Pubblicato su politicadomani Num 68 - Aprile 2007

Storie d'Italia
Dal SIFAR al SISMI
I servizi segreti italiani dal dopoguerra ad oggi

di A.F.

Negli anni immediatamente successivi la fine della II Guerra Mondiale non è ben chiaro se l'Italia già possedesse dei nuovi servizi di sicurezza o se, più probabilmente, in via transitoria continuassero di fatto ad essere operativi gli apparati e gli uomini che in precedenza avevano servito sotto il deposto regime fascista; analogamente a quanto accadde in Germania, sia nell'area di competenza occidentale sia in quella sovietica. La riorganizzazione dei nostri servizi risale al 1949, allorché vennero istituiti nell'ambito di ciascuna delle tre forze armate una Sezione informazioni operative e situazione (SIOS) alle dirette dipendenze del rispettivo Capo di Stato Maggiore. Al di sopra dei tre SIOS - ma in stretto contatto con essi - si pose un servizio informativo unico, il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate), dipendente direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Organo che divenne il principale responsabile della sicurezza militare (ma non solo) italiana e che sarà ulteriormente riformato nel 1965, assumendo la nuova denominazione di SID (Servizio Informazioni Difesa). Compiti istituzionali del SIFAR e del SID erano la tutela del segreto militare e di ogni altra attività attinente la sicurezza e la difesa della nazione, nonché la prevenzione di ogni azione atta a costituire elemento di pericolo per l'apparato difensivo italiano.
Mentre in ambito militare furono così istituiti organismi preposti alla sicurezza, mancarono analoghe iniziative in ambito civile, paragonabili, ad esempio, all'FBI americano: la gestione della sicurezza interna fu demandata al Ministero degli Interni, dotato di specifici uffici sia a livello centrale che periferico.
L'assetto attuale dei nostri servizi risale al 1977, nel mezzo degli anni di piombo. In tale circostanza i servizi militari vennero rimodernati, assumendo la denominazione di SISMI (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militari). Contemporaneamente fu istituito uno specifico servizio informativo civile con competenze nell'ambito della sicurezza interna, il SISDe (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica). Entrambi i servizi dipendono direttamente dalla Presidenza del Consiglio, sia pure con il tramite dei rispettivi ministeri di competenza: Difesa ed Interni. Contrariamente a quanto accade nella maggior parte delle nazioni straniere, la divisione dei compiti tra i due servizi non è territoriale - territorio nazionale ed estero - bensì settoriale: al SISMI compete la sicurezza militare, al SISDe la sicurezza civile, indipendentemente se in Italia o all'estero. Solo nell'ambito del contrasto alla criminalità organizzata, in base alla legge n.410/91, le operazioni all'estero sono demandate al SISMI mentre quelle interne al SISDe.
Al di sopra dei due servizi, incaricati del settore informativo ed operativo, vi è una terza struttura, il CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e di Sicurezza) i cui compiti sono le relazioni con i servizi stranieri, il coordinamento tra SISMI e SISDe, l'analisi dei dati da loro prodotti, l'elaborazione di situazioni e la comunicazione dell'operato al Presidente del Consiglio. Il CESIS è guidato da un Segretario Generale e della struttura fanno parte, fra gli altri, i Direttori di SISMI e SISDe, il Capo della Polizia e i Comandanti Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Il CESIS esercita, su delega della Presidenza del Consiglio, anche le funzioni di Autorità Nazionale per la Sicurezza attraverso un'apposita struttura, l'UCSI (Ufficio Centrale per la Sicurezza), che, fra gli altri incarichi, è preposto al rilascio dei NOS (Nulla Osta di Segretezza) a persone fisiche o giuridiche - anche imprese o enti privati - che trattano informazioni classificate.
Oltre al CESIS esiste un altro comitato che si occupa dei servizi, il CIIS (Comitato Interministeriale per le Informazioni e la Sicurezza) con funzioni di proposta e di consulenza sulle direttive fondamentali della politica di sicurezza. È presieduto dal capo del Governo e costituito dai ministri dell'Interno, della Difesa, delle Finanze, degli Esteri e dell'Industria.
Infine, è da sottolineare come il controllo sui servizi di sicurezza non sia demandato unicamente all'esecutivo, eventualità questa che potrebbe costituire una potenziale fonte di pericolo per l'assetto democratico nazionale, ma sia allargato anche al Parlamento tramite il Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi di Sicurezza e sul Segreto di Stato. Si tratta una commissione mista formata da quattro deputati e altrettanti senatori, istituita nel 1969, l'anno della strage di piazza Fontana, incaricata della pubblicazione, in base a quanto emerso dall'attività di controllo, del Rapporto Semestrale sul Sistema Informazione e Sicurezza.

 

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