Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

Editoriale
Prove di inventario

di Maria Mezzina

Inventario. Si chiama inventario quella lista che si fa all'inizio dell'anno - di solito il 2 di gennaio - che, oltre a porre ordine nei magazzini, dà il senso di come sono andati gli affari durante l'anno appena trascorso: la merce venduta, quella rimasta (da mettere magari subito in saldo) e gli avanzi di magazzino, il volume degli affari, i guadagni (o le perdite).
Anche noi, in questo primo numero dell'anno vogliamo fare il nostro inventario: vedere cosa abbiamo venduto, ciò che è rimasto, i nostri guadagni e cosa abbiamo ancora da vendere. Il nostro, però, è un inventario molto particolare, come particolari sono anche i nostri "guadagni". Noi non vendiamo oggetti, noi "vendiamo" informazioni e con le informazioni qualcosa di molto più prezioso e probabilmente anche molto scomodo: noi "vendiamo" cultura ... e idee.
Abbiamo provato, nell'inserto di questo numero, a fare un inventario della nostra "merce" venduta - i temi trattati su queste pagine nel corso dell'anno - e dei nostri avanzi di magazzino - i progetti e i temi pensati che debbono ancora trovare "acquirenti" -. Qui vogliamo fare un bilancio dei nostri affari: entrate e uscite.
È un bilancio contabile un po' sui generis perché solo in minima parte è fatto di soldi, denaro sonante, quello "vero", quello con cui si comprano cose. In gran parte è fatto di lavoro, dedizione, fantasia, immaginazione, creatività, rigore, serietà, perseveranza; tutta "moneta" con cui si comprano "valori" come credibilità, stima, amicizia, conoscenza, condivisione, amore. Mettiamo i primi nella colonna delle uscite e i secondi in quella delle entrate. Il saldo è positivo.
Non è solo utopia. La nostra esistenza, da ormai sette anni, come mensile cartaceo e online (in realtà, come strumento di informazione e di formazione esistiamo da molto prima), le nostre uscite puntuali, il gruppo di redazione che continua ad allargarsi, tutti quei volti giovani che si incontrano e lavorano insieme con entusiasmo e che stanno investendo in questo giornale il loro futuro, sono sul nostro registro di cassa la voce più importante della sezione dedicata agli investimenti "non deperibili", una sorta di beni immobili. È con questa "moneta" e con queste "garanzie" che abbiamo comprato la nostra credibilità e un posto - uno strapuntino piccolo ma solido - nel mondo dei "grandi".
Non poco ha contribuito a raggiungere questo traguardo la diffusione di questa nostra "free press", che è "free" due volte perché oltre che gratuita è libera da condizionamenti e interessi economici oppure ideologici. Diffusione che curiamo noi stessi e che sta raggiungendo numerose regioni d'Italia, oltre il Lazio. Un lavoro di distribuzione duro ma necessario. E quanto mai prezioso.
In pochi (forse nessuno) avrebbero scommesso un solo centesimo su questa nostra avventura. E in molti ci hanno negato un aiuto qualsiasi, stando a guardare, prevedendo una nostra caduta. Sono tutti coloro che credono che solo il denaro ha la forza di muovere il mondo e credono che è padrone del mondo solo chi ha tanti soldi. Noi non ci abbiamo mai creduto. Per noi il denaro è uno strumento utile, a volte necessario, ma certamente è solo uno strumento. Serve per crescere, per trasformare un sogno - che si è realizzato - in un'impresa di cui fanno parte tante persone che su questa impresa possono continuare a fare e a realizzare altri sogni: un lavoro, una famiglia, un mondo un poco migliore.

 

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