Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

Il cittadino tra pubblico e privato
La competizione tra aziende pubbliche e private alimenta, anche in Italia, un businnes mondiale

di D.S.

L'organizzazione del servizio sanitario italiano si rifà in qualche modo alle realtà statunitense e britannica, i due modelli attorno ai quali ruotano i sistemi sanitari di quasi tutte le nazioni. Il diffondersi del mercato globale e l'estrema debolezza della ricerca scientifica italiana fanno poi sì che ogni stortura del mercato farmaceutico e del "mercato della salute" in questi paesi si ripercuota anche in Italia.
L'industria farmaceutica, con un fatturato annuo di oltre 400 miliardi di dollari, rappresenta un businnes tra i più redditizi del mondo. Nel 2003 ha perso il primato assoluto che deteneva dai primi anni '80, essendo stata superata dall'industria di "estrazione mineraria e produzione del greggio" e dalle " banche commerciali". Gli interessi farmaceutici, veri colossi del marketing contemporaneo, si concentrano nelle mani delle Big Pharma, le multinazionali del farmaco, e si sviluppano e si snodano in quella catena che dai fondi pubblici per la ricerca arriva fino ai medici e ai pazienti di tutto il mondo.
Il fenomeno salute, in termini di produzione industriale e di servizi, rappresenta il comparto più importante dell'economia statunitense. Questa macchina produttiva sanitaria, che coinvolge il mondo intero attraverso il sistema delle multinazionali che controllano le medicine, le apparecchiature diagnostiche, i vaccini, le prestazioni ospedaliere, garantisce agli Usa il primato mondiale in campo farmaceutico e sanitario, ed è diventata ormai da tempo il generatore di ricchezza più importante al mondo. Nel 2003 la spesa sanitaria statunitense pro-capite è stata di circa 5.635 dollari, corrispondente al 14 per cento dell'intero Pil nazionale. In Italia la spesa sanitaria, sempre nel 2003, è stata pari al 7,8 per cento.
Sull'esempio statunitense, in Italia proliferano le prestazioni private sanitarie: i medici specialisti, spesso in concorrenza con la struttura pubblica di appartenenza, le interminabili e a volte letali liste di attesa nelle strutture pubbliche, spingono sempre più i cittadini a rinunciare ai propri diritti e a rivolgersi, pagando profumatamente, alle strutture private. È il Sistema Sanitario Nazionale Italiano il grande accusato. Negli ultimi dieci anni si sono susseguite ben tre leggi di riordino (1992, 1993 e 1999) e la " devolution" ha portato a sistemi sanitari a volte molto diversi tra regione e regione: in alcuni casi prevale la totale apertura al mercato sanitario privato (come, ad esempio, in Lombardia), mentre in altri vige il modello pubblico-assistenzialista (come in Toscana).
Inoltre risultati negativi nell'ambito della programmazione e del controllo sanitario hanno prodotto in pochi anni una grave e complessa competizione tra aziende pubbliche e private. Una competizione che danneggia i cittadini i quali sempre di più corrono il rischio di essere sottoposti a cure inutili o dannose.

 

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Num 65 Gennaio 2007 | politicadomani.it