Pubblicato su politicadomani Num 64 - Dicembre 2006

Trasformazioni
Materia ed energia non sono infinite
Un ciclo continuo - chiuso - In un Tempo permeato solo dall'energia del Sole e dal desiderio di trascendenza degli Uomini

di Stefano Falomi

"La vita "funziona"… con una grande circolazione di materia e di energia dai corpi naturali - aria, acqua, suolo agli esseri viventi e di nuovo agli stessi corpi naturali. I vegetali "fabbricano"… le proprie molecole organiche utilizzando l'energia solare, l'anidride carbonica dell'aria e l'acqua e l'azoto del suolo, e liberano ossigeno che viene immesso nell'atmosfera.
Analogamente gli animali si nutrono ricavando le molecole nutritive dai vegetali (e da altri animali) e l'ossigeno dall'aria… ; nel corso del loro metabolismo liberano anidride carbonica che immettono nell'aria, ed escrementi che immettono nel suolo.
Alla fine della loro vita, vegetali e animali cedono le loro spoglie al suolo e alle acque, dove innumerevoli organismi decompositori … le trasformano in atomi e molecole che sono di nutrimento ad altri organismi viventi. Produttori vegetali, consumatori animali e decompositori sono i grandi protagonisti del dramma della vita che si svolge nella biosfera.
… Nei fenomeni naturali non esistono rifiuti, perché ogni sostanza usata dagli esseri viventi ritorna disponibile per altri esseri viventi. A rigore non esiste neanche la morte, perché gli atomi di ogni organismo vivente continuano, senza fine, a partecipare ai grandi cicli - sostanzialmente chiusi (figura 1) - geochimici della biosfera.
A ben guardare tutti i fenomeni economici e sociali, tutte le attività di produzione e "consumo" di beni e servizi sono basati anch'essi su un flusso di materia e di energia (figura 2), che comincia dalla biosfera - il grandissimo, ma non infinito, serbatoio di risorse naturali, inorganiche e organiche - passa attraverso la singola abitazione, i campi coltivati, la fabbrica, la città, il territorio antropizzato e ritorna, più o meno presto, nei corpi riceventi naturali sotto forma della materia gassosa, liquida o solida delle scorie e dei rifiuti.
L'affermazione vale anche per i servizi, che sono sempre, direttamente o indirettamente, legati ad una circolazione di materia: la nota promessa di un mondo immateriale o virtuale è abbastanza ingannevole, se tende a far credere che la società del futuro non avrà bisogno di, o avrà bisogno di pochi, materiali. …
La circolazione della materia e dell'energia nei sistemi economici presenta, peraltro, rispetto a quella dei sistemi biologici, alcune diversità: dai tempi della rivoluzione agricola del Neolitico, e in grado sempre più intenso dai tempi della prima rivoluzione industriale del XVII secolo, gli esseri umani traggono le materie prime per i loro processi sia dai cicli naturali sia da materiali immagazzinati nel corso delle ere geologiche precedenti: minerali, carbone, petrolio, gas naturale. La fabbricazione di metalli, macchinari, prodotti chimici, abitazioni, la produzione di energia richiedono perciò materiali che non si formeranno mai più in natura, almeno nei tempi della prevedibile vita dei terrestri"*

Questione sostanziale appare pertanto quella dell'orizzonte temporale entro cui guardiamo e collochiamo le nostre azioni: i mesi/anni dei bilanci che condizionano l'agire dell'economista e del politico, i decenni su cui si misura il padre di famiglia, o i secoli dei grandi uomini che hanno segnato il cammino dell'umanità?
Entro tali orizzonti diverse risultano le forze che promuovono le trasformazioni che operiamo, con un'accelerazione cresciuta esponenzialmente in tutti i campi dal tempo della Rivoluzione Industriale. I valori che animano gli uomini che ne sono protagonisti sono, a seconda dei casi, la cooperazione, sia pure competitiva, con i propri simili volta alla diffusione del benessere di tutta la comunità umana, oppure la competizione escludente, figlia di ancestrali paure, illusione di dominio dell'uomo sulla natura, dell'uomo sull'uomo.
Adattando uno scritto del XIX secolo: ogni uomo d'azienda s'ingegna di procurare nuovi bisogni ai suoi simili, per spingerli a nuovi godimenti, nuove illusioni, generando così nuove dipendenze (il livello a cui è giunto l'indebitamento medio pro-capite per consumi, dipende dal fatto che è difficile fare a meno dell'ultimo "home theatre", con schermo al plasma da 42' e diffusori surround). Eppure c'è molta più emozione nel volto di un bambino afghano che guarda per la prima volta brillare la luce fioca di una lampadina. Nell'immaginare un nuovo "bene", ben pochi uomini e donne di marketing si pongono questa domanda: ce ne può essere per tutti, se tutti lo volessero?
Vale la pena di ricordare una citazione di Montaigne: "È una perfezione assoluta, e quasi divina, saper godere lealmente del proprio essere. Noi cerchiamo altre condizioni perché non comprendiamo l'uso delle nostre, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo che cosa c'è dentro. Così abbiamo un bel montare sui trampoli, ma anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo non siamo seduti che sul nostro culo". Dal quale produciamo tanta più ... quanto più ci ingozziamo. Per saziare quale fame?

* G. Nebbia: Le merci e i valori - Editoriale Jaca book - Milano - 2002

 

 

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