Pubblicato su politicadomani Num 66 - Febbraio 2007

g i o b a t t a

 

La storia del chicco di grano - Quando gli uomini ebbero fame chiesero a Dio che li lasciasse mangiare.
"Dacci una cosa grande", dissero, "come la fame che abbiamo". E Dio sorrise perché se avesse mandato una cosa grande gli uomini ne avrebbero avuto paura. Così mandò un chicco di grano.
E l'uomo lo guardò con disprezzo perché era troppo piccolo per la sua fame. E lo gettò a terra e lo ricoprì, non voleva vedere il dono di Dio perché pensava che fosse una burla. Ma il grano sotto la terra germogliò. Fiorì una spiga. Un giorno l'uomo passò di là e vide una cosa nuova, tutta gialla, che seguiva la danza del vento, molto più alta delle altre erbe. Sorpreso l'uomo l'aprì ed era piena di chicchi. Allora l'uomo si ricordò del dono di Dio e ne ebbe rabbia: pestò la spiga e ne sparse via i semi e li affondò; passò una lunga stagione, lunga da dimenticare le cose. Ma l'anno dopo altre spighe crebbero, come la furia dell'uomo quando le vide.
Così per tempo e tempo. E più la cattiveria smembrava le spighe mature, più esse generavano con abbondanza; allora l'uomo prese i chicchi per distruggerli ma restò una polvere bianca che gli rideva, col colore della neve, la burla del grande Padre. E l'uomo la gettò nell'acqua per farla sparire: la polvere bianca non sparì, anzi si rapprese con l'acqua e fece una pasta.
Non si poteva proprio annientare la beffa di Dio? Forse si, forse col fuoco.
E nacque il primo pane.

 

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