Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

Fra impresa e missione

di Maria Mezzina

Questa volta dedichiamo l'inserto al bilancio del lavoro di un anno. Serve ogni tanto fermarsi, riandare a quel che si è fatto e da qui programmare il futuro. Per noi il futuro è concretamente iniziato il pomeriggio del 29 dicembre 2005. Un pomeriggio freddo e nevoso. È allora che abbiamo registrato la nuova testata, "politicadomani", e la cooperativa giornalistica ed editoriale che ne è proprietaria. Tutto in poche ore. Una corsa contro il tempo per arrivare prima dell'approvazione della finanziaria 2006 e rientrare nella vecchia legge per l'editoria. Questa prevedeva sovvenzioni alla stampa dopo tre anni di attività. La nuova, invece, ne prevede cinque. Corsa inutile perché la legge è retroattiva.
Ma questa è storia antica.
Quel pomeriggio è nata la cooperativa "Giorgio La Pira" ed è cominciato un nuovo percorso. È nata un'impresa che, come tutte le giovani imprese, sta ora cercando di consolidare e arricchire il suo capitale umano e sta cercando di creare quei presupposti di solidità economico-finanziaria con i quali è possibile affrontare il futuro. Non avendo merce materiale da vendere (la scelta di essere liberi e "free press", cioè stampa gratuita, ha il suo peso), è sulle risorse umane e sulla validità del progetto che possiamo contare per diventare una realtà capace anche di stare sul mercato. Abbiamo già dimostrato di saper occupare un posto dignitoso nel mondo della comunicazione su carta stampata, un mondo difficile che in molti ritengono sia destinato a morire con l'avvento di internet. Previsione che riteniamo profondamente sbagliata: né la televisione, né i dvd hanno infatti sostituito il cinema, ed è ripresa anche la voglia di leggere un libro tenendolo fra le mani. È appunto nella fisicità della carta, in questa necessità di toccare, aprire, leggere, interrompersi, meditare durante la lettura, riporre, e poi ancora riprendere in mano, che noi confidiamo. Una esigenza naturale che si accompagna all'altra, più nascosta e sottile, di lasciarsi guidare. Non sempre internet riesce a creare chiarezza, a dare conoscenza, a fare cultura. Si finisce allora per diventare parte di un gruppo che tende a cercare un certo tipo di informazioni con cui si sente maggiormente in sintonia autoalimentando così un circolo vizioso in cui un certo tipo di editori pubblicano per un certo tipo di lettori, che cercano e comprano quel certo tipo di stampa. Il circolo vizioso può essere spezzato con la diffusione delle free press, purché queste (come spesso accade) non siano "free" anche di contenuti. Difficile dire se la scelta di essere stampa "superleggera" sia fatta per soddisfare al ribasso il gusto della gente comune, che si crede appiattita e priva di curiosità intellettuale, o perché tale la si vuole rendere, per poi docilmente guidarla in una sorta di dittatura subliminale.
La scelta di "politicadomani" di essere "free" solo nella gratuità e di essere invece esigente e costosa in termini di attenzione, di applicazione mentale, di coinvolgimento emotivo personale e di impegno concreto nella vita reale, diventa "missione" nel senso di portare il messaggio in mezzo a tutta la gente, indistintamente. E allora la scelta delle informazioni è funzionale al messaggio che si vuol far passare e alla cultura che si vuole diffondere. Una strategia, questa, tanto più efficace quanto più l'informazione data e ricevuta non viene prontamente dimenticata, ma viene fatta sedimentare, e, quando è ripresa, viene inserita nel contesto più vasto delle ragioni per cui il fatto è accaduto, l'evento ha avuto luogo, il personaggio ha agito. Un modo di allargare nello spazio e nel tempo l'informazione e di indicare percorsi logici di comprensione più profonda rispetto alla semplice comunicazione. Come a voler offrire al lettore l'emozione di guardare dall'alto un paesaggio vasto e complesso per coglierlo nella sua integrità.
È questo il filo conduttore che abbiamo seguito nel presentare al lettore la rassegna di temi e di articoli pubblicati nel 2006 su "politicadomani" e su "Politica Domani", la testata madre, divenuta ormai inserto monotematico della testata figlia.
Una strategia che Giorgio La Pira, il sindaco "santo" di Firenze, da cui la cooperativa prende il nome e nel cui pensiero si riconosce pienamente, ha sempre usato nella sua azione politica.

 

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