Pubblicato su politicadomani Num 66 - Febbraio 2007

Emigrati ed immigrati
Fuga di cervelli e "brain circulation"
Dalla "emigrazione di rapina" alla circolazione dei cervelli: lo scambio di esperienze e di cultura alta come presupposto per l'innovazione e lo sviluppo
(Dal Dossier Immigrazione 2006 e il Rapporto Italia 2007)

 

Ci sono nel mondo oltre 3 milioni di emigrati italiani e oltre 60 milioni di oriundi italiani. Germania, Svizzera, Argentina, Francia, Belgio, Stati Uniti, Brasile, sono tuttora (nell'ordine) i principali approdi della migrazione italiana. Un'altra Italia che da lontano ha sostenuto con le rimesse l'Italia lasciata alle spalle. Ma soprattutto un'altra Italia che ha contribuito in maniera determinante al progresso economico e allo sviluppo del paese ospitante; immigrati italiani talmente integrati e talmente motivati da essere riusciti nell'arco di una o due generazioni a ricoprire posizioni di enorme prestigio (un esempio per tutti è Nancy Pelosi, primo presidente donna del Congresso degli Stati Uniti). E c'è ancora un'altra parte di Italia che è andata e va all'estero per imparare e riportare in Italia cultura, strategie, tecnologie. Si tratta di un'emigrazione "per così dire 'funzionale' e 'programmata', di medio periodo preziosa per apprendere schemi e modelli da esportare nel paese d'origine". "Emigrazione di rapina" la chiama Andrea Colli(*) che porta come esempi le esperienze di Adriano Olivetti; dell'ingegner Fumagalli, padre della lavabiancheria Candy; di Umberto Brustio, della Rinascente; di Fedele Cova, fondatore della società Autostrade.
Ora, con l'apertura delle frontiere dell'Europa a 25 e con la globalizzazione della cultura e delle produzioni e l'internazionalizzazione del mercato del lavoro ad emigrare sono le nostre migliori teste pensanti e le imprese più vivaci.
In quattro anni e mezzo - dal dicembre 2001 al maggio 2006 - i laureati iscritti all'Aire (Associazione italiana residenti all'estero) sono passati da 39.013 a 59.756, con un aumento di oltre 4.600 unità all'anno, mentre i laureati trasferitisi all'estero negli anni dal 1996 al 2002 risultano essere 3.300 all'anno (elaborazione da fonte Istat). È quanto si legge nel primo capitolo del Dossier Immigrazione 2006, "L'immigrazione italiana tra passato e presente". Una folla di persone di alto valore culturale che certamente, all'inizio, non hanno disdegnato di fare qualsiasi lavoro, anche umile. Una vera e propria fuga di cervelli, di persone che hanno contribuito in modo sostanziale e determinante a far crescere il paese ospitante e a creare e mantenere rapporti di amicizia, scambio e collaborazione fra l'Italia e il paese straniero, diventando peraltro attori e protagonisti della vita sociale, culturale e politica del paese di adozione.
"Mentre la fuga di cervelli procede, nel nostro paese non si sfruttano, o si sfruttano poco le opportunità del 'brain exchange' [scambio di cervelli] e del 'brain gain' [acquisizione di cervelli]: gli immigrati che arrivano nel nostro paese hanno spesso un alto grado di scolarità che rimane sprecato", dice l'Eurispes nel Rapporto Italia 2007 e aggiunge che chi viene a studiare in Italia non "viene intercettato" e rientra nel suo paese prima che sia stato possibile per l'Italia "crescere in senso lato" anche per effetto della formazione offerta allo straniero (Tabella I). Molti studi recenti dimostrano come sia la "brain circulation", circolazione dei cervelli, a contribuire nella misura maggiore al progresso di un paese. Questo significa che i cervelli che emigrano dovrebbero poi ritornare in patria e che ci siano scambi con i cervelli che dagli altri paesi arrivano in Italia. Alcuni paesi come Taiwan e le Filippine "hanno recentemente iniziato ad attuare politiche tese a riportare in patria capitale umano per usufruire e beneficiare dell'esperienza acquisita all'estero. [...] Incentivi e opportunità professionali e di ricerca sono senza dubbio ottimi fattori di motivazione per il rientro, ma i benefici materiali in questo campo possono non essere sufficienti.
Un'ottima maniera per frenare la fuga dei cervelli è nella 'brain circulation', nella valorizzazione dello scambio di conoscenze con gli immigrati qualificati che si trovano in Italia e che, opportunamente valorizzati, possono dar vita a un clima favorevole, nel quale far germogliare nuovi e fertili scambi.
Se ormai è riconosciuto l'apporto positivo offerto dall'immigrazione a problemi italiani come la crisi delle nascite e l'invecchiamento della popolazione, sembra interessante poter immaginare che nel futuro gli immigrati possano giocare un ruolo prezioso anche nell'arginare la fuga dei cervelli" (Eurispes, RI 2007).

__________
(*) Colli Andrea in Grigolini Luca, "Migrazioni e sviluppo", Atti del Convegno San Marino 20 e 21 ottobre 2006.

 

Tabella 1 - Popolazione residente di 6 anni e più per cittadinanza sesso e grado d'istruzione

Grado d'istruzione

Stranieri

Italiani

maschi

femmine

totale

maschi

femmine

totale

Laurea

8,6

9,4

9,0

6,8

6,1

6,4

Diploma universitario o terziario di tipo non universitario

 

2,3

 

3,9

 

3,1

 

0,7

 

1,2

 

1,0

Diploma di scuola secondaria superiore

 

25,3

 

30,2

 

27,8

 

26,6

 

25,1

 

25,8

Licenza di scuola media inferiore

34,5

31,4

32,9

33,6

26,8

30,1

Licenza di scuola elementare

13,5

11,8

12,6

23,0

28,2

25,7

Alfabeti privi di titoli di studio

13,4

10,7

12,1

8,3

10,8

9,6

Analfabeti

2,4

2,6

2,5

1,0

1,8

1,4

Totale

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat (Censimento 2001)

 

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