Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

Chiesa
Il dialogo interreligioso come via per la pace
Il Segretario di Stato Vaticano Cardinale Tarcisio Bertone ai futuri diplomatici dei Paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo

di Isabella De Leonardis

Il dialogo interreligioso come via della pace: è questo il discorso del Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone pronunciato lunedì 7 maggio, presso la Pontificia Università Gregoriana, in occasione dell'inaugurazione del Corso per diplomatici dei Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente
La pace è uno degli obiettivi importanti che sta particolarmente a cuore alla Santa Sede. A tal proposito il Cardinale ha fatto alcuni espliciti riferimenti contenuti nei Messaggi della Giornata Mondiale della Pace che da oltre 30 anni il Papa invia ai Capi di Stato.
A Colonia il 20 Agosto 2005, Benedetto XVI, nell'incontro con i rappresentanti di alcune comunità musulmane, ha ricordato che il dialogo religioso e interculturale non può ridursi ad una scelta stagionale: è una necessità vitale da cui dipende gran parte del nostro futuro.
È il dialogo la vera sfida, ricordava Giovanni Paolo II nel Messaggio del 1983, che aiuta a capire le differenze e le specificità dell'altro e che ha come fine ultimo la ricerca del bene comune. Non omogeneizzazione culturale ma, al contrario, valorizzazione e protezione delle diversità per una convivenza pacifica e fruttuosa. Il pluralismo non è solo un punto di arrivo legittimo della evoluzione del moderno, è anche un approdo positivo per la ricchezza delle prospettive che esso offre. Il dialogo, quindi, va inteso come un eminente strumento per realizzare la civiltà dell'amore e della pace che Paolo VI indicava come ideale a cui ispirare la vita culturale, sociale, politica ed economica del nostro tempo.
La cultura della solidarietà e la promozione della giustizia sono strettamente collegate con il valore della pace, come pure la viva sensibilità della vita che riconosce la dignità inalienabile dell'uomo: non si può invocare la pace e disprezzare la vita.
Non poteva mancare nel discorso del Cardinale Bertone la pietra miliare del dialogo interreligioso e l'esortazione a ripensare all'incontro di Assisi del 27 ottobre 1986, quando Giovanni Paolo II pose l'accento sul valore della preghiera nella costruzione della pace e chiese ai leader delle religioni mondiali una preghiera autentica per manifestare in modo chiaro che le diverse confessioni non sono e non devono essere fautrici di odio e di guerre. Nel documento "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, al punto 5 si afferma che "non possiamo invocare Dio come Padre di tutti, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni uomini creati ad immagine di Dio". È, questo, il punto di partenza fondamentale perché sia possibile stabilire un dialogo incrociato con l'Islam moderato che ricerca anch'esso la pace e rifiuta nettamente il terrorismo.
Mons. Bertone ha ricordato un altro documento essenziale per comprendere il nuovo atteggiamento della Chiesa nei confronti delle altre religioni, ed in particolar modo dell'Islam: la dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa "Dignitatis Humanae". Oggetto del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1999, in essa Giovanni Paolo II affermava l'inviolabilità della coscienza: ognuno è tenuto a seguire la propria coscienza e non può essere costretto ad agire in contrasto con essa.
Il Mar Mediterraneo è stato sin dall'antichità un luogo di comunicazione, di contatto, di scambio
In questo bacino le tre grandi religioni monoteiste: ebraismo, islam e cristianesimo; che hanno un'unica matrice, si sono incontrate e a volte scontrate.
Il dialogo e la comunicazione sincera sono impossibili se ogni identità definisce se stessa escludendo a priori l'altra. Il mare, ha ricordato il Cardinale, è una metafora di comunione ma in esso vivono anche terribili mostri marini: il Leviatano del conflitto, del sospetto e dell'intolleranza. Solo se si riconoscono i limiti, le mancanze, da attribuire a se stessi e non agli altri, si potrà viaggiare verso il rispetto, la condivisione e la comunicazione. Tutte condizioni necessarie per poter pacificare il mare minaccioso.

 

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