Pubblicato su politicadomani Num 74 - Novembre 2007

Partecipare a Rexpò
Un convegno, una fiera, una missione

di Maria Mezzina

L'impatto è di quelli che si ricordano. La struttura che ci accoglie, alla "Città dei ragazzi", è imponente e, allo stesso tempo, invita al gioco, con i suoi spazi e le fioriere poste lungo il percorso. Sull'edificio bianco tondeggiante, a sinistra dell'ingresso, c'è un'insegna autorevole: Municipio. È qui, dunque, che i ragazzi di Cosenza si esercitano nel difficile compito dell'amministrazione del "bene comune".
Partecipiamo a Rexpò - la fiera delle Responsabilità sociali (coniugate doverosamente al plurale) come espositori e media partner, convinti - noi che veniamo dal Lazio - che questo spazio nel Sud profondo d'Italia sia quello più consono alla nostra storia e al nostro progetto. Non a caso il nome scelto per la nostra cooperativa è quello di "Giorgio la Pira", sindaco amatissimo di Firenze e politico quasi santo.
Con lo stand siamo di fronte all'ingresso della Sala Convegni, dove si svolgeranno i cinque eventi chiave. Davanti allo stand c'è la saletta stampa. Accanto, il manifesto della fiera, un capolavoro di grazia e tenerezza. La fiera tuttavia, quella vera, quella pensata per far conoscere e far incontrare le realtà che nel territorio costruiscono condizioni di bene comune e tessono reti di solidarietà non si trova negli spazi fisici a disposizione degli espositori. È mobile e fluida. È fatta di contatti e di esperienze messe in comune. La visita ai capannoni e agli scrigni colorati è un percorso obbligato per capire il senso di una fiera di questo tipo: perché solo così è possibile rendersi conto di quanto sia vivo il tessuto sociale di queste zone, pur in mezzo a mille difficoltà e contraddizioni.
Il quadro che di solito si fa del Sud è negativo. Troppo. Esiste, in realtà, da queste parti una forza vitale dirompente che si manifesta in mille modi ed è capace di incidere sul territorio, e ancor più sulle coscienze. Una umanità positiva che è una reale minaccia per chi, invece, vuole perpetrare condizioni di insicurezza e di arretratezza. È una forza su cui puntare per costruire reti di solidarietà e di responsabilità. La Calabria, che è al centro del Mediterraneo, dovrebbe essere il motore del Sud e dell'Italia: un ponte fra il mondo emergente che preme sull'Europa e l'Europa stessa dalla Sicilia alla Scandinavia. Una visione, questa della Calabria al centro fra Nord e Sud, che non è nuova e che non appartiene solo a chi in questa terra è nato o ci vive, ma che è stata tradita e profondamente ferita da chi al bene della comunità e del paese antepone il proprio interesse e quello della "famiglia". Un'aspirazione, una missione, che è sempre pronta a risorgere e a camminare sulle gambe di tante gente di buona volontà, del Sud come del resto d'Italia. Purché si stia saldamente insieme e insieme si costruisca, nella diversità delle azioni, un progetto comune che dalla Calabria e dal Sud sappia valicare i confini di questa terra. Che è, in fondo, proprio il motivo per cui siamo venuti a Cosenza. Senza timore di apparire né ingenui né sprovveduti.

 

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Num 74 Novembre 2007 | politicadomani.it