Pubblicato su politicadomani Num 65 - Gennaio 2007

La salute al mercato
Big Pharma&Company
L'industria farmaceutica: un businnes da 400 miliardi di dollari l'anno. Alcuni aspetti di una corsa al profitto selvaggio sulla pelle della gente

 

Le case farmaceutiche sono ormai delle banche d'affari con un laboratorio di ricerca.
Solo il 10% dei fondi per la ricerca e lo sviluppo è destinato a cure contro il 90% delle malattie a diffusione mondiale; il grosso è speso per "malattie" tipiche del primo mondo come l'obesità, la calvizie e l'impotenza.
In Thailandia, contro la meningite, esisteva, solo un farmaco prodotto dalla Pfizer, industria USA. Procurarsi la medicina significava però una spesa mensile di 15.000 baht, una volta e mezzo lo stipendio di un dirigente. Sull'onda della necessità, due ditte thailandesi riuscirono a commercializzare un prodotto equivalente a 1/3 del prezzo. Ancora troppo caro, ma era già un passo avanti.
Poco tempo dopo il governo USA, su richiesta della Pfizer, intervenne, minacciando le autorità thailandesi di tassare le loro principali esportazioni (legno, gioielli, microprocessori) se non avessero rinunciato alla produzione del farmaco. Sei mesi dopo il governo venne esaudito.

 

di Damiano Sansosti

Il 25 per cento della popolazione mondiale consuma il 90 per cento dei farmaci. Su questa asimmetria si gioca la corsa al profitto di una manciata di multinazionali. Un attacco ad ogni principio etico e la negazione del diritto alla vita per miliardi di persone. Ogni anno circa 17 milioni di persone nel mondo muoiono a causa di malattie infettive facilmente curabili solo perché non possono permettersi le medicine adatte; in un anno la tubercolosi uccide 2 milioni di persone che non sono in grado di curarsi; solo il 4 per cento dei malati di AIDS ha accesso ai farmaci antiretrovirali; nei paesi del sud del mondo, dove la malattia è diffusissima, tali farmaci hanno costi proibitivi per la gente e per i governi e così la malattia continua ad espandersi. E ancora: sindromi inventate, come il "disordine da ansia sociale"; medici disposti a vendersi per sovvenzioni da favola; ricerche e sperimentazioni truccate; modifiche "cosmetiche" a farmaci già esistenti (il Prozac, ad esempio, che colorato di rosso e lavanda è diventato il Sarafem, un rimedio contro la sindrome premestruale, ad un prezzo tre volte superiore). Strutture di controllo colluse con le controllate e governi e governatori consenzienti.
Nel Terzo Mondo alla fine degli anni '90, su pressione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, il diritto alla salute è stato sacrificato sull'altare delle manovre di ristrutturazione economica: la quasi totalità delle prestazioni sanitarie è fruibile solo a pagamento.
I paesi più poveri sono i primi destinatari del sempre più fiorente mercato delle medicine false. Africa e Asia sono il luogo ideale per smerciare farmaci scaduti o scarti di fabbricazione del mondo consumistico occidentale. Secondo la rivista medica americana "The Lancet", sono in circolazione enormi quantità di medicine contraffatte, scadenti o poco efficaci; apparentemente si tratta dello stesso farmaco efficace: la scatola è identica, ma finti antibiotici e antimalarici stanno provocando la morte di decine di migliaia di persone che probabilmente per curarsi hanno acquistato i finti farmaci spendendo tutto il loro denaro. L'artesunato, per esempio, è il farmaco più diffuso contro il ceppo più pericoloso della malaria, la Plasmodium falciparum. Controlli sulle confezioni in vendita in alcuni paesi asiatici hanno registrato che un terzo delle confezioni, tutte con il marchio di produzione di Guilin Pharma, acquistate in Cambogia, Laos, Birmania, Vietnam e Thailandia non hanno alcun principio attivo. Allo stesso modo sono stati scoperti falsi Viagra e contraccettivi fasulli. Concentrazioni troppo basse di antibiotici come la amoxicillina e l'ampicillina, con riduzioni pari al 60 per cento del principio attivo, provocano addirittura effetti controproducenti favorendo la selezione di ceppi batterici più resistenti, mentre concentrazioni troppo alte di farmaci, presenti in confezioni scadenti e non controllate, possono produrre effetti tossici con conseguenze mortali sui bambini. È il caso di un antimalarico come la clorochina, capace di provocare aritmia cardiaca.
Il fenomeno dei farmaci inutili procede in parallelo a quello delle "non malattie": l'Accademia Pontificia Pro Vita, nel documento "Il prodotto farmaceutico come medicina, come prodotto commerciale e come bene di consumo", denuncia l'esistenza di una strategia commerciale tesa a massimizzare il potenziale commerciale di un prodotto farmaceutico attraverso l'alterazione della gravità dei sintomi e la sostituzione del rischio di malattia con la malattia stessa. Nel 2002 il British Medical Journal ha suscitato aspre polemiche, tanto tra gli specialisti, quanto tra le associazioni dei pazienti, pubblicando un sondaggio sui principali "non-disease", ovvero quei disturbi che non dovrebbero essere considerati delle vere e proprie malattie. Tra questi - ne sono stati elencati circa 200 - figurano: calvizie, osteoporosi, cellulite, menopausa, sindrome del colon irritabile, abbassamento del livello di testosterone, disfunzione erettile; a queste supposte malattie si affiancano nel sondaggio anche stati come l'invecchiamento e la gravidanza.

Per approfondire
www.pnlg.it il sito dell'Istituto Superiore di Sanità nel quale è esposto il piano nazionale per le linee guida (PNLG).

 

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