Pubblicato su politicadomani Num 63 - Novembre 2006

Itinerari
La Grande Muraglia Romana
Vita, morte e rinascita delle mura aureliane nel museo di porta S. Sebastiano

di Chiara Comerci

Girando per la città eterna vi sarà sicuramente capitato di imbattervi in pezzi di muro vecchio e annerito da smog e intemperie. Quasi sicuramente si tratta delle Mura Aureliane, che oggi cingono Roma per un tratto di circa 12 chilometri.
Il concetto di mura si perde indietro nel tempo, fino ad arrivare agli albori della civiltà romana, quando la traccia della città era segnata dal pomerio, una linea sacra. Le prime mura - dette mura serviane - risalgono al IV secolo a.C. e delimitavano una zona molto ristretta della Roma attuale.
A partire dal terzo secolo dopo Cristo, con il pericolo incombente delle invasioni barbariche, l'imperatore Aureliano (270-275 d.C.) si vide costretto a costruire una nuova cinta di mura, essendo quelle repubblicane oramai inservibili. Il nuovo tracciato era lungo circa 19 chilometri e le mura erano intervallate da numerosi bastioni semicircolari e da porte e posterule (piccole aperture che permettevano il passaggio di merci o l'accesso a terreni privati). I tre metri e mezzo di spessore delle mura e i sei metri d'altezza erano stati concepiti per proteggere la città in caso di assalti occasionali ma non per sostenere lunghi assedi. La costruzione si era resa infatti necessaria ed urgente a causa della pressione che si registrava ai confini dell'impero da parte dei barbari.
Durante il V secolo la cinta muraria fu ulteriormente rafforzata con l'innalzamento del livello, con la muratura di molte posterule e con il rafforzamento delle porte rimanenti. Le opere di fortificazione, però, non furono sufficienti. La città fu costretta a subire ripetuti assalti: i Visigoti di Alarico nel 410 d.C., i Vandali di Genserico nel 455 e i barbari di Recimero nel 472 invasero Roma e la saccheggiarono.
Nella prima metà del IX secolo il codice di Einsiedeln descrive, ad uso dei pellegrini, undici itinerari che si diramano dalle porte delle Mura Aureliane ed elenca 383 torri, 24 porte, 5 posterule, 2.066 finestre grandi e 116 necessarie (la latrina per il personale di guardia, che aggettava verso l'esterno). Il sistema difensivo cadde in disuso con la guerra gotica (535-552), ed il conseguente spopolamento della città.
Altri interventi significativi si ritrovano a partire dal XV secolo, in seguito allo scontro tra papato e impero. Una notevole testimonianza del restauro delle mura è quella di Giuliano da Sangallo il giovane, che nel 1536 progettò e realizzò alcuni bastioni con una tecnica innovativa più efficace contro i colpi di bombarda.
Con fasi alterne (vi si trovano anche tracce di un probabile ritiro eremitico) le mura aureliane hanno difeso Roma fino alla breccia di Porta Pia (1870), subendo le ultime modifiche strategiche nel 1848, quando le feritoie furono adattate alle canne dei fucili.
Pochi conoscono la tormentata storia della cinta difensiva romana. Il museo delle mura a porta S. Sebastiano (o porta Appia) è l'occasione, offerta dal Comune di Roma, per addentrarsi nella storia di questo monumento, uno dei più grandi della città ma anche uno dei più reietti.
Una serie di pannelli ricostruiscono le fasi della costruzione grazie all'analisi del tracciato, delle decorazioni, delle tecniche utilizzate, delle strategie difensive che si sono succedute nei secoli. Dal 18 luglio scorso ha riaperto al pubblico anche il suggestivo camminamento che dal museo arriva alla porta sulla Cristoforo Colombo, restaurato dopo il crollo del 2001.

 

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