Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

Editoriale
Urlare di rabbia per non morire soffocati

di Maria Mezzina

Gli italiani sono arrabbiati, molto arrabbiati con questo governo e con la sinistra.
La base militare di Vicenza si farà. Niente da fare per quella metà di popolazione che era scesa in piazza perché non si facesse (l'altra metà è d'accordo). Non si può fare lo "spoil system" con gli accordi internazionali, hanno detto. Vero. Lo "spoil system", per chi non lo sapesse, è quell'usanza presa in prestito dagli Stati Uniti - che hanno i politici che vincono le elezioni - di cambiare tutto lo staff, fino all'ultimo usciere e alla ditta delle pulizie.
Napoli è invasa dalle immondizie e finora, a parte Bertolaso, che andando ad Ariano Irpino è stato ricoperto di insulti - un altro tipo di immondizie - e a parte qualche telefonata in diretta fatta da Napolitano e da Prodi a qualche sindaco arrabbiato, non sembra ci sia nessun piano che affronti il problema radicalmente, sia pure su base temporanea (perché costruire inceneritori ecologici e fare raccolta differenziata richiede anche qualche anno di tempo). Occorrerebbe buttare nell'immondizia Bassolino, suggeriscono a Napoli e dintorni. Forse. Meglio sarebbe buttare l'immondizia di Napoli nei bidoni più vicini a casa sua - una bella casa a Posillipo - e quando questi sono ricolmi lasciarla a terra lì vicino.
Nell'immondizia l'opposizione vorrebbe buttare il governo. Tant'è che il capo, l'ex-premier, è sempre sul punto di andare da Napolitano per chiedere nuove elezioni. Non l'ha ancora fatto perché non è sicuro che possa farlo. Poveretto. Ma non c'è nessuno che gli spieghi la Costituzione? D'altra parte, con Casini che rema contro e Fini impegnato in famiglia, sembra sempre più "ex".
Meno male che c'è la Lega che, simbolicamente (ma quanto poi simbolicamente?), assalta e occupa i banchi del governo, "perché loro (il governo) hanno occupato le istituzioni", dicono. Sempre colpa dello "spoil system". Che poi l'abbiano veramente occupate è da vedersi, considerato il gran daffare che hanno per tenere buoni i disobbedienti, contarsi e ricontarsi ad ogni votazione, e, ad ogni votazione, venire a patti con Mastella o con Di Pietro, o con tutti e due.
Intanto la Giustizia langue. È diventata piccola piccola. E Mastella si lamenta in diretta Tv che il governo non gli dà nemmeno i soldi per comprare la carta per le fotocopie. Ma, Mastella, non sta nel governo anche lui? Forse la Giustizia è diventata piccola piccola perché è stata a pane e acqua e senza ossigeno per troppo tempo e le hanno ricoperto il corpo di blatte, per insudiciarla. Chi? Gli avvocati. E anche i giudici. Molti giudici non sanno più neanche come fare: senza mezzi, oberati di lavoro, non sanno più neanche quello che accade, con tutte quelle carte che dovrebbero leggere e che gli avvocati continuano ad ingarbugliare sempre di più. Un mio amico, un vecchio avvocato, un galantuomo con cui abbiamo combattuto gloriose battaglie (e le abbiamo vinte), mi ha confidato che vuole lasciare: è amareggiato. E, intanto, il cittadino onesto è stretto in una morsa e urla.
La Rai è paralizzata. Sul controllo dei mass media si gioca il destino dei potenti. Figurarsi lo scontro! Chi ci rimette sono i soliti precari del giornalismo che sono molti, quasi tutti, e l'informazione: la libertà e la correttezza dell'informazione. Non che ci sia la censura, c'è qualcosa di peggio: c'è l'autocensura, per timore, per ignoranza, per superficialità.
E poi ci sono le leggi che non si fanno: come quella elettorale e quella sul conflitto di interessi.
Le piazze si sono riappropriate della gente che scende per manifestare: una piazza a favore della famiglia tradizionale, un'altra piazza per quella allargata. E dopo qualche settimana scendono in piazza festosi anche i gay. Festosi?
Che si fa con il "tesoretto"? Ancora non lo sa nessuno. È il classico caso della coperta troppo stretta.
Però, scanso imbarazzi, spunta una legge che salverà il paese: vietato pubblicare ciò di cui si viene a conoscenza. Vale a dire che il giornalista può andare a fare il pizzicagnolo. Vero è, anche, che troppo spesso i giornalisti si comportano come pizzicagnoli al mercato: ti raccontano balle che fanno apparire come verità sacrosante, e allora chi legge o ascolta non sa più che pensare.
Intanto Cesare Salvi è un po' scomparso dalla scena politica. Che sia perché con il suo libro su quanto costa la democrazia, con tutto questo parlare degli sprechi della politica, si è fatto qualche nemico?
Gli italiani sono arrabbiati, sono molto arrabbiati con questo governo e con la sinistra perché, dopo dieci anni di destra asfissiante, la situazione italiana non è cambiata. È come quella della Salerno-Reggio Calabria quando arrivi ai lavori che durano ormai da oltre trenta anni: vorresti fermare la macchina e andare a piedi, urlando di rabbia.

 

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