Pubblicato su politicadomani Num 68 - Aprile 2007

Campagna elettorale francese
La Francia, Battisti e Sarkozy
Come alcune vicende italiane di oltre trent'anni fa possono influenzare la scelta del candidato francese alla Presidenza della Repubblica

di F.C.

A far pendere la bilancia dalla parte di Sarkozy c'è anche qualcosa di italiano: c'è l'arresto di Cesare Battisti, terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), condannato nel nostro Paese all'ergastolo, in contumacia, per le responsabilità collegate a quattro omicidi aggravati commessi tra il 1978 e il 1979. Dopo l'arresto Battisti, nato in Ciociaria ma presto trasferitosi a Milano, riuscì ad evadere dal carcere di Frosinone grazie all'azione di un commando di suoi "compagni di lotta" - scene da far-west dell'Italia degli anni di piombo - e a lasciare il Paese. Battisti si rifugiò allora in Francia, dove la "dottrina Mitterand", negando l'estradizione per reati politici, gli permise, come a tanti terroristi italiani, di vivere tranquillo, fino a un paio di anni fa, quando venne arrestato. Dopo la concessione della libertà vigilata in attesa della valutazione della richiesta di estradizione, il leader dei Pac fece perdere le sue tracce, fino all'arresto in Brasile di qualche settimana fa, sulla spiaggia di Copacabana.
Quello che però lega Battisti alla Francia non è solo la latitanza o l'arresto, ma il can can mediatico che la sua storia ha suscitato in Francia, come il soccorso di molti intellettuali per il terrorista trasformatosi negli anni in scrittore di successo. Un personaggio scomodo, che con la sua fuga, l'ennesima, in Brasile ha messo in crisi molti suoi sostenitori, a cominciare dai politici che avevano assunto posizione in sua difesa. L'arresto è stato giudicato da molti il colpo a sorpresa di Sarkozy in questa campagna elettorale: da Ministro dell'Interno avrebbe cioè in qualche modo rallentato la morsa intorno al fuggitivo affinché venisse preso in un periodo più vicino al voto. Il vantaggio per Sarkozy, tuttavia, non sta tanto nella cattura di Battisti quanto piuttosto nell'aver saputo presentare la figura del terrorista-scrittore lontano da quella del combattente intellettuale e vicino, invece, a quella di un uomo piccolo piccolo, capace solo di scappare, il quale dice di non fidarsi della giustizia italiana per paura di doversi confrontare con responsabilità oggettive. In questo modo la difesa di Battisti diventa un'impresa scomoda, tanto che la Royal, contrariando molti suoi compagni di partito, ha deciso di non commentare la notizia dell'arresto. Sarkozy, ovviamente, si è compiaciuto del fatto e mentre Bayrou punta il dito proprio sulla puntualità dell'arresto, per difendersi dalle accuse di giustizia a orologeria, ha dato la responsabilità del ritardo alla Polizia italiana.
Un caos politico-istituzionale che ha il sapore di telenovela all'italiana, il cui beneficiario primo è proprio Sarkozy che ha avuto sempre una posizione chiara in termini di rispetto della legalità, e che ha saputo presentare l'ex terrorista italiano come persona che non avendo avuto fiducia nelle garanzie francesi ha preferito fuggire.
Sono molte, quindi, le carte a favore di Sarkozy. Il suo operato come Ministro dell'Interno; la sua decisa presa di posizione - per quanto da più parti criticata - nel caso delle rivolte dei giovani delle banlieue; l'investitura di Chirac; l' "affaire" Battisti; sono tutti punti di vantaggio per il candidato Sarkozy. Intanto gli avversari si stanno dando da fare per recuperare terreno e la campagna elettorale ufficiale, in vista del voto del 22 aprile, è appena iniziata.

 

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