Pubblicato su politicadomani Num 70/71 - Giu/Lug 2007

brevi dall’Africa

 

L'AUTO DEI POVERI
In Sudafrica le automobili costano troppo. Più che in Europa. Se da noi una piccola utilitaria costa poco meno di un anno di salario, in Sudafrica ci vogliono quasi cinque anni di paghe. Quindi, milioni di famiglie vanno a piedi. Ma c'è chi sta pensando a loro. Soprattutto la Tata, conglomerato industriale indiano che conosce i mercati poveri: sta lavorando ad un'automobile, forse una tre ruote, che costerà dai 2 ai 3mila euro. Quando arriverà sul mercato sudafricano ci sarà un diluvio di nuovi proprietari di automobili. Anche due grandi case europee stanno lavorando in questa direzione. La Wolkswagen afferma di star pensando ad un modello da 3mila euro ma, dice, solo per il mercato cinese. La Renault invece è molto più avanti: una sorella povera della Clio è già in produzione a poco più di 4mila euro e arriverà ben presto in Sudafrica, appena gli stabilimenti indiani sforneranno le vetture con guida a destra.


ELOGIO ALLA LENTEZZA
Per chi non ama l'alta velocità segnaliamo il treno più lento dell'Africa: si trova in Mauritania dove percorre seicentocinquanta chilometri nel deserto tra le miniere di ferro di Zouerate e il porto di Nouadhibou. Il convoglio è destinato al trasporto merci, ma in coda ai 300 vagoni c'è una carrozza passeggeri. Benché sia trainato da tre locomotori, raggiunge appena i 35 km/h e impiega 18 ore per arrivare a destinazione.

ANDARSENE CON STILE
Nel Sud del Ghana si è sviluppato un business molto particolare: quello delle bare artistiche.
Fabbricate da abili artigiani, ricordano il mestiere o un aspetto saliente della vita del defunto: sono a forma di scarpe per i calzolai, di nave per i pescatori, di cacciavite per i meccanici, di macchine per i tassisti, di autocisterna per i benzinai, di radio per gli appassionati di musica, di bottiglia di birra o di coca cola per i baristi...
Si tratta di veri e propri capolavori di arte popolare, che richiedono anche un mese di lavoro (ovviamente bisogna prenotarseli per tempo).
Costano 700 dollari, una cifra da capogiro. Ma le famiglie danno fondo ai patrimoni per assicurare ai loro amati una sepoltura memorabile. E la moda delle bare artistiche spopola.

CATTIVE NOTIZIE
Un nuovo calo del prezzo del cotone, 145 franchi CFA (0,22 euro) al chilo contro 165 (0,25 euro) nel 2006 e 210 (0,32 euro) nel 2003, sta gravemente compromettendo la situazione economica dei produttori del Burkina Faso, dove l'"oro bianco" è fonte di sostentamento per oltre due milioni di persone. Per evitare il fallimento della Sofitex, la più importante delle tre aziende di produzione del cotone, che ha dovuto ridurre le spese di gestione e aumentare il capitale da 6,7 a 58 milioni di euro, il governo (che è il principale azionista) ha stanziato 18,3 milioni di euro e si è accollato i circa 33 milioni di euro di azioni della società francese Dagris, dell'Unione dei produttori di cotone e di una banca locale che hanno rinunciato ai loro titoli. Una parte dei fondi è servito a garantire l'88% degli arretrati salariali, ma ha colpito il bilancio statale e in particolare le risorse destinate a istruzione e sanità. (Fonte: Misna)

BUONE NOTIZIE
Dallo scorso primo marzo è in circolazione Asaq (Coarsucam è il nome commerciale): il farmaco no profit prodotto in Marocco in grado di debellare la malaria, la patologia causata dall'infezione di parassiti trasmessi all'uomo dalla puntura della zanzara anofele. Il medicinale è frutto di una collaborazione tra l'azienda farmaceutica Sanofi-Aventis, Drugs for Neglected Diseases (Dndi) e Medici Senza Frontiere. Non è coperto da brevetto, chiunque lo può produrre e permette di curarsi con meno di un dollaro. Per guarire basta una pillola al giorno per tre giorni per i bambini, due pillole al giorno per tre giorni per gli adulti. Dose fissa, terapia combinata (i due principi attivi, l'Artesunate e l'Amodiaquine erano già noti, ma venivano assunti finora separatamente) e prezzi bassissimi. Il farmaco, curativo e non preventivo, sarà venduto solo nell'Africa subsahariana. (Fonte: Africa missione e cultura)

 

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