Pubblicato su politicadomani Num 67 - Marzo 2007

Incontri
Carlo Maria Martini
Un Cardinale, tre uomini, una sola persona

di F.C.

Sembra distante e per niente simpatico con la sua figura alta e austera e i suoi modi seri e fin troppo eleganti il Cardinale Martini. Non è così e lo sa bene chi come me ha avuto la fortuna di incontrarlo in tre occasioni diverse nell'arco di solo qualche mese.
Era fine ottobre ed ero a Gerusalemme, gonfio delle emozioni che solo la Terra Santa sa suscitare, quando ho incontrato per la prima volta il Cardinale Martini che lì vive per parte dell'anno, pensando di andare a conoscere un tipo poco simpatico. Il piccolo gruppo di volontari della Casa Circondariale di Velletri guidato da suor Fabiola, di cui faccio parte, è stato accolto come in una grande famiglia. È qui che, a fugare subito tutte le mie iniziali riserve, c'è stata la sua stretta di mano franca e confidenziale. Un incontro bellissimo: in due giorni ho conosciuto un religioso di grande profondità, un uomo capace di scherzare e sorridere anche di sé stesso, senza troppi formalismi.
Il giorno della sua visita nel carcere, dopo solo qualche mese, l'impatto con lui nella sua veste ufficiale è stato quasi scioccante. Il rosso porpora del completo cardinalizio che Martini indossa in tutte le occasioni pubbliche mi ha colpito e in parte perfino "gelato". Poi, invece, la cordialità dell'uomo è riemersa: la formalità necessaria dell'evento ufficiale era palpabile, ma su questa ha prevalso il suo desiderio palese di incontrare e salutare i detenuti stringendo loro la mano. Più tardi, nell'omelia, è emersa di nuovo la sua capacità di illuminare la mente di chi ascolta con ragionamenti e collegamenti fra temi e situazioni apparentemente lontani e invece profondamente vicini, che proprio per questo riescono ad essere motivo di riflessione e insegnamento.
È solo nel terzo incontro, quando a Galloro Martini ha celebrato ufficialmente, davanti alle telecamere, a centinaia di fedeli, a decine di giornalisti e alle autorità religiose e civili, i suoi 80 anni il 17 febbraio, che ho ritrovato il Martini distante che temevo all'inizio. Un distacco e una lontananza comprensibili ma per me, che lo avevo conosciuto diverso, difficile da accettare.
Per me il Cardinale, nonostante e forse anche grazie alle sensazioni diverse avute nei tre incontri, è una sola persona: un grande uomo di Chiesa profondamente radicato nel mondo e intimamente partecipe delle cose del mondo, sia che si tratti della situazione drammatica che vive la Terra Santa sia che si tratti delle vicende italiane. Un uomo sempre consapevole del proprio ruolo, al punto che in tre occasioni diverse mi è sembrato di avere davanti tre uomini diversi. Un uomo corretto e schivo, che alle domande riguardanti i temi di cui oggi si discute in Italia, ha invitato a chiedere non a lui ma a chi ha competenza e può decidere su questi temi. E, soprattutto, ha detto di avere un'enorme fiducia nella forza del dialogo e nel rispetto reciproco, anche se le posizioni sono molto distanti. Un concetto, questo, che il Cardinale ha espresso più volte senza temere che potesse essere letto come un messaggio rivolto ai vertici stessi della Chiesa.
Un uomo, un Cardinale, tre incontri e tante sensazioni diverse, ma una sola certezza: che tutti siamo un dono di Dio, e quello che Dio ci ha dato nella persona di Carlo Maria Martini è molto bello.

 

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