Pubblicato su politicadomani Num 63 - Novembre 2006

"Italia Lavoro" e "Marchi d'Area"
Fare impresa dove non c'è più
La terra ritorna protagonista. Ecco come: rafforzare la qualità dei prodotti, dare visibilità al territorio, aiutare i produttori a fare formazione per i giovani

di Fabio Ciarla

Un tempo, e non c'è bisogno di andare molto indietro negli anni, la terra era simbolo e fonte di ricchezza. C'erano i possidenti, i coloni e, in fondo alla scala gerarchica, i braccianti. Poi le cose sono cambiate e ora, soprattutto nelle zone del sud a vocazione fortemente agricola, l'equazione linguistica che sottende un giudizio culturale è diventata "contadino uguale ignorante". Un passaggio che invece in altre parti d'Italia non è avvenuto: la terra ha mantenuto quell'importanza che ha sempre avuto e con la terra anche chi la lavora, che si è trasformato in un imprenditore a tutti gli effetti.
È questo il punto di partenza e lo spirito di uno dei progetti più innovativi che "Italia Lavoro" sta sviluppando proprio in questi mesi. L'Agenzia del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale sta infatti concludendo la fase di attuazione dei cosiddetti "Marchi d'Area" in quattro aree pilota della Penisola. Si tratta di un impegno a tutto campo per far crescere la produzione enogastronomica dei prodotti tipici e con essa far sviluppare l'accoglienza turistica figlia del valore aggiunto, fatto di storia e cultura locali, di questi prodotti.
La terra ritorna così protagonista. "Italia Lavoro" punta a rafforzare la qualità dei prodotti (con la definizione di regole di appartenenza, disciplinari, controlli, ecc...), a dare visibilità al territorio attraverso l'utilizzo di un marchio riconoscibile, a supportare i produttori e, infine, ma non ultimo, a realizzare azioni formative a vantaggio dei giovani.
Una strategia di crescita e di sviluppo ecocompatibile e a dimensione umana che sta coinvolgendo innanzitutto il Salento, il Parco del Gran Sasso e i Monti della Laga, il Parco dell'Adamello e il Parco del Cilento e Vallo di Diano, e che sarà replicabile in altre zone che presentino similitudini a livello di produzioni tipiche e bellezze naturalistiche e storico-culturali. Il sistema tende a produrre occupazione e sviluppo, e ha il pregio di dimostrare finalmente che chi decide di investire e lavorare nel settore agricolo e nella filiera enogastronomica ha visioni lungimiranti e capacità imprenditoriali. Non si tratta solamente di "riprendersi" certi settori: in alcune zone d'Italia, infatti, questo significherà soprattutto offrire un'alternativa ad altre esperienze che sono diventate dei vicoli ciechi in termini di cambiamento dell'economia globale. Esempi in tal senso arrivano dalla crisi della grande industria nell'Agro Pontino e, in maniera minore, nel reatino.
"Italia Lavoro" però non è solo "Marchi d'Area", sono numerosi infatti i progetti sviluppati dall'agenzia; essi spaziano dalla tutela dell'ambiente alla ricerca scientifica nelle università, con una grande attenzione ai giovani e ai disoccupati. Si tratta di un intero mondo di opportunità per la piccola imprenditoria e l'occupazione, che punta sulle idee innovative e su un forte impegno nel coinvolgimento delle istituzioni in questi progetti. Si tratta ancora di un valore aggiunto che "Italia Lavoro" offre nel suo impegno a favore dello sviluppo economico, specie nelle zone della Penisola dove l'economia non marcia ancora a pieno ritmo e, anzi, boccheggia morente. L'agenzia sta tra l'altro esportando conoscenze e esperienze anche all'estero con "Area", il nuovo portale del lavoro argentino.
Si tratta di una mole enorme di offerte, idee, possibilità di impresa che merita una grande attenzione e qualche dato più preciso sui risultati raggiunti e gli obiettivi futuri di "Italia Lavoro". Tenteremo di farlo anche su queste pagine e di offrire dati, spunti e idee ai nostri lettori sui prossimi numeri.

 

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