Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

"Voci" per la pace

 

Il 18 gennaio alle ore 20, nel teatro Zarzuela di Madrid (Spagna), la cantante palestinese Amal Murkus e il liutista tunisino Anouar Brahem, con il suo trio "Astrakan Café" terranno un concerto. Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto a favore delle popolazioni del sud del Libano. La manifestazione è organizzata dalla Casa Árabe e il Ministero della Cultura spagnolo.
"Voci" è il titolo dello spettacolo al quale assisteranno esponenti dello spettacolo della cultura e della politica provenienti da tutto il mondo. L'auspicio di tutti è che queste voci, che canteranno per la pace e la fratellanza nella regione più martoriata del medioriente, sappiano porgere quei fili sottili, eppure tenaci, di cui è fatta la pace fra i popoli; fili che debbono essere pazientemente tessuti a partire da ciò che unisce, più che cercare di rimuovere gli ostacoli di ciò che divide. E cosa c'è di più unificante e universale della musica?
Amal Murkus è una cantante palestinese impegnata in politica. Nata in una piccola città al confine con il Libano, dove vive tuttora, è considerata una delle artiste Palestinesi più rappresentative. Respinta da tutte le case discografiche israeliane ha condotto una battaglia all'interno di Israele perché lei, palestinese, potesse avere il diritto di incidere il suo primo album a Tel Aviv.
Mentre sogna uno stato per il suo popolo, canta melodie di amore ispirate ai più grandi poeti della sua terra e alle più significative voci del mondo arabo e continua a battersi per il dialogo e per la pace. Ha cantato da Gerusalemme in uno dei programmi più seguiti del giubileo, davanti al Papa ed in mondovisione.
Anouar Brahem è un raffinato liutista tunisino ("oud" è il nome dello strumento musicale, tipico liuto del medioriente, che suona) che si definisce ironicamente "enfant de la tradition che si è preso molte libertà". La forza delle sue composizioni è figlia di una felice contaminazione fra musica mediorientale, classica, folk e jazz. Il liuto, strumento principe della musica mediorientale, era definito "strumento dei filosofi" e i teorici musulmani lo consideravano una rappresentazione simbolica di risonanze cosmiche. Nel frastuono del mondo sonoro di oggi esso rappresenta la metafora della leggerezza.

 

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