Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

Mobilitazione generale
Contro la pena di morte
L'Italia si fa portavoce di una moratoria internazionale della pena capitale. L'Europa annuncia la sua partecipazione alla campagna mondiale contro la pena capitale e invita tutte le istituzioni dell'UE e il Consiglio d'Europa a proclamare, a partire dal 2007, il 10 ottobre quale Giornata europea contro la pena di morte. Forte sostegno anche dall'Africa

di Claudio Ferrante

È il più vecchio condannato a morte e si chiama Clarence Ray Allen, "lo hanno curato e guarito per poterlo uccidere". Bene si adatta al vecchio indiano 76enne cieco, diabetico, costretto su una sedia a rotelle, giustiziato il 17 gennaio del 2006 nel carcere di San Quintino in California, uno dei tanti estratti del libro curato da Marco Cinque, che porta in giro per l'Italia spettacoli di poesia e musica nei quali legge brani da "Poeti da morire. Scritti dal braccio della morte e contro la pena capitale" (Prefazione di Margherita Hack, edito da Giulio Perrone, 130 pg., 12 euro). "Si può vivere / si può morire ma / nessuno / dovrebbe vivere / aspettando di morire"sono i versi di Fernando Eros Caro, condannato a morte, che Cinque "urla" a fine spettacolo. Le serate iniziano con le parole sempre attuali di Cesare Beccaria: "Assurdo che le leggi, espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno e, per allontanare il cittadino dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio".
Al di là della letteratura, ecco i dati delle esecuzioni capitali nel 2006: Cina, 1010 esecuzioni (secondo le fonti ufficiali, ma fonti attendibili parlano di 7500/8000 condanne a morte); Iran, 177; Pakistan, 82; Iraq e Sudan, almeno 65 ciascuno; Stati Uniti, 52. I sei paesi sono responsabili del 91% delle esecuzioni portate a termine lo scorso anno che secondo i dati ufficiali sono state 1591 [Fonte: Amnesty International]. Molti altri stati mantengono nella costituzione la pena capitale, anche se in pratica negli ultimi anni non l'hanno applicata. La lista è lunga ma vale la pena leggerla: Afghanistan, Bahamas, Bahrein, Bielorussia, Botswana, Burundi, Ciad, Comore, Corea del Nord, Corea del Sud, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Giordania, Guinea, Guinea Equatoriale, Guyana, India, Indonesia, Libano, Libia, Malesia, Mongolia, Nigeria, Oman, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Saint Kitts e Nevis, Sierra Leone, Singapore, Siria, Sudan, Thailandia, Trinidad e Tobago, Uganda, Uzbekistan, Yemen, Zambia, Zimbabwe. In Russia, Algeria, Guatemala, Kazakistan e Mali è stata eseguita almeno una condanna a morte negli ultimi dieci anni, ma ora vige una moratoria.
Proviamo a pensare in positivo, partendo dalla manifestazione che si è tenuta all'inizio di aprile nella capitale. Emma Bonino, da sempre con i radicali contro la pena di morte dice: "Dal 1993, anno in cui è iniziata la campagna per l'abolizione della pena di morte, sono ben 45 i paesi che hanno deciso di abbandonare le condanne capitali". Già l'anno dopo l'Italia aveva presentato all'Onu una risoluzione di moratoria che era stata battuta per soli otto voti. Questa volta però al Palazzo di Vetro le organizzazioni promotrici, ci vorrebbero arrivare con un maggiore margine di sicurezza. Ed è proprio il segretario di Nessuno tocchi Caino (l'organizzazione internazionale che, con Amnesty International, è in prima linea per l'abolizione della pena capitale), Sergio D'Elia, ad essere convinto che ora la richiesta di moratoria avrebbe i numeri per essere approvata. "Stiamo dando al governo italiano l'occasione per raggiungere un obiettivo storico nel campo dei diritti umanitari", dice D'Elia. In effetti nel parlamento italiano c'è un consenso trasversale. E l'assemblea generale dell'Onu si riunirà proprio grazie al pressing dell'Italia. Già nel '99 la moratoria internazionale sembrava possibile ma la richiesta fu ritirata all'ultimo momento. Si disse che c'era la paura di non farcela; D'Elia rivela però che " in realtà arrivò un preciso ordine da Bruxelles di sospendere tutto. Non bisogna più ritardare i tempi con la scusa che bisogna cercare altri consensi. Non è più il tempo di formule vuote o di ipocrisie. Bisogna andare alla conta in assemblea perché questa è una battaglia vinta in partenza". È recente l'ingresso del Sudafrica nella lista dei paesi favorevoli alla moratoria. Il Sudafrica potrebbe fare da traino per gli altri stati del continente. Sono 142 i paesi che per legge o in pratica hanno abolito la pena di morte. Quelli totalmente abolizionisti sono 90. I paesi che la mantengono sono 54 (contro i 60 del 2004 e i 61 del 2003).
"In base alle previsioni di voto di Nessuno tocchi Caino, una proposta di "moratoria universale delle esecuzioni, in vista dell'abolizione della pena di morte", passerà con la maggioranza assoluta dei voti: tra i 97 e i 105 paesi voteranno a favore, tra i 17 e i 25 si asterranno, tra i 62 e i 69 voteranno contro, 7 sono quelli di cui non riusciamo a prevedere il comportamento di voto. Un emendamento tendente a riaffermare il primato della "giurisdizione interna" su questa come su altre materie inerenti ai diritti umani, che sarà certamente avanzato da Egitto e Singapore e altri paesi mantenitori, sarà respinto con 96 voti contrari, 74 voti a favore e 19 astensioni e 2 paesi indecisi tra voto contrario e astensione". (Dal rapporto 2006 di “Nessuno tocchi Caino”)

 

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