Pubblicato su politicadomani Num 61/62 - Set/Ott 2006

Finanziaria
Siamo tutti ceto medio? Magari
La nuova finanziaria colpisce i redditi oltre i 75.000 euro. Polemica tutta italiana sul significato di cedio medio. Le statistiche ufficiali lo pongono fra i 21.000 e i 40.000 euro

di Damiano Sansosti

La definizione di ceto medio è un problema complesso. Soprattutto in una fase storico-economica in cui si è perduta la tradizionale distinzione fra le classi sociali in ricchi, poveri e ceto medio, a causa della facilità con cui si può passare dall'una all'altra classe (per lo più nella direzione della classe meno abbiente). Fra le cause principali di questa mobilità interna fra classi sociali ci sono i cambiamenti strutturali del mercato del lavoro, la perdita delle tradizionali garanzie sociali, l'accentuazione di differenze territoriali nella distribuzione del reddito, tra Nord e Sud, ma anche tra piccoli, medi e grandi centri urbani.
Nel comunicato stampa del 28 settembre scorso l'Eurispes, Istituto di Studi Politici Economici e Sociali, riporta alcuni parametri economici e demografici di riferimento per identificare il ceto medio italiano. Il punto di partenza è il reddito mediano annuo (calcolato dalla Banca d'Italia) percepito da un nucleo familiare composto da due persone.
Gli appartenenti al ceto medio, a seconda dell'ampiezza del nucleo familiare, si collocano - dice l'Eurispes - nelle seguenti classi di reddito: dai 21.800 ai 23.000 euro, le famiglie di due persone; dai 29mila ai 30.600 euro, le famiglie con tre componenti; dai 35.500 ai 37.500 euro, i nuclei familiari di 4 componenti; dai 41.400 ai 43.700, le famiglie più numerose.
L'Eurispes ha identificato una famiglia di riferimento in una coppia relativamente giovane (38 anni lui, 30 lei) con due figli (un maschio di 8 anni ed una femmina di 6). Si tratta di una famiglia tipica secondo la media statistica dell'universo demografico italiano, e molto rappresentativa in termini dinamici, nel senso che moltissime famiglie del nostro Paese si sono trovate o si troveranno in futuro in questa tipologia di composizione. I nuclei familiari di quattro persone sono il 22% di tutte le famiglie italiane e il 33% dell'intera popolazione appartiene ad una di queste famiglie.
Identificata la famiglia di riferimento ed il rispettivo livello di reddito, l'Eurispes ha fatto un bilancio delle sue necessità materiali e delle sue spese, che variano a seconda delle città di residenza monitorate (Torino, Caserta, Genova, Cosenza, Roma, Treviso e Bologna).
Un'altra distinzione riguarda i redditi di quattro ipotetiche coppie, diversamente assortite da un punto di vista professionale, per un totale complessivo di otto profili lavorativi con otto diversi redditi, tutti compresi tra 2.480 e 2.610 euro netti mensili. Le quattro coppie scelte sono le seguenti: muratore sposato con cassiera di un supermercato; professore di liceo sposato con maestra elementare; dirigente industriale sposato con borsista universitaria; cassiere di banca sposato con commerciante al dettaglio di abbigliamento infantile. Questo, dice l'Eurispes, è il quadro statistico reale della classe media in Italia.
Visti i dati statistici oggettivi, etichettare questa finanziaria come "contro il ceto medio", come è stato fatto negli ultimi giorni da esponenti di partiti politici di entrambe le coalizioni e dai media (come nella trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata che sul tema ha intervistato Vincenzo Visco, viceministro dell'economia), sembra proprio una forzatura. È di questa opinione anche Luciano Gallino, Professore di Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Torino e autore di numerose ricerche nel campo della sociologia del lavoro e dell'industria, dai processi d'interazione uomo-macchina all'intelligenza artificiale. I 217 articoli di legge e le oltre 250 pagine di testo sono decisamente un documento difficile da leggere anche per un esperto del settore: "Definire storicamente cosa sia il ceto medio non è difficile [...] Questa finanziaria tende a far pagare qualche centinaia di euro in più solo agli alti redditi, ovvero i contribuenti che denunciano più di 75mila euro l'anno. Tutti gli altri, almeno fino alla soglia dei 40mila euro, che sulla base delle dichiarazioni sembrano costituire il ceto medio, avranno invece dei benefici fiscali che crescono al diminuire dei reddito. E questo mi spinge a pensare che la finanziaria operi un passo, magari piccolo, verso una politica di redistribuzione del reddito. La prima finanziaria se non sbaglio, è del 1978 e questa è la prima volta che sento parlare un governo di redistribuzione del reddito. Non è poco. Quel-lo che è certo - conclude Gallino - "è che questa finanziaria non è fatta contro il ceto medio e trovo ridicolo chi fa affermazioni di questo contenuto. Mentre trovo positivo che per la prima volta un governo affermi apertamente che la finanziaria è stata concepita per operare una redistribuzione del reddito a favore delle classi che in questi anni sono state fortemente penalizzate".

 

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