umanitarie che operano a favore dei Pesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda il 5 per mille, la destinazione cioè di una quota dell'Irpef (il 5‰) agli enti del Terzo settore riconosciuti, i 150 milioni stanziati servono a coprire la spesa del 2006, frutto della dichiarazione del 2007. Rimane tuttavia scoperto il 2007, frutto della dichiarazione del 2008.
È in questa esiguità di finanziamenti, sottratti qua e là da altri capitoli di spesa, e nella incertezza della copertura del cinque per mille che il governo mostra i suoi limiti e la sua miopia. Si pensa al Paese come ad una entità chiusa in se stessa, e si è incapaci di affrontare i grandi problemi aprendo alla partecipazione e al coinvolgimento della società civile. Come insegna Zamagni (mirabile il suo intervento a Pisa per le settimane sociali della Cei*), il nostro ben-essere non è avulso dal ben-essere della comunità internazionale e la sorte della democrazia dipende, ormai, dalla capacità che hanno il governo e i vertici di collaborare con le strutture intermedie della società su un piano di parità. Occorrono quindi strategie che sono ancora lontane da quelle proposte. La società civile nelle sue molteplici forme è quindi chiamata a vigilare. Sempre.

INFRASTRUTTURE E MEZZOGIORNO
Quanto al Mezzogiorno, ci sono 2,5 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture: 1 miliardo alle ferrovie per la rete e i nuovi treni del trasporto locale; 215 milioni all'ANAS per le strade; 1 miliardo per le metropolitane di Milano, Roma e Napoli. Il resto va per materiale rotabile in Calabria, per il trasporto sullo Stretto di Messina, per le strade in Friuli.
"Dei quasi 35 miliardi complessivi destinati alle infrastrutture una quota significativa è destinata al Mezzogiorno - dice il ministro - per recuperare la forte riduzione degli stanziamenti per opere pubbliche avvenuta nella scorsa legislatura e la vera e propria amputazione attuata dalla Finanziaria per il 2006".
Non ci siamo. Più che l'entità degli investimenti insufficiente, manca un progetto capace di iniziare a liberare il Mezzogiorno da quella morsa fatta di corruzione, criminalità organizzata ed endemica mancanza di lavoro che lo mortificano. Liberando e dando forza, invece, a quelle realtà positive che esistono numerose nel Sud, e che, se decidono di non emigrare, sono vivacissime e attive in mezzo alla gente.

* pag. 4 e 5 di questo numero

 

Homepage

 

   
Num 74 Novembre 2007 | politicadomani.it