Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

Lavoro femminile nel mondo
Rapporto in chiaroscuro, più scuro che chiaro
In uno studio dell'ILO, la situazione delle donne lavoratrici: meno della metà degli uomini, impiegate in lavori poveri e sottopagate

di m.m.

Sono 1,2 miliardi su un totale di 2,9 miliardi di lavoratori, e sono donne. Mai così tante. Lo dice l'ILO, l'organizzazione mondiale del lavoro nell'ultimo "Rapporto sulle tendenze globali dell'occupazione femminile. Sintesi 2007", che fa parte del più cospicuo e completo rapporto sulle discriminazioni di genere nel mondo ("Equality at work - Tackling the challenges", marzo 2007) presentato in occasione della giornata mondiale della donna.
Il numero di donne disoccupate nel mondo è cresciuto meno che nel passato e sembra essersi arrestata la drammatica fuga in avanti, sul fronte della disoccupazione, rispetto al decennio 1995-2005. Una piccola nota positiva che si accompagna ad un'altra ancora migliore: in alcune regioni il numero di giovani donne che lavorano ha smesso di crescere ed è anche diminuito perché è aumentato quello delle giovani che, anziché lavorare, decidono di studiare. Notizie discrete anche sul fronte dei salari: è aumentato di cinque punti percentuali, al 47,9% , il numero di donne che hanno un lavoro retribuito. Dieci anni fa era il 42,9%. Avere un lavoro retribuito è per le donne la strada verso l'emancipazione, la porta che si apre verso la libertà.
Diminuisce la disparità fra uomini e donne del tasso di occupazione (del rapporto cioè fra lavoratori e popolazione) un po' ovunque, ad eccezione dell'Africa settentrionale e del Medioriente.
Migliora anche il tasso di alfabetizzazione femminile rispetto a dieci anni fa, anche se sono ancora gli uomini che in maggioranza vanno a scuola e sono proprio le ragazze che per il 60% abbandonano gli studi per aiutare in casa o per andare a lavorare.
Piccoli passi in avanti verso l'emancipazione, ma sono ancora dense le ombre che si allungano su questa "marcetta". Le donne guadagnano ancora di meno rispetto agli uomini, a volte anche oltre il 90% di meno, una disparità di salario che colpisce anche le professioni più tipicamente femminili, quali infermiere e insegnanti. Ancora difficile trovare e mantenere un lavoro: nel 2006 il tasso di disoccupazione femminile è stato del 6,6% rispetto al 6,1% maschile. A livello globale solo il 50% delle donne in età da lavoro (oltre cioè i 15 anni) è impegnato in un'occupazione retribuita, mentre la percentuale maschile è del 70%. Questa percentuale crolla al 20% nei paesi dell'Africa del Nord e del Medioriente. Le donne disoccupate sono complessivamente 81,8 milioni, in aumento di 0,3 milioni rispetto al 2005 e di 15,1 milioni rispetto al 1996 (i disoccupati maschi sono aumentati di 0, 5 milioni in un anno e di 34,2 milioni in dieci anni) in valori assoluti e che sono sempre più numerose le donne occupate in lavori poco produttivi come nell'agricoltura e nei servizi. Ed è proprio qui, nella qualità del lavoro, che sono più evidenti le disparità di genere e più drammatica è la situazione: nel Rapporto del 2004 l'ILO rivela che le donne rappresentano oltre il 60% dei lavoratori poveri del mondo. Si tratta cioè di coloro che, nonostante il lavoro, non riescono ad innalzare se stessi e le loro famiglie al di sopra della soglia di un dollaro al giorno per persona. Una situazione disperata.
Difficoltà nel trovare lavoro; lavori poveri; facilità nell'essere espulse dal mercato del lavoro; salari di gran lunga inferiori a quelli dei maschi nelle stesse mansioni; impiego senza retribuzione nelle imprese famigliari; necessità di conciliare il lavoro con le cure della casa e della famiglia. Sono questi tutti elementi che continuano a tenere la donna inchiodata ad una situazione atavica che la umilia, le impedisce di sviluppare le sue enormi potenzialità e la costringe ad una posizione di sudditanza nei confronti degli uomini e all'interno della società in genere, privandola anche dei diritti più elementari di libertà e autodeterminazione.
Yuan Samavia, Direttore Generale dell'ILO, lancia un grido di allarme, ma indica anche come uscire dalla tragedia: "Nonostante alcuni progressi sono ancora troppe le donne oggi che svolgono lavori mal remunerati, spesso nell'economia informale, senza adeguata protezione giuridica, con scarsa o nessuna protezione sociale e con un livello di precarietà molto alto. Promuovere il lavoro dignitoso come strumento fondamentale per il raggiungimento dell'uguaglianza tra uomini e donne è un percorso che permetterà di aumentare il livello dei salari e di accrescere le opportunità di lavoro per le donne e di far uscire molte famiglie dalla morsa della povertà". Che poi sia proprio questa la strada giusta per riscattare dalla povertà milioni di famiglie lo dimostrano i successi ottenuti dal sistema del microcredito - piccolissimi prestiti dati a donne poverissime, riunite in "cooperative solidali", per iniziare minuscole attività imprenditoriali che, spesso, sono diventate imprese di successo - che si è diffuso in tutto il mondo, sollevando dalla miseria decine di milioni di disperati. Non per nulla a Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri, l'economista del Bangladesh che ha "inventato" il microcredito, è stato assegnato il Nobel per la Pace.

 

Lavoratori poveri nel mondo

Anno

1996

2001

2006*

1996

2001

2006*

 

milioni

milioni

milioni

Percentuale sul totale degli occupati

Lavoratori poveri con meno di 2 dollari al giorno

Mondo

594,6

578,6

507,0

24,0

21,7

17,6

Europa centro-orientale non UE e CIS

12,4

10,3

3,5

7,5

6,2

2,1

Asia Orientale

145,0

147,0

95,0

20,3

19,6

12,1

Asia Sud-orientale e Pacifico

37,4

30,9

29,6

17,0

12,7

11,1

Asia Meridionale

250,8

222,3

196,9

53,8

43,2

34,4

America Latina e i Caraibi

22,9

27,4

27,2

12,1

12,7

11,3

Medioriente e Nord Africa

2,6

3,4

3,5

3,0

3,3

2,8

Africa Sub-sahariana

123,5

137,3

151,3

57,3

56,9

55,4

Lavoratori poveri con meno di 1 dollaro al giorno

Mondo

1.354,7

1.394,1

1.367,8

54,8

52,2

47,4

Europa centro-orientale non UE e CIS

54,5

51,4

18,0

33,0

31,0

10,5

Asia Orientale

442,9

412,6

347,2

61,9

55,0

44,2

Asia Sud-orientale e Pacifico

142,3

148,4

151,6

64,7

61,2

56,9

Asia Meridionale

425,0

458,8

498,2

91,1

89,1

87,2

America Latina e i Caraibi

67,3

72,4

74,5

35,4

33,6

30,9

Medioriente e Nord Africa

35,8

40,5

42,8

41,3

39,5

34,7

Africa Sub-sahariana

186,3

209,5

235,5

86,5

86,8

86,3

Fonte: Ilo , "Global Employment Trends" - Sintesi, gennaio 2007
*Previsioni

 

Disoccupazione nel mondo
1996m 2001, 2003-2006 (in milioni di unità)

Anno

1991

2001

2003

2004

2005

2006*

Maschi

94,7

108,3

110,2

112,5

113,2

113,4

Femmine

66,7

76,9

78,7

80,2

81,5

81,8

Totale

161,4

185,2

188,9

192,7

194,7

195,2

Fonte: Ilo (1) "Global Employment Trends Model", 2006; (2) Note tecniche da "Global Employment Trends", Ginevra 2005; (3) "Key Indicators of the Labour Market", Ginevra 2005
*Previsioni

 

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