Pubblicato su politicadomani Num 74 - Novembre 2007

Breve storia della Birmania contemporanea

 

Il 4 Gennaio 2008 la Birmania festeggia i 60 anni d'indipendenza dalla Gran Bretagna, dalla quale fu annessa all'Impero delle Indie nel 1886. Durante la Seconda guerra mondiale venne occupata dal Giappone, fino a quando gli Alleati non la riconquistarono. Contribuì alla riconquista la Lega per la libertà delle persone antifasciste, di Aung San. Nel 1948 venne, finalmente, l'indipendenza ma il leader, che tanto si era adoperato per essa, non riuscì a vedere il suo paese liberato e indipendente: fu ucciso un anno prima da avversari politici.
La democrazia durò appena 14 anni: nel 1962 il generale Ne Win la soffocò con un golpe e proclamò "la via birmana al socialismo". I militari promossero una serie di nazionalizzazioni e la collettivizzazione agricola, riducendo sul lastrico l'economia del paese, che sotto l'impero britannico era fra le più prospere dell'area. Soppressero, inoltre, i partiti politici, la libertà di stampa, i diritti civili, e isolarono il paese dalla Comunità Internazionale.
In seguito alla crisi economica (causata in particolare dal rincaro del riso e dalla svalutazione della moneta) e incoraggiate dal vento di libertà che soffiava dall'Est dell'Europa, con la fine della guerra fredda, nel 1988 scoppiarono le rivolte studentesche. Si fece portavoce delle manifestazioni Suu Kyi, figlia di Aung San, tornata in Birmania dopo avere vissuto in Inghilterra. Per sostenere la via democratica, in modo pacifico e non violento, sulla scia di Gandhi, "the Lady" - è così chiamata con rispetto - fondò l'NLD (Lega per la democrazia).
Intanto, ai vertici del potere, il generale Ne Win venne deposto dagli stessi militari, che imposero la legge marziale, repressero duramente le proteste, con una strage di oltre 3.000 morti, ed arrestarono Suu Kyi. Convinti di avere ormai in pugno il Paese, nel 1990 i militari concessero libere elezioni. Vinse l'NLD con oltre il 60% dei consensi, ma l'esercito impedì di formare il governo, il primo eletto democraticamente dopo quasi 30 anni. Il sogno democratico svanì di nuovo, fra l'indifferenza sostanziale e il silenzio dell'Occidente, che si limitò ad imporre inefficaci sanzioni economiche. Alcuni rappresentanti eletti sfuggirono agli arresti e in esilio formarono la Coalizione Nazionale del Governo dell'Unione di Birmania per continuare la lotta per la libertà.
Nel 1991 il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Suu Kyi, che ha trascorso 12 degli ultimi 18 anni fra la prigione e gli arresti domiciliari. Una scelta dolorosa che la piccola donna tenace ha fatto, per stare vicino al suo popolo anziché andare in esilio in Inghilterra, dove avrebbe potuto ricongiungersi alla sua famiglia.

 

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