Pubblicato su politicadomani Num 67 - Marzo 2007

Etica e politica
La responsabilità nell'azione politica
"Il cristiano ha l'obbligo di partecipare a questa ricerca e all'organizzazione e alla vita della società politica. In quanto essere sociale, l'uomo costruisce il suo destino in una serie di raggruppamenti particolari che esigono, come loro compimento e condizione necessaria del loro sviluppo, una società più vasta, di carattere universale: la società politica" (Octagesima Advenies)

di Romeo Ciminello*

Molte volte sarà capitato a ciascuno di noi di non essere in grado di accettare le idee di un altro, non solo perché in opposizione alle proprie, ma anche perché frutto di una visione ritenuta a priori sbagliata. Se questo avviene in un normale contesto colloquiale, non dà problemi, ma se la disputa avviene in sede di confronto politico allora è grave ed è quindi necessario attivare quei meccanismi utili alla formulazione di una valutazione serena e non conflittuale che ci faccia distinguere i dati di fatto dai criteri di giudizio.
Sappiamo che è difficile trovare un accordo perché si è costretti a cedere qualche posizione mentre in realtà si vorrebbe tenere ed imporre tutto ciò su cui ci si è arroccati.
In tale contesto si intuisce che la soluzione non può venire dal di fuori di se stessi, ma soltanto dalla maturazione avvertita di una nostra posizione di coscienza intima, che al momento opportuno sappia con il dovuto discernimento, farci capire dove le rigidità devono essere smussate.
Certo le mie parole potrebbero suonare semplicistiche perché nel nostro vissuto non esiste una educazione ispirata alla pace o meglio ancora mirata alle soluzioni delle controversie in maniera pacifica. Sin da bambini infatti, ci viene insegnato che "con le brutte" si ottiene ciò che con le "buone" è impossibile raggiungere. Si innescano dunque in noi sin da piccoli, distorte convinzioni su logiche di conflitto e di riequilibri che fondano la loro riuscita sulla violenza o meglio sulla cosiddetta "legge del più forte".
Come dirimere allora le controversie in modo pacifico? Come conciliare differenti posizioni di interessi, soprattutto in politica, ritenute a ragione soggettivamente legittime dai contendenti? La metodologia esiste, ma purtroppo non viene insegnata, anzi nella realtà attuale appare sempre più difficile non solo attuarla, ma finanche di crederci o darle un senso compiuto.
Facciamo allora una breve analisi del problema e dopo averne evidenziato gli elementi negativi e positivi cerchiamo di valutare insieme se la soluzione che proponiamo possa attagliarsi alle nostre istanze di equilibrio e di linearità dialettica e quindi essere accettata come indicazione di comportamenti plausibili e pertanto da promuovere in tutte le sedi.
Andando per ordine credo sia importante attivare luoghi in cui si precisino gli elementi costitutivi della formazione di un pensiero politico autentico per poi definirne le caratteristiche morfologiche e poter giungere infine alla formulazione assiologica dei fini.
Da ciò risulta quindi molto chiaramente la responsabilità in capo alle scuole di formazione chiamate ad orientare le coscienze alla costruzione di strutture sociali ed istituzionali rese sempre più complesse sia dalla sovrapposizione di rinnovate istanze politiche assetate di innovazione, sia dall'accelerazione dei cambiamenti che imponendosi su base psicologica, pretendono un cambiamento anche a livello di pensiero politico.
Il problema si pone dunque sulla metodologia di formazione che presenti il volto della politica a prescindere dagli integralismi ideologici o religiosi, come una autentica attività di servizio, volta alla promozione e soprattutto al raggiungimento del vero bene comune e cioè del bene di tutti.
Ecco perché sono sempre più orientato verso un coinvolgimento nella formazione politica, di strutture istituzionalmente dedicate alla conoscenza scientifica come le università, rispetto alle strutture dedicate all'agire politico come possano essere le associazioni, i partiti, i centri culturali ed altre strutture di formazione rivolte prevalentemente alla realizzazione oggettiva piuttosto che alla realizzazione soggettiva dell'essere.
Il presupposto di base dunque è che mentre l'insegnamento di come agire può assumere anche aspetti contingenti e tattici, la costruzione dell'essere e quindi del pensiero politico di base necessita di un approfondimento di conoscenza, che se la semplicità della vita passata non richiedeva, la logica della complessità della vita attuale e del presente, non solo richiede ma imperativamente impone.

_______________
*Presidente del Comitato di Promozione Etica e docente della Pontificia Università Gregoriana.
Questo articolo costituisce l'introduzione ad uno scritto del Prof. Romeo Ciminello, dal titolo "La responsabilità nella formazione del pensiero politico", nel quale sono trattati i temi della libertà personale e sociale in campo etico, la coscienza antropologica dell'essenza e dell'esistenza, la responsabilità orizzontale e verticale.
Il documento integrale si può leggere sul sito di "politicadomani", nella sezione dedicata agli approfondimenti del Prof. Ciminello.

 

Le lezioni del corso

1a PARTE
20 febbraio: Convegno di apertura, introduzione e contratto formativo;
21 febbraio: Quadro di riferimento della personalità dell'uomo politico; (da recuperare)
5 marzo: Metodologia;
6 marzo: Pensiero politico di J. Maritain;
19 marzo: Struttura esistenziale della strategia politica;
20 marzo: Principi di etica pubblica;
2 aprile: Struttura tecnico/organizzativa dell'azione politica;
3 aprile: Quadrante di riferimento: Governo, organizzazione, elettori, società;
16 aprile: La dignità dell'uomo e i suoi diritti;
17 aprile: Temi fondativi della conoscenza del pensiero politico.

2a PARTE
7 maggio: II bene comune e i suoi elementi costitutivi;
8 maggio: Nozione del rapporto liberta/coscienza;
21 maggio: Responsabilità / Solidarietà / Sussidiarietà;
22 maggio: Gli ambiti della politica;
4 giugno: Economia finanza e lavoro;
5 giugno: Lavori pubblici / industria;
18 giugno: Scuola famiglia società;
19 giugno: Gruppi di pressione: concussione e corruzione;
2 luglio: Controllo dei programmi ai diversi livelli di governo e amministrazione;
3 luglio: Costruzione e gestione dei comitati etici di controllo.

9 luglio: Esame finale (consegna elaborati)
13 luglio: Chiusura, consegna dei diplomi e attribuzione degli stages ai primi 5 classificati.

 

Homepage

 

   
Num 67 Marzo 2007 | politicadomani.it