Pubblicato su politicadomani Num 63 - Novembre 2006

Notizie

 

Confini
Per un muro caduto nel 1989 che ha riunito est ed ovest d'Europa, altri muri vengono eretti e progettati, non ultimo quello lungo centinaia di chilometri che separa gli Stati Uniti dal Messico e per il quale è stata approvata dal parlamento americano un'estensione di altri 1200 chilometri. Ma questa iniziativa politica non meraviglia tanto quanto quella di arruolare altri diecimila agenti "doganali", chiamati Minutemen. Una decisione inquietante, tanto più che, ultimamente, il loro lavoro è appoggiato da una campagna pubblicitaria a sfondo xenofobo. Il problema immigratorio in America non è nuovo ma quest'ultima vicenda dei confini con il Messico è inquietante.

Non solo Soldi
Presentare al grande pubblico temi di economia è già di per sé una sfida. Entrare negli aspetti più tecnici di questa disciplina associati ad elementi quali il bilancio è una sfida nella sfida. Parlare poi di etica nei bilanci in questi tempi di scandali, finanze "allegre" e rovinosi crack finanziari vuol dire mettere insieme "il diavolo e l'acqua santa".
È quello che stiamo continuando a fare in varie forme, specie in questo numero, in cui l'intero inserto è dedicato alla rendicontazione e alla comunicazione etica e altro spazio è dedicato a Muhammed Yunus e a quella sua incredibile invenzione che si chiama "microcredito".
Quello che noi pensiamo, in qualche modo, è trasmesso negli articoli che trovano spazio su queste pagine e voi che cosa pensate?

Fordismo
Il termine deriva dal nome dell'industriale statunitense Henry Ford (1863-1947), e si riferisce ad una particolare forma di produzione basata sulla catena di montaggio (inventata già nel 1901 ad opera dello statunitense Ransome Eli Holds) e sulle teorie produttive di Frederick Winslow Taylor (1856-1915), il quale fu il primo a concepire il modello lavorativo industriale in modo organico e strutturato. Ford, fondatore nel 1903 della Ford Motor Company, aveva come obiettivo la riduzione dei costi di lavorazione, e risolse il problema abbattendo i tempi di produzione del prodotto: prova ne fu la famosissima Ford T, la prima automobile ad essere prodotta in serie su vasta scala. L'introduzione della catena di montaggio riduceva infatti il tempo di assemblaggio dei componenti a soli 93 minuti.
Le nuove teorie avevano però una grave controindicazione: parcellizzando il lavoro di ciascun operaio lo si portava ad essere un'appendice della macchina stessa, costretto a ripetere identico il proprio piccolo movimento all'infinito. Proprio questo è il concetto chiave del film di Chaplin "Tempi moderni".

La grande Depressione
Il termine è sinonimo di "crisi del 1929", "grande crisi" o "crollo di Wall Street", e identifica il periodo che va dal 24 ottobre 1929 (il "giovedì nero" di Wall Street) al 29 Ottobre dello stesso anno ("martedì nero"). Essendo stata questa una vicenda molto complessa non è possibile spiegarla in dettaglio, ma tracciarne a grandi linee la storia.
Dopo la prima guerra mondiale gli Stati Uniti ebbero un periodo di grande prosperità, tanto che l'investimento dei capitali in borsa era possibile anche ai comuni lavoratori. Il problema era però dovuto al fatto che all'aumento del valore delle azioni industriali non corrispondeva l'incremento della domanda di beni. Tale mancato incremento, dovuto alla speculazione economica diffusa in modo capillare in quegli anni, provocò un rapido calo del valore azionario. La conseguenza inevitabile fu una vendita massiccia di azioni, che si trasformò in un vero e proprio crollo della borsa. Una volta iniziato il processo divenne irreversibile: molte grosse industrie furono costrette a chiudere i battenti o a ridimensionare fortemente l'organico, creando di conseguenza un'altissima disoccupazione ed il blocco dell'economia americana (la produzione industriale scese di quasi il 50% tra il 1929 ed il 1932). La crisi si estese naturalmente anche all'Europa che, oltre alla svalutazione di dollaro e sterlina, dovette subire il ritiro dei prestiti americani per le riparazioni di guerra. Nel complesso, nonostante un accenno di ripresa a partire dal 1933, la crisi non fu completamente superata fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Una situazione così drammatica non poteva non figurare nell'opera di chi lavorava in grandi difficoltà anche nel cinema: l'operaio Charlot era in quegli anni l'America.

"I tempi moderni" di Volontè
È il 1971 e le lotte nelle fabbriche ispirano il regista Elio Petri. Esce nelle sale "La classe operaia va in paradiso" con Gian Maria Volonté e Mariangela Melato, musiche di Ennio Morricone. Film premiato con il David di Donatello e con la Palma d'oro a Cannes.
Lulù (Volontè) è un metalmeccanico "campione" del cottimo in una fabbrica del milanese benvoluto dal padrone e odiato dai compagni, che si vedono imporre i suoi frenetici ritmi produttivi. Individualista ed arrogante, egli si schiera sempre dalla parte del padrone. Quando però, a causa dei frenetici ritmi lavorativi, perderà un dito nella catena di montaggio, il suo atteggiamento cambierà . Aderisce alla contestazione generale e sostiene lo sciopero ad oltranza, ma viene arrestato dalla polizia e licenziato. Sull'orlo della pazzia, grazie ai sindacati, viene riassunto; torna in fabbrica, nella catena di montaggio, con la convinzione che il paradiso per gli operai sta oltre un muro da abbattere: il padrone.
"Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l'arte e la vita".
[Gian Maria Volontè]

Roberto Piumini scrittore
Roberto Piumini è poeta, romanziere, autore di teatro per ragazzi. Il suo stile fa eco a Calvino e ad Ariosto. La bellezza delle parole, il gioco della terminologia, l'etimologia ricercata, il frequente uso delle parole onomatopeiche sono parte integrante dei suoi scritti. Tutto ciò diventa esplosione d'ironia e creatività. Immerso in un mondo fiabesco, Piumini dipinge gli uomini come affannosi e goffi ricercatori di sensualità, travolti tuttavia dall'innata astuzia delle donne le quali escono sempre vincitrici dalla tenzone amorosa.

 

Homepage

 

   
Num 63 Novembre 2006 | politicadomani.it