Pubblicato su politicadomani Num 61/62 - Set/Ott 2006

I Drusi

di Alberto Foresi

Fra le varie componenti etnico-religiose della popolazione libanese, i drusi costituiscono una fazione particolarmente degna di interesse. A torto spesso considerati quali eretici musulmani, i drusi professano in realtà una propria religione di tipo sincretistico ed esoterico che, sebbene indubbiamente di derivazione islamica, si è progressivamente evoluta verso forme teologiche e devozionali assolutamente autonome. L'origine di questa religione risale all'XI secolo allorché il sesto califfo fatimida d'Egitto, Al Hakim, morto nel 1021, ebbe l'ardire di proclamarsi egli stesso un Dio vivente, ponendosi in tal modo al di fuori della fede islamica. Tale evento fu osteggiato da buona parte del mondo arabo, che continuò a professare l'ortodossia islamica, ma trovò invece il sostegno in altri gruppi etnici, soprattutto fra i persiani e i turchi. Proprio dal turco Darazi, che diede vita ad un gruppo di adepti, derivò il nome di drusi, sebbene tale denominazione sia rigettata dai fedeli che preferiscono definirsi "unitari" (muwahhidun). Secondo la tradizione drusa il califfo Al Hakim non morì ma scomparve misteriosamente per ritornare quale Mahdi (Salvatore) alla fine dei tempi. I drusi attualmente sono circa 200.000 e vivono fra la Siria meridionale, il Libano e Israele. Al suo interno la comunità si divide in due gruppi: gli uqqal - i sapienti - e i guhhal - gli ignoranti. Solo i primi sono al corrente delle parti più esoteriche della loro religione. Caratteristica dei drusi è quella di tenere nascosta la propria fede, praticando una sorta di mimetismo religioso: sono soliti infatti proclamarsi cristiani con i cristiani e musulmani con i musulmani. A livello popolare è diffusa la credenza nella trasmigrazione delle anime, mentre la reale e concreta inabitazione di Dio in determinati personaggi storici è professata dai saggi.

 

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