Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

Per le strade del mondo

 

Razza: umana. Cittadinanza: mondo. È così che siamo e vorremmo fossero tutti. Questo nostro giornale vuole essere una finestra aperta sul mondo. Perché parole come fratellanza, pace e progresso possano avere un senso e perché si possa davvero lavorare insieme per questo senso. Abbiamo descritto allora paesi e popoli, abbiamo narrato guerre. Siamo andati in cerca di ciò che è dimenticato e lontano. E abbiamo spiegato e disteso fili di conoscenza per tessere trame di comprensione e di pace. Tutto ciò con dossier, articoli, brevi notizie.
Abbiamo parlato di Armenia, Iran, Turchia, Libano, Bolivia, Venezuela, Brasile, Cile, Israele, Palestina. Soprattutto abbiamo parlato di Africa (Darfur, Eritrea, Somalia) perché riteniamo che sarà l'Africa, che è stata la culla dell'umanità, ad imprimere un grande cambiamento all'Europa.
Abbiamo parlato anche di acqua, di fondamentalismi, di servizi segreti, di Amish. E abbiamo presentato il pensiero e il lavoro di tanti personaggi, passati e presenti, che con i loro scritti e con la loro arte aiutano a capire le vicende del mondo. Bonhoeffer, Chomsky, Jodorwsky, Politkovskaya, Sacks, Del Bono, Taher, sono solo alcuni di loro.
E la strada continua ...


Pandemia di Aids in Africa
Non sono "mele marce"

La vergogna dell'Aids spinge molti malati a nascondere il loro stato e contribuisce a diffondere una malattia che in Africa farà 55 milioni di morti entro il 2020
Daniele Proietto
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Nella comunità di Gugu Dhalamini, in Sudafrica una donna è stata uccisa per aver detto pubblicamente di essere sieropositiva. Nello Swaziland, il principe Tfohlongwane per giustificare la segregazione dei malati di Aids ha detto: "Non si devono tenere le mele marce nello stesso cesto di quelle buone, altrimenti anche esse alla fine si guasteranno".
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pd n°59/60 giugno/luglio

 

DAL DOSSIER LIBANO

Storia moderna del Libano
I motivi dell'ultimo conflitto israelo-libanese hanno radici profonde nella storia del Paese dei cedri
Maria Mezzina e Consuelo Quattrocchi

Missione italiana in Libano: pace, prestigio, lavoro e soldi
Nell'operazione Leonte l'impegno di uomini e di risorse finanziarie non è solo al servizio della pace, ci sono anche prospettive di un importante ritorno economico
Maria Mezzina

L'ordinamento statuale libanese
In Libano gli incarichi politici e amministrativi sono suddivisi tra le differenti confessioni religiose secondo un meccanismo di quote riservate che sono attribuite a ciascun gruppo in funzione del suo peso demografico e sociale
Alberto Foresi

Profilo economico e rapporti commerciali con l'Italia
pd n°61/62 settembre/ottobre

 

Movimentismo giovanile nell'Est
Gli attivisti della democrazia

Fra movimenti, ong e partiti politici, i giovani albanesi si organizzano per dare la scalata al potere. Scopo: la modernizzazione e la democratizzazione del paese. Ma è dura.
Giulio Maria Piantadosi
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Al duro movimentismo dei primi tempi è seguito un periodo di stabilizzazione, in cui il movimento ha cercato di capitalizzare il successo diventando una ong. Il salto successivo, la trasformazione in partito politico, non ha ottenuto il consenso sperato e Otpor, che si era presentato alle elezioni fuori dalla Coalizione democratica serba, è rimasto al palo.
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pd n°59/60 giugno/luglio

 

Grazie Mitteleuropa
Musica e vera democrazia a Salisburgo

Una serata speciale in una città scintillante di neve e impregnata di cultura. Potenti e politici si sono raccolti nella sala bianca del Mozarteum attorno alle note di Mozart. Molto discretamente, nello stile classico e sobrio dei grandi eventi
Marco Vitale
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Poi, dopo una elegante cena, l'ultimo evento di una giornata memorabile: mentre, poco prima di mezzanotte, ci attardiamo nella hall dell'hotel per gli ultimi saluti, entra un uomo di mezza età con una signora, accompagnati da un giovane. È un ingresso discretissimo e non l'avremmo in nessun modo distinto da un normale ospite dell'albergo, se non l'avessimo subito riconosciuto, perché aveva preso la parola in mattinata al Mozarteum. Era il presidente della Repubblica austriaca che, con discrezione, senza poliziotti, sirene e altri aggeggi del genere, si infilava nell'ascensore.
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pd n°55 febbraio

 

DAL DOSSIER ARMENIA

A cura di Maria Mezzina

Per non dimenticare un genocidio
L'eliminazione e la diaspora degli armeni

Uno dei nodi insoluti (e poco conosciuti) della storia contemporanea

Il paese ai piedi del monte Ararat
Un popolo e una nazione dalle tradizioni millenarie
pd n°54 gennaio

 

Un libro di Lorenzo Trombetta
"Siria nel nuovo Medio Oriente"

Il volume, di facile consultazione, è un utile strumento di informazione per la conoscenza del sistema politico del paese e della geopolitica della regione
Wasim Dahmash
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Le questioni politiche e strategiche relative alla Siria hanno una rilevanza di gran lunga maggiore rispetto a quel che "trapela ogni tanto dai notiziari tv e dai resoconti di stampa: i suoi presunti legami con il terrorismo internazionale, il suo 'ostinato' rifiuto a fare la pace con Israele, il suo inserimento, assieme a Iran e Corea del Nord, in quell''asse del male' immaginato da Bush" (p. 11). Partendo da questa constatazione il libro colma il vuoto di informazione sul ruolo della Siria nella regione mediorientale, in particolare rispetto al Libano, la Giordania, l'Iraq, i palestinesi e lo Stato di Israele. Sono appunto i rapporti interregionali a chiarire il ruolo che sull'operato del governo siriano esercitano gli Stati Uniti e potenze quali Francia e Russia.
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pd n°57 aprile

 

DAL DOSSIER DARFUR

A cura di Francesco Stefanini

Sudan
Dove comincia la crisi del Darfur

Interessi internazionali su una zona fra le più ricche di petrolio del continente africano e ataviche rivalità fra etnie africane e popolazioni nomadi arabe sono alla base di un conflitto che dopo aver riempito le pagine dei giornali è stato subito dimenticato

Darfur, cronaca di un conflitto
Febbraio 2003 - Dicembre 2006: quattro anni di guerra che hanno ridotto allo stremo la popolazione del Darfur, la regione del Sudan al confine con il Chad

Eppure dicono che non è genocidio
La comunità internazionale assiste impotente al sacrificio di un'intera popolazione in Darfur

 

Africa dimenticata
Eritrea tra il sogno dell'indipendenza e la realtà di un popolo devastato

Tra il sogno dell'indipendenza del 1993 e la realtà di un potere non legittimato che viola i diritti umani giorno dopo giorno, c'è un popolo dimenticato e un enorme spreco di risorse umane
Francesco Stefanini
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"Siamo nelle mani di un governo dispotico che viola i diritti umani giorno dopo giorno...e il mondo pare non accorgersi di nulla" così dice a "politicadomani" il Presidente di una delle sei ONG espulse dall'Eritrea il 9 febbraio scorso, che ha chiesto l'anonimato per la delicatezza delle sue dichiarazioni. "Tutto è bloccato...
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pd n°63 novembre

 

Infanzia ferita
In Palestina i bambini sono ovunque

La vita di tutti i giorni dei bambini palestinesi nei territori occupati nel racconto di una volontaria
Francesca Bettini
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Quando scrivo "noi" parlo di noi volontari di Gazzella-onlus, l'associazione di cui faccio parte e che ormai dal 2000 sostiene economicamente i bambini palestinesi feriti da armi da guerra, grazie ai singoli, alle famiglie, ai gruppi di amici, alle scolaresche, che qui in Italia sottoscrivono una adozione a distanza, nella speranza che essi in un futuro non lontano possano vivere liberi e felici nella loro terra.
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pd n°59/60 giugno/luglio

 

Terra promessa
Uno stato "quasi religioso"

Fra fede, osservanza religiosa e opportunità politica
Alberto Foresi
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Il progressivo coinvolgimento dei movimenti ultraortodossi all'interno della politica sionista subisce un'accelerazione in occasione della "guerra dei sei giorni", con il problema di cosa fare dei territori occupati nel conflitto. Gruppi rilevanti haredim, fra cui i Lubavitch e i Gur, sostennero la necessità di annettere immediatamente allo Stato d'Israele i territori occupati. Questo non per ragioni strettamente politiche ma piuttosto di natura religiosa.
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pd n°58 maggio

 

Imprese miste in Venezuela
Ma l'Eni non ci sta

Le tasse imposte alle multinazionali del petrolio dal presidente Chavez serviranno a ridare speranza a milioni di poveri finora invisibili
Eryka David
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Per la quota base la tassazione è invece del 16,6% (parcentuale in vigore dal 1943). Era tuttavia possibile negoziare una percentuale pari all'1% in favore di alcune compagnie. Negli anni '80, per favorire gli investimenti delle imprese petrolifere straniere, tale negoziazione era diventata un fatto usuale. La riforma delle tasse di Chavez del 2001 elimina quest'ultima forma di privilegio fiscale.
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pd n°58 maggio

 

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