Pubblicato su politicadomani Num 66 - Febbraio 2007

L'amore ai confini del dolore
Progetto Matteo
Conferenza stampa in Campidoglio e partita di calcio per raccogliere fondi. Viaggio a gennaio per inaugurare in Burkina Faso una foresteria e una sala parto

di Fabio Ciarla

Perdere un figlio e volerlo in qualche modo ritrovare, non in un gesto egoistico singolo ma in un impegno costante che dal 'privato' è arrivato al grande palcoscenico della Capitale e di una collaborazione Italia-Africa. Si tratta del progetto Matteo e prende il nome dal figlio di una coppia di dipendenti della Coop, Walter e Carla Ulivieri, scomparso prematuramente nel 2001, che in soli 4 anni ha raggiunto risultati notevoli. L'idea di questi genitori alle prese con un dolore assoluto è diventata realtà in Burkina Faso dove grazie al sostegno di Unicoop Tirreno, che ha sposato e sostenuto il progetto fin dall'inizio, a quello del Movimento Shalom e ai 600mila euro raccolti, sono stati scavati 9 pozzi per l'acqua e costruiti l'orfanotrofio 'Casa Matteo' (che attualmente ospita 70 bambini), un dispensario farmaceutico, una foresteria e una sala parto. Il tutto nella zona di Gorom Gorom, un'area molto arida 400 chilometri a nord della Capitale Ouagadougou. Un impegno che però non finisce qui, come il seme di senape che dà luogo al più grande e forte degli alberi il Progetto Matteo è diventato la testa di ponte di varie iniziative, a cominciare dall'arrivo nei supermercati italiani a fine dicembre del primo carico di fagiolini marchiati Terraequa prodotti in Burkina Faso (che significa 'Terra degli onesti') grazie al lavoro decennale della Coop e delle altre associazioni coinvolte. L'idea, ovviamente, è quella di proseguire in questo senso gettando le basi per uno sviluppo duraturo e autonomo dell'economia locale che parta da una filiera produttiva presidiata in tutte le sue fasi. "Fagiolini dietro i quali - ha detto il fondatore del Movimento Shalom don Andrea Cristiani parlando di Terraequa - c'è lavoro e dignità per molte persone". E per la prima volta a breve sarà inaugurato un collegamento aereo senza scalo in Francia, che porterà i fagiolini (e in futuro aglio e cipolle) dal Burkina Faso direttamente a Pisa per poi essere distribuiti nei punti vendita Coop.
Don Cristiani è intervenuto il 13 novembre scorso in Campidoglio alla conferenza stampa 'Insieme per il Progetto Matteo' che ha presentato le iniziative di cooperazione e solidarietà in Burkina Faso e soprattutto lanciato l'invito alla partita di calcio che si è disputata due giorni dopo, sempre a Roma, allo scopo di raccogliere fondi. Con il fondatore di Shalom e Walter Ulivieri, erano presenti il sindaco di Roma Walter Veltroni, Tania Grillandini (direttore Politiche Sociali Unicoop Tirreno), il sindaco di Gorom Gorom Dallo Ohaya Moussa, il Vescovo di Dorì Joachim Ouedraogo e l'attore Giobbe Covatta, da sempre impegnato per l'Africa e attualmente consigliere delegato a Solidarietà e Cooperazione del Comune di Roma.
Tra i frutti più importanti del Progetto Matteo, come testimoniato direttamente dal sindaco di Gorom Gorom e dal Vescovo della Diocesi territoriale (Dorì), c'è anche lo scambio interreligioso che contraddistingue tutta l'operazione. La zona dove sorge la Casa Matteo è infatti al 97% musulmana ma dal 1969 è attiva e presente una consulta che prende il nome di Unione Fraterna dei Credenti, nella quale mensilmente si incontrano e confrontano tutte le religioni presenti. Il Vescovo di Dorì ha parlato infatti di 'clima favorevole' e di 'dialogo continuo' tra le religioni, mentre il sindaco ha ribadito che il Progetto Matteo è tenuto insieme da tutti perché 'formiamo la stessa famiglia'.
A conclusione di una mattinata così importante suonano più che armoniose le parole di Giobbe Covatta: "Noi possiamo dare qualcosa a loro ma anche l'Africa per noi può fare molto, può darci un ritorno di consapevolezza e conoscenza".

 

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