Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

Spigolature

 

Niente è definitivo in Calabria. Nemmeno le più grandi amicizie e gli odii più esagerati. Gli edifici dell'Università di Arcavacata, parziali e incompiuti; Gioia Tauro; Saline Joniche; la Sir di Lametia; 1'autostrada del Sole, con i suoi interminabili lavori; le case sventrate, non finite e già cadenti, nuove e già in rovina, che hanno ferito in maniera irreversibile i nostri paesaggi, le marine e i monti, i paesi e i grossi centri: sono gli esempi più visibili e dolorosi della "retorica della modernità" e della cultura dell'incompiutezza. Sono i monumenti di una duplice disattenzione: la tradizionale mentalità di rinviare tutto a domani (che però nasceva da reali condizioni di disagio e di precarietà, da un sentimento di attesa e dalla speranza di un mondo migliore) e la moderna propensione a disattendere gli impegni presi, propria dei politicanti e degli affaristi che imperversano dovunque, legata, non più a bisogno, ma ad arraffamenti e arricchimenti facili.

La Cosa nostra che abbiamo imparato a conoscere vive di controllo del territorio e di collegamento col potere politico e finanziario. È questa l'area che dà forza alla mafia e che riceve forza dalla mafia. Cosa nostra potrebbe continuare a vivere senza questi rapporti, però non sarebbe più la stessa organizzazione.

Si, certamente mangiavano. Probabilmente qualche volta eccedevano, però almeno a tavola sapevano starci.

È bastato un giorno senza auto ed è crollato 1'inquinamento. E fare un giorno senza certi politici?

 

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